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Ipertensione

Ipertensione

Secondo i dati diffusi dalla SIIA (Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa), circa 15 milioni di italiani soffrono di ipertensione arteriosa, ma solo la metà delle persone ne è consapevole. In media ne sono affetti all’incirca il 33% degli uomini e il 31% delle donne, di cui rispettivamente il 19% e il 14% in condizione di rischio. Ovvero con valori pressori ben oltre la norma. Quando la pressione si definisce alta? Quali sono le cause che possono determinarne l’insorgenza e soprattutto è possibile prevenire o evitare l’ipertensione? Ecco cosa dicono gli esperti:

 

PRESSIONE E IPERTENSIONE

Non è possibile stabilire dei valori di pressione ideali, ossia uguali per tutta la popolazione. La pressione infatti può subire delle variazioni in relazione al sesso, all'età, al peso corporeo, all'etnia della persona ma anche all'apparecchio utilizzato, all'ora del giorno, allo stato psicofisico e di salute generale in cui viene misurata. Tenuto conto di queste possibili condizioni di variabilità, in età adulta si ritiene ideale una pressione contenuta fra 115-130 mmHg nei valori massimi (pressione sistolica) e fra 75-85 mmHg nei valori minimi (pressione diastolica). Valori eccedenti queste soglie determineranno quindi una condizione ancora di normalità ma meritevole di attenzione e periodiche misurazioni (valori normali-alti secondo le attuali linee guida). Possiamo parlare invece di ipertensione quando la pressione massima sarà superiore ai 140 mmHg e la minima ai 90 mmHg: valori che consentono di definire una persona è ipertesa. La pressione arteriosa diventa poi a rischio laddove i parametri si elevano ulteriormente. Sono le pulsazioni del cuore unite alle resistenze periferiche che determinano la pressione: in condizioni di normalità il muscolo cardiaco esercita una spinta sufficiente a far scorrere il sangue in tutto il corpo la quale però, in caso di ipertensione, deve essere decisamente superiore alle normali esigenze dell'organismo. Questo perché il cuore deve faticare molto di più per mettere il sangue in circolo e lo sforzo è tale che, alla lunga, può portare anche al danneggiamento dei vasi arteriosi, a cominciare dalle arteriole più piccole.

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

 

DIAGNOSI

La diagnosi di ipertensione si basa sulla misurazione della pressione arteriosa, eseguita dal medico  con uno sfigmomanometro a mercurio, un apparecchio apposito (professionale) ideato dall’italiano Riva-Rocci poco più di un secolo fa. Esso è composto da un bracciale di gomma collegato da un lato ad una piccola pompa a mano, dall’altro ad un manometro a colonna di mercurio. Esistono però anche apparecchi automatici che permettono un'auto-misurazione e che possono essere utilizzati più facilmente dalla persona stessa per tenere sotto controllo la pressione anche al proprio domicilio.

 

CAUSE

Solo nel 5% dei casi, l’ipertensione è correlata a condizioni cliniche preesistenti come ad esempio particolari patologie renali, i disturbi ormonali, le patologie congenite, l’aterosclerosi o l’uso sostanze ad azione ipertensiva (farmaci, alcol, liquirizia). Nel restante 95% dei casi, invece, non vi è una unica causa accertabile. Esistono però delle condizioni o dei fattori di rischio che possono predisporre allo sviluppo di ipertensione: fra questi l'età, il fumo di sigaretta, l'eccesso di peso corporeo, la sedentarietà, l’ipercolesterolemia (livelli elevati di grassi nel sangue), il diabete, lo stress e la familiarità.

 

SINTOMI

Nella maggior parte dei casi l’ipertensione è asintomatica. Questo significa che non dà disturbi specifici e che molti pazienti possono convivere bene e a lungo con la pressione alta senza saperlo. Solo di rado l’ipertensione si manifesta con palpitazioni, vertigini, cefalea, nervosismo, stanchezza, ronzii, fosfeni (lampi di luce) e altri disturbi visivi.

 

TERAPIA

L'ipertensione arteriosa, se diagnosticata precocemente o è di lieve entità, può essere inizialmente trattata senza farmaci e correggendo soltanto alcune abitudini correlate allo stile di vita: quali la dieta, che oltre ad essere sana e bilanciata, deve anche prevedere la riduzione del consumo di sale e caffè; l’abolizione del fumo; la riduzione o l'eliminazione degli alcolici, la pratica di una regolare attività fisica aerobica (passeggiate, nuoto, bici). Laddove necessario o in caso di ipertensione moderata o grave, la correzione delle abitudini alimentari e di stile di vita, deve essere associata anche a una terapia farmacologica. Questa, dietro prescrizione medica, può prevedere il ricorso a diuretici, beta-bloccanti, ACE-inibitori, calcio-antagonisti, antagonisti del recettore dell’angiotensina II che possono essere utilizzati da soli o in combinazione, modulando le modalità di trattamento da caso a caso.

