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Scompenso cardiaco

Lo scompenso cardiaco è una patologia in aumento ma che può essere prevenuta e curata con uno stile di vita sano e terapie farmacologiche

Lo scompenso cardiaco è la condizione di incapacità del cuore di pompare quantità di sangue adeguate alle necessità dell'organismo, determinando l'accumulo di liquidi principalmente a livello degli arti inferiori, dei polmoni e in altri tessuti.

CHE COS’È LO SCOMPENSO CARDIACO

Le diagnosi di scompenso cardiaco sono in aumento, complice l'allungamento della vita media delle persone Si stima infatti che tale patologia interessi all’incirca l’1-2% della popolazione nei paesi occidentali, con tassi di mortalità ancora elevati nonostante nel corso del tempo le conoscenze e le terapie siano migliorate.

In Italia, lo scompenso cardiaco colpisce circa il 2% della popolazione generale, con una prevalenza che aumenta significativamente con l'età, raggiungendo il 10% tra gli over 65 e il 15% negli individui oltre gli 85 anni. Ogni anno si registrano circa 80.000 nuovi casi. Lo scompenso rappresenta la principale causa di ricovero ospedaliero per le persone con più di 65 anni.

CAUSE

Di norma, lo scompenso cardiaco insorge a seguito di altre malattie o condizioni che indeboliscono il cuore e/o rendono le sue camere troppo rigide per riempirsi di sangue e svolgere in maniera corretta la funzione di pompaggio. Nelle fasi iniziali, questa incapacità si manifesta solo a seguito di uno sforzo, ma col progradire della malattia  le difficoltà tendono a comparire anche a riposo.

Tra le cause  che più di frequente sono all’origine dello scompenso cardiaco vi sono la cardiopatia ischemica, le coronaropatie, l’ipertensione arteriosa, un pregresso infarto, alcune malattie congenite (presenti cioè fin dalla nascita) e il diabete.

A queste possono aggiungersi anche problematiche delle valvole cardiache, le aritmie, le malattie del pericardio e dell’endocardio. A seconda della modalità di insorgenza, esistono due tipologie di scompenso cardiaco: acuto, quando compare all’improvviso come risposta a un infarto o a una crisi ipertensiva; cronico, se è la conseguenza di danni di varia natura accumulatisi nel lungo periodo.

Lo scompenso cardiaco può interessare, senza differenza, sia il ventricolo destro sia quello sinistro, con diversi limiti di funzionalità a seconda delle azioni e attività in cui i ventricoli sono implicati.

SINTOMI E SEGNI

I sintomi dell'insufficienza cardiaca non sono sempre chiari. Negli stadi più precoci, la problematica può addirittura restare asintomatica o presentare disturbi, quali l'affaticamento o la sensazione di "fame d'aria", che possono essere scambiati per segnali di invecchiamento.

Nella maggior parte dei casi, però, la congestione di fluidi nei tessuti genera quelli che sono i principali sintomi dello scompenso: difficoltà respiratorie, affanno, gonfiore a livello di piedi e gambe, carenza di energia e spossatezza, sonno disturbato per la carenza d’aria.

Possono inoltre subentrare gonfiore addominale e perdita di appetito, tosse con espettorato "schiumoso" o catarro, aumento della minzione notturna, confusione, perdite di memoria quali conseguenze di una cattiva irrorazione del cervello.

DIAGNOSI

La presenza e l’intensità (gravità) dello scompenso cardiaco vengono determinate e definite con esami specifici come l’elettrocardiogramma (ECG), che dà informazioni sul ritmo cardiaco e sull’eventuale presenza di alterazioni della conduzione elettrica, e con un ecocardiogramma, che consente di valutare prima di tutto la performance del cuore e poi il funzionamento delle valvole cardiache e la presenza di possibili alterazioni del pericardio (calcificazioni, versamento e così via).

A questi, e su necessità, possono anche aggiungersi una radiografia del torace, che consente di evidenziare segni di congestione o di edema polmonare, ed alcuni esami del sangue volti a verificare il grado di funzionalità di altri organi correlati e il dosaggio dei peptidi natriuretici, ossia degli ormoni che regolano i liquidi circolanti nel corpo.

COME SI CURA

La terapia per lo scompenso cardiaco è principalmente farmacologica. In base alle caratteristiche della patologia e alla storia clinica del paziente, si potrà ricorrere a un trattamento con dei diuretici che contribuiscono all’eliminazione dei liquidi in eccesso accumulati dall’organismo e/o ACE inibitori, sartani e beta-bloccanti che riducono la pressione e migliorano nel tempo la funzionalità cardiaca.

In casi selezionati e come seconda scelta, possono essere utilizzati anche l’ivabradina e la digossina, utili a ridurre la frequenza cardiaca, o farmaci per correggere un eventuale deficit di ferro, i quali possono contribuire alla disfunzione muscolare e condurre ad anemia che peggiora lo scompenso cardiaco.

Come ultima opzione, in casi gravi selezionati secondo le linee guida internazionali, si potrà valutare anche l’opportunità di impiantare dei defibrillatori cardiaci (apparecchi in grado di rilevare un’aritmia maligna ed erogare una scarica elettrica che la interrompe immediatamente) o dei pacemaker anti-scompenso (dispositivi che inviano impulsi elettrici a entrambi i ventricoli per farli battere in maniera sincrona e migliorare la funzione di pompa del cuore).

PREVENZIONE

La migliore prevenzione per lo scompenso cardiaco è l’adozione di uno stile di vita sano, controllando soprattutto i fattori di rischio, come i livelli di colesterolo troppo elevati, e quelle condizioni cliniche fra cui ipertensione, diabete e obesità che possono provocarlo. Per salvaguardare il cuore è dunque opportuno:

  • smettere di fumare
  • seguire un’alimentazione equilibrata e varia, ricca di fibre, frutta e verdura, cereali integrali, legumi, pesce, carni bianche, e povera di grassi di origine animale (insaccati e formaggi), sale e dolciumi.
  • limitare l’assunzione di caffeina (non più di 1-2 caffè al giorno) e il consumo di alcol a non più di 2 bicchieri di vino al giorno per gli uomini e non più di uno per le donne
  • praticare regolare attività fisica, concordandola con il medico, eventualmente supportata anche da tecniche di rilassamento come lo yoga e la meditazione
  • monitorare costantemente la pressione arteriosa (registrando le misurazioni su un diario) e il peso, avvertendo subito il medico in caso di improvviso aumento (ad esempio 2 Kg in 2-3 giorni) e riducendolo in caso di sovrappeso o obesità
  • fare la vaccinazione antinfluenzale ogni anno
  • riservare al sonno e al riposo un numero adeguato di ore, evitando vita stressante e sbalzi termici repentini.

Consulenza: Roberto Meazza, responsabile del Centro Ipertensione, Fondazione Ca’ Granda, Milano

NOTA BENE: le informazioni in questa pagina non possono sostituire il parere e le spiegazioni del tuo medico

Ultimo aggiornamento:20.05.2025
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