Glossario delle malattie




Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Scompenso cardiaco

Scompenso cardiaco
 

CHE COS’È

Lo scompenso cardiaco è la condizione di incapacità del cuore a pompare quantità di sangue adeguate alle necessità dell'organismo, determinando l'accumulo di liquidi (acqua) a livello degli arti inferiori, dei polmoni e in altri tessuti.

Complice l'allungamento della vita media, è un problema in crescita. Si stima infatti che interessi all’incirca l’1-2 per cento della popolazione nei paesi occidentali, con tassi di mortalità ancora elevati nonostante siano migliorate le conoscenze e le terapie.

Lo scompenso è un problema anche italiano e riguarda circa seicentomila persone. Intorno ai 65 anni, rappresenta la prima causa di ricovero ospedaliero ma dopo questa soglia anagrafica, la frequenza raddoppia a ogni decade di età fino ad arrivare a punte anche del dieci per cento circa dopo i settant'anni.

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Sostieni la vita


Scegli la tua donazione

Importo che vuoi donare

CAUSE

Di norma lo scompenso insorge a seguito di altre malattie o condizioni che indeboliscono il cuore e/o rendono le sue camere troppo rigide per riempirsi di sangue e svolgere in maniera corretta la loro funzione di pompaggio. Nelle fasi iniziali di malattia, questa incapacità si manifesta solo a seguito di uno sforzo, ma mano a mano che lo scompenso cardiaco aumenta di gravità, le difficoltà tendono a comparire anche a riposo.

Tra le cause o conseguenze cliniche che più di frequente sono all’origine dello scompenso cardiaco vi sono la cardiopatia ischemica, le coronaropatie, l’ipertensione arteriosa, un pregresso infarto, alcune malattie congenite (presenti cioè fin dalla nascita) e il diabete.

A queste possono aggiungersi anche problematiche delle valvole cardiache, le aritmie, le malattie del pericardio e dell’endocardio. A seconda della modalità di insorgenza, esistono due tipologie di scompenso cardiaco: acuto, quando compare all’improvviso come risposta a un infarto o a una crisi ipertensiva ad esempio; o cronico se è la conseguenza di danni di varia natura accumulatisi nel lungo periodo.

Lo scompenso poi può interessare, senza differenza, o il ventricolo destro o il ventricolo sinistro con diversi limiti di funzionalità a seconda delle azioni e attività in cui i ventricoli sono implicati.

 

SINTOMI E SEGNI

I sintomi dell'insufficienza cardiaca non sono sempre chiari. Negli stadi più precoci, la problematica può addirittura restare asintomatica o presentare disturbi, quali l'affaticamento o la sensazione di "fame d'aria", che possono essere scambiati per segnali di invecchiamento.

Nella maggior parte dei casi, però, la congestione di fluidi nei tessuti genera quelli che sono i principali sintomi dello scompenso: difficoltà respiratorie, affanno, gonfiore a livello di piedi e gambe, carenza di energia e spossatezza, sonno disturbato per la carenza d’aria.

Ancora possono subentrare gonfiore addominale e perdita di appetito, tosse con espettorato "schiumoso" o catarro, aumento della minzione notturna, confusione, perdite di memoria quali conseguenze di una cattiva irrorazione del cervello.

 

DIAGNOSI

La presenza e l’intensità (gravità) dello scompenso viene determinata e definita con esami specifici. In particolare con un elettrocardiogramma (ECG), che dà informazioni sul ritmo cardiaco e sull’eventuale presenza di alterazioni della conduzione elettrica e con un ecocardiogramma che consente di valutare prima di tutto la performance del cuore e poi il funzionamento delle valvole cardiache e la presenza di possibili alterazioni del pericardio (calcificazioni, versamento e così via).

A questi, e su necessità, possono anche aggiungersi una radiografia del torace che consente di evidenziare segni di congestione o di edema polmonare ed alcuni esami del sangue che servono a verificare il grado di funzionalità di altri organi correlati e poi il dosaggio dei peptidi natriuretici, ossia degli ormoni che regolano i liquidi circolanti nel corpo.

 

COME SI CURA

La terapia per lo scompenso cardiaco è principalmente farmacologica. In base alle caratteristiche della patologia e alla storia clinica del paziente, si potrà ricorrere a un trattamento con dei diuretici che contribuiscono all’eliminazione dei liquidi in eccesso accumulati dall’organismo e/o ACE inibitori, sartani e beta-bloccanti che riducono la pressione e migliorano nel tempo la funzionalità cardiaca.

In casi selezionati e come seconda scelta, possono essere utilizzati anche l’ivabradina e la digossina, utili a ridurre la frequenza cardiaca o farmaci per correggere un eventuale deficit di ferro i quali possono contribuire alla disfunzione muscolare e condurre ad anemia che peggiora lo scompenso cardiaco.

Come ultima opzione, in casi gravi selezionati secondo le linee guida internazionali, si potrà valutare anche l’opportunità di impiantare dei defibrillatori cardiaci (apparecchi in grado di rilevare un’aritmia maligna ed erogare una scarica elettrica che la interrompe immediatamente) o dei pacemaker anti-scompenso (dispositivi che inviano impulsi elettrici a entrambi i ventricoli per farli battere in maniera sincrona e migliorare la funzione di pompa del cuore).

 

PREVENZIONE

La migliore prevenzione per lo scompenso cardiaco è l’adozione di uno stile di vita sano, controllando soprattutto i fattori di rischio, come i livelli di colesterolo troppo elevati, e quelle condizioni cliniche fra cui ipertensione, diabete, obesità che possono provocarlo. Per salvaguardare il cuore è dunque opportuno:

  • smettere di fumare
  • seguire un’alimentazione equilibrata e varia, ricca di fibre, frutta e verdura, cereali integrali, legumi, pesce, , carni bianche, e povera di grassi di origine animale (insaccati e formaggi), sale e dolciumi.
  • limitare l’assunzione di caffeina (non più di 1-2 caffè al giorno) e il consumo di alcool a non più di 2 bicchieri di vino al giorno per gli uomini e non più di uno per le donne
  • praticare regolare attività fisica, concordandola con il medico, eventualmente supportata anche da tecniche di rilassamento come lo yoga e la meditazione
  • monitorare costantemente la pressione arteriosa (registrando le misurazioni su un diario) e il peso, avvertendo subito il medico in caso di improvviso aumento (ad esempio 2 Kg in 2-3 giorni) e riducendolo in caso di sovrappeso o obesità
  • fare la vaccinazione antinfluenzale ogni anno
  • riservare al sonno e al riposo un numero adeguato di ore, evitando vita stressante e sbalzi termici repentini.

Testo di Francesca Morelli

Consulenza: Roberto Meazza, responsabile del Centro Ipertensione, Fondazione Ca’ Granda, Milano

NOTA BENE: le informazioni in questa pagina non possono sostituire il parere e le spiegazioni del tuo medico

Sostieni la ricerca scientifica d'eccellenza e il progresso delle scienze. Dona ora.

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Sostieni la vita


Scegli la tua donazione

Importo che vuoi donare


Articoli correlati


Iscriviti alla newsletter

TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

Torna a inizio pagina