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Cardiologia
Francesca Morelli
pubblicato il 24-02-2012

La pompa salva cuore



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I VAD, i Dispositivi di Assistenza Ventricolare, potrebbero salvare il cuore in caso di scompenso cardiaco grave in alternativa al trapianto

La pompa salva cuore

Multimediali, efficaci e sicuri, d’argento, di titanio o in materiali biocompatibili, miniaturizzati (100 grammi e grandi quanto una pila ministilo): sono solo alcune delle principali caratteristiche dei VAD, i Dispositivi di Assistenza Ventricolare di ultima generazione che oggi, in caso di scompenso cardiaco grave, rappresentano una concreta possibilità terapeutica in alternativa del trapianto di cuore.

CUORE SCOMPENSATO– Un cuore affetto da scompenso perde la sua normale capacità di pompare sangue per soddisfare alle funzioni vitali dell'organismo. Accade così che il sangue inviato dal cuore ai vari distretti si riduce e quello che ritorna dall'organismo incontra una resistenza superiore al normale. A risentirne non è soltanto il cuore, ma anche la buona funzionalità del fegato, dei reni e dei polmoni. Il trapianto d’organo resta in questi casi la soluzione terapeutica migliore, ma in attesa del donatore idoneo il cuore può essere aiutato nella sua funzione di pompaggio e irrorazione dal VAD. «Questo per garantire al paziente – spiega Luigi Martinelli, direttore della Struttura di Cardiochirurgia dell’Ospedale Niguarda di Milano - un tempo di attesa in condizioni migliori, in vista dell’intervento e con un rischio trombotico sensibilmente ridotto grazie ai materiali biocompatibili di cui è costituito».

COSTANTE MONITORAGGIO– Il VAD, di fatto, è una pompa di piccole dimensioni che viene posizionata, mediante intervento chirurgico, all’apice del ventricolo sinistro dove vengono create delle comunicazioni, utili a ricevere il sangue e a ripomparlo in aorta. Il dispositivo tramite cavi elettrici è collegabile ad una fonte di energia per la ricarica delle batterie e, ecco l’innovazione, ad una consolle per le comunicazioni a distanza. Grazie a dei sensori contenuti nel VAD che registrano alcuni dati, il paziente può così scaricare battiti e pulsata cardiaca e inviarli in tempo reale via Internet al centro di riferimento.

18 CASI NEL MONDO– Ad oggi i pazienti portatori del VAD “multimediale” sono 18 in tutto il mondo, fra di loro anche un italiano grazie all’impianto avvenuto all’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano ad opera di Ettore Vitali, responsabile del Dipartimento Cardiovascolare e direttore dell’equipe chirurgica. «Humanitas – commenta Vitali – è fra i centri di eccellenza, insieme a Berlino e Bruxelles, che hanno avviato una sperimentazione clinica su questo gruppo di pazienti». Si pensa già ad una evoluzione del VAD. «Presto il dispositivo – annuncia il cardiochirurgo - sarà munito di una sim card che trasmetterà i dati ininterrottamente al Centro di riferimento».


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