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Fumo
Donatella Barus
pubblicato il 27-05-2025

Alzare di molto il prezzo del tabacco? Sei italiani su dieci favorevoli



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Fondazione Veronesi e AIOM tornano a chiedere un aumento consistente delle accise sul tabacco. AstraRicerche ha chiesto a un campione di italiani che cosa ne pensano e un'analisi CERGAS Bocconi descrive che cosa sta succedendo in Paesi che il prezzo l'hanno aumentato, con coraggio

Alzare di molto il prezzo del tabacco? Sei italiani su dieci favorevoli

Aumentare la tassazione sul tabacco per ridurre i consumi e proteggere la salute delle persone? È la misura ritenuta fra le più efficaci e sostenibili dalle organizzazioni scientifiche e sanitarie che si occupano di prevenzione, ma resta molto discussa, in genere maneggiata con molta timidezza dalla politica, che si interroga sulle ripercussioni economiche e sul dissenso dell'opinione pubblica.

Così, in questi anni si sono susseguiti piccoli aumenti di prezzo sui pacchetti delle sigarette, che hanno spostato di poco o nulla i consumi e i rendimenti dell'industria. Nel mentre, in Italia contiamo circa 90.000 morti l’anno e 24 miliardi di costi diretti e indiretti dovuti