 

PREVENZIONE

L’ipertensione arteriosa può essere generata dall’effetto combinato di fattori genetici ereditari (figli di ipertesi hanno maggiore probabilità di sviluppare l’ipertensione rispetto ai figli dei normotesi) e di fattori ambientali, come lo stress, l’eccessiva introduzione di sale e l’obesità. Ad oggi, sono state identificate alcune forme di ipertensione arteriosa su base genetica, la cui bassa prevalenza nella popolazione tuttavia non giustifica uno screening genetico esteso. Nella maggior parte dei casi, come è stato chiarito, l’ipertensione arteriosa è invece dovuta ad abitudini di vita non corrette. Fin da giovani è consigliabile, quindi, mantenere la pressione arteriosa a livelli desiderabili e seguire alcuni semplici comportamenti che possono essere riassunti in dieci regole d’oro:

  1. Perdere i chili di troppo. La pressione arteriosa spesso aumenta di pari passo con il peso. Quindi mantenere uno stato di buona forma fisica, o laddove necessario dimagrire, significa anche rendere più efficaci i farmaci contro l'ipertensione qualora sia in corso un trattamento specifico. L’indicazione è di tenere soprattutto sotto controllo il girovita: per l’uomo non deve superare i 100 centimetri e per la donna gli 85 cm. Oltre questi limiti si va incontro ad un più alto rischio di ipertensione.
  2. Fare esercizio fisico. Quantificabile in un tempo compreso fra la mezz'ora e un'ora al giorno per più giorni a settimana, con attività che possono variare dalla camminata, al fare le scale, a qualche esercizio con i pesi, a un giro in bicicletta. Inoltre, l'attività fisica svolge una funzione preventiva in caso di tendenza alla pressione alta, allontanando il rischio che diventi condizione di ipertensione vera e propria.
  3. Seguire una dieta sana. Per tenere sotto controllo il peso corporeo, la prima regola è limitare il consumo di grassi, a favore anche del mantenimento entro parametri più adeguati i livelli di colesterolo nel sangue. Cereali integrali, legumi, verdura, frutta e frutta secca sono i cibi consigliati nella dieta quotidiana contro l’ipertensione. È poi fondamentale ridurre l’apporto di condimenti di origine animale (burro, panna) a favore dell’olio extra vergine di oliva o dell’uso di aglio, cipolla e spezie per insaporire le pietanze.
  4. Ridurre il sale. Anche una riduzione minima può apportare significativi benefici alla pressione. Il consumo di sale (sodio) quotidiano non deve superare i 5 gr al giorno, pari a un cucchiaino, facendo attenzione anche a quello ‘nascosto’ negli alimenti. Vanno quindi ridotti i cibi pronti, quasi sempre ricchi di sodio, i dadi da brodo, i formaggi stagionati, i salumi e gli alimenti conservati.
  5. Limitare alcol e alcolici. Meno è meglio è. Il limite da non superare è di un'unità alcolica (un bicchiere) al giorno per le donne e per gli uomini over 65 e di due unità alcoliche (due bicchieri) per gli uomini sotto i 65 anni. In alternativa possono essere consumate anche una birra piccola (350 ml) o un bicchierino di liquore (45 ml). Fare gli astemi dal lunedì al venerdì e ingerire tutto il quantitativo alcolico (4 o 5 drink nel week-end) non è consigliato, anzi può addirittura causare improvvisi sbalzi di pressione.
  6. Niente fumo. Il fumo è nemico anche della pressione e induce l’innalzamento dei valori pressori. È da evitare anche il fumo passivo.
  7. Limitare il numero di caffè. È ancora allo studio l'effetto della caffeina sulla pressione. Per stabilire quanto la caffeina faccia male a chi soffre di pressione alta, il consiglio è di misurarla 30 minuti dopo aver bevuto un caffè o una bibita con caffeina. Se aumenta di 5-10 punti, meglio limitarne il consumo.
  8. Ridurre i fattori di stress. Stress e ansia possono temporaneamente alzare la pressione. Se non è possibile eliminare tutti i fattori scatenanti, è bene concedersi delle pause di relax e qualche esercizio di respirazione, ricorrendo anche allo yoga, alla meditazione o a dei massaggi che possono allentare tensioni neuromuscolari.
  9. Monitorare la pressione. Regolarmente attraverso automisurazioni e periodici controlli medici specialistici.
  10. Un aiuto da amici e parenti. Per seguire uno stile di vita più sano e prendersi meglio cura di se stessi, è utile coinvolgere i famigliari nel raggiungimento del proprio obiettivo o dei ‘buoni’ propositi. Come da esempio, svolgendo l’attività sportiva in compagnia.

 

Testo di Francesca Morelli

Consulenza: Roberto Meazza, responsabile del Centro Ipertensione, Fondazione Policlinico Ca’ Granda, Milano

NOTA BENE: le informazioni in questa pagina non possono sostituire il parere e le spiegazioni del tuo medico

 

LEGGI ANCHE: Le risposte veloci alle domande più frequenti sull'ipertensione

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