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Neuroscienze
Redazione
pubblicato il 23-04-2013

Lo psichiatra curi anche diabete e cuore



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I malati con disturbi psichici se hanno un disturbo fisico sono curati peggio. Vengono loro prescritte terapie insufficienti per problemi cardiovascolari o infettivi. Tocca allo specialista della mente – dice Giovanni B. Cassano- occuparsi anche della salute fisica del suo paziente, tornando a fare il medico in pieno

Lo psichiatra curi anche diabete e cuore

I malati con disturbi psichici se hanno un disturbo fisico sono curati peggio. Vengono loro prescritte terapie insufficienti per problemi cardiovascolari o infettivi. Tocca allo specialista della mente – dice Giovanni B. Cassano- occuparsi anche della salute fisica del suo paziente, tornando a fare il medico in pieno

I malati psichiatrici sono curati peggio degli altri quando hanno anche disturbi fisici quali problemi cardiovascolari, pressione alta, diabete, osteoporosi, artrite, cancro e Hiv. Di conseguenza, accade pure che per queste malattie muoiano prima degli altri.

La notizia viene da una ricerca pubblicata sul British Journal of Psychiatry da ricercatori dell’Università di Leicester che hanno ripercorso 61 studi già usciti, sotto la guida dello psichiatra Alex Mitchell. Il destino diseguale tra i due tipi di malati  sembra derivare per lo più da prescrizioni mediche differenti per casi analoghi, in genere insufficienti. «Probabilmente gli psichiatri non si sentono sicuri nel prescrivere una cura per problemi fisici», osserva Mitchell, «e, dall’altro lato, forse i vari medici e specialisti sono frenati dal timore di possibili interazioni delle loro cure con gli psicofarmaci».

VITA MIGLIORE, MA PIU’ BREVE - La ricerca dell’Università di Leicester non coglie di sorpresa lo psichiatra Giovanni B. Cassano, professore emerito dell’Università di Pisa. «Da tanti anni predichiamo che lo psichiatra torni a fare il medico, il medico completo, altrimenti, con tutti i nuovi psicofarmaci, rendiamo sì ai nostri pazienti la vita migliore, ma di durata inferiore agli altri con la stessa patologia fisica. Lo stesso diabete, la stessa obesità, l’identico problema cardiovascolare o infettivo...».

“Colpa” dei medici della mente e non dei medici della salute fisica? Sì, una parte di responsabilità va anche a loro, ammette Cassano, tendono a trascurare questi pazienti “tanto ci pensa lo psichiatra che l’ha in cura”. Poi gioca il fatto che i malati schizofrenici o super depressi o ipocondriaci sono difficili, frustranti per lo specialista di medicina generale, perché non dicono tutto, non si attengono alle prescrizioni, quindi richiederebbero visite più approfondite degli altri, e più lunghe.

DA SPECIALISTA A MEDICO - «Se gravi, i malati psichiatrici hanno meno consapevolezza della malattia, quindi non chiedono aiuto. Accade così che già la diagnosi di un disturbo fisico venga posta in ritardo. A questo si aggiunga che lo schizofrenico o il bipolare non seguono norme alimentari, sballano gli orari, non  prendono le medicine o le prendono quando pare a loro, se devono farsi l’insulina non hanno alcuna regolarità, facilmente fanno abuso di fumo o di alcol o altre sostanze, passano la notte svegli e il giorno a letto…».

Un disordine che, si capisce, demotiva molti medici, di famiglia o superspecialisti. Ma non è a loro che Giovanni B. Cassano fa principalmente appello. «E’ compito degli psichiatri – afferma e ribadisce – esplorare approfonditamente tutte le malattie fisiche dei pazienti e valutare in dettaglio le terapie fisiche da prescrivere insieme a quelle per una psicosi o un’ossessione. Lo psichiatra deve tornare pienamente medico: è una svolta significativa della psichiatria che in America è già fattiva».

Per dare la misura di quanto il disturbo psichiatrico possa influire pesantemente sul decorso di un disturbo fisico il professor Cassano fa due pietosi esempi. Accade che alcuni malati muoiano di appendicite perché non chiedono aiuto, quindi scoppia la peritonite, è accaduto che un paziente sia morto di polmonite perché “costretto” in casa, senza poter uscire, da una violenta depressione.

Serena Zoli


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