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Tumore del colon-retto

Che cos’è il tumore del colon-retto
Il tumore del colon-retto interessa il tratto finale del tubo digerente e si sviluppa principalmente dalla trasformazione maligna di polipi adenomatosi, piccole escrescenze che si formano sulla mucosa intestinale. Non tutti i polipi si trasformano in tumori, ma quelli adenomatosi rappresentano lesioni precancerose. La diagnosi precoce avviene spesso tramite colonscopia, un esame che consente di individuare e rimuovere i polipi prima che evolvano in neoplasie.
Fattori di rischio e prevenzione
Il rischio di sviluppare il tumore del colon-retto è influenzato da fattori ambientali e comportamentali. Un’alimentazione ricca di carni rosse e processate e povera di fibre è stata associata a un aumento dell’incidenza della malattia. Fumo, alcol, obesità e sedentarietà rappresentano ulteriori fattori di rischio.
Anche la familiarità gioca un ruolo importante: in circa un caso su tre, la presenza di tumori colorettali in parenti stretti, soprattutto diagnosticati prima dei 50 anni, aumenta significativamente il rischio. Malattie infiammatorie intestinali croniche come la rettocolite ulcerosa o la malattia di Crohn, insieme a sindromi genetiche ereditarie come la poliposi adenomatosa familiare (FAP) e la sindrome di Lynch, possono anch’esse predisporre al tumore del colon-retto.
La prevenzione primaria si basa sull’adozione di uno stile di vita sano, che include una dieta equilibrata ricca di cereali integrali, legumi e verdura, una regolare attività fisica e la riduzione del consumo di carni rosse e processate e alcolici. Studi recenti suggeriscono che concentrazioni più alte nel sangue di vitamina D e un buon apporto di calcio possano essere associate a un minor rischio, ma la relazione causale di entrambi i fattori non è ancora definitivamente accertata e sono necessarie ulteriori conferme scientifiche.
Il programma di screening del colon-retto rappresenta uno strumento fondamentale per la diagnosi precoce. Consiste nella ricerca di sangue occulto nelle feci, seguita, in caso di positività, da una colonscopia. Questo approccio consente di individuare e rimuovere polipi sospetti come gli adenomi prima che si trasformino in carcinomi. I polipi sono infatti formazioni cellulari a crescita anomala che possono comparire sulla mucosa del colon, per lo più benigni, ma se derivano dalle cellule ghiandolari hanno maggior potenziale di evoluzione maligna.
In Italia, il Servizio sanitario nazionale offre gratuitamente questo screening alle persone tra i 50 e i 69 anni. In alcune Regioni è esteso fino ai 74 anni. Lo screening aumenta le probabilità di intercettare il tumore in stadi iniziali, migliorando significativamente l’efficacia delle cure riducendo la mortalità.
Sintomi
Nelle fasi iniziali, il tumore del colon-retto è spesso asintomatico. Quando presenti, i sintomi variano in base alla posizione e all’estensione del tumore. Tra i segnali più comuni vi sono sanguinamento rettale, rilevabile anche come tracce di sangue nelle feci, alterazioni del transito intestinale (stitichezza persistente alternata a diarrea), dolore addominale, anemia e perdita di peso inspiegabile.
Altri sintomi più vaghi, come stanchezza e mancanza di appetito, possono essere trascurati soprattutto dai pazienti più giovani. Nei casi avanzati, si possono verificare vere e proprie emorragie o ostruzioni intestinali che richiedono un intervento immediato.
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Diagnosi
La diagnosi del tumore del colon-retto si avvale di strumenti sempre più sofisticati. Il primo passo è una visita medica approfondita, durante la quale vengono analizzati i sintomi, la storia familiare e personale del paziente. Gli esami ematici possono includere la ricerca del marcatore tumorale carcino-embrionario (CEA), utile più per monitorare la progressione della malattia anche se talvolta può essere prescritto assieme ad altri esami come supporto alla diagnosi.
L’esame diagnostico principale è la colonscopia, che consente di visualizzare direttamente la mucosa intestinale, individuare eventuali lesioni e prelevare campioni per l’analisi istologica. Per valutare l’estensione del tumore e l’eventuale presenza di metastasi, si ricorre a tecniche di imaging come ecografia, tomografia computerizzata (TC) e risonanza magnetica (RM). L’analisi molecolare del tumore permette inoltre di definire la terapia più efficace, identificando alterazioni genetiche specifiche.
Come si cura
Il trattamento del tumore del colon-retto varia in base allo stadio della malattia e alle condizioni del paziente.
La chirurgia è il trattamento principale per i tumori localizzati. L’intervento consiste nella resezione della parte di colon o retto colpita, spesso associata alla rimozione dei linfonodi regionali. In alcuni casi, può essere necessaria una stomia, temporanea o permanente, per deviare il flusso intestinale. L’approccio laparoscopico (tecnica chirurgica meno invasiva con piccole incisioni) è sempre più diffuso, poiché consente un recupero più rapido e minori complicanze postoperatorie.
La chemioterapia può essere utilizzata sia prima (neoadiuvante) che dopo (adiuvante) l’intervento chirurgico. Nel primo caso, serve a ridurre le dimensioni del tumore per facilitarne la rimozione. Nel secondo, mira a distruggere eventuali cellule tumorali residue, riducendo il rischio di recidive.
La radioterapia trova applicazione soprattutto nei tumori del retto. Può essere somministrata prima della chirurgia per ridurre il tumore o dopo, per diminuire il rischio di recidiva. Nei casi di malattia avanzata, la radioterapia viene utilizzata per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita.
Gli anticorpi monoclonali, farmaci biologici che colpiscono specifici bersagli molecolari, rappresentano una delle terapie più avanzate. Agiscono bloccando i recettori che favoriscono la crescita e la proliferazione delle cellule tumorali, come l’EGFR e il VEGF. Questi trattamenti sono utilizzati in combinazione con la chemioterapia nei pazienti con tumore metastatico o recidivante.
Quanto è diffuso in Italia
Nel 2024 sono stimate circa 48.706 nuove diagnosi di tumore del colon-retto (27.473 tra gli uomini e 21.233 tra le donne). Nel 2022 i decessi stimati sono stati 24.200 (13.000 uomini e 11.200 donne). Il tasso di sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è del 65% tra gli uomini e del 66% tra le donne, con una probabilità di vivere ulteriori 4 anni condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi pari al 77% per gli uomini e 79% per le donne. Sono 442.600 le persone viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore del colon-retto.
[Dati AIOM - Associazione Italiana Oncologia Medica pubblicati in “I numeri del cancro in Italia - 2024”]
Le 5 domande più frequenti sul tumore del colon-retto
Stili di vita non sani possono aumentare il rischio, tra cui in particolare l’abitudine al fumo e all’alcol, dieta ricca di carni rosse e processate e povera di fibre e sedentarietà. Altri fattori influenti sono quelli genetici e le malattie infiammatorie croniche dell’intestino.
Adottando una dieta moderata e equilibrata, limitando carni rosse, evitando quelle processate, l’alcol e il fumo, praticando regolare esercizio fisico ee partecipando ai programmi di screening.
Alterazioni del transito intestinale, sangue nelle feci, dolore addominale, anemia e perdita di peso non spiegabile.
Un caso su tre è legato a una storia familiare di tumore del colon-retto, soprattutto con diagnosi in parenti di primo grado sotto i 50 anni.
Chirurgia, chemioterapia, radioterapia e terapie biologiche sono le principali opzioni, a seconda dello stadio della malattia.
NOTA BENE: Le informazioni contenute in questa pagina non sostituiscono il parere e le spiegazioni del tuo medico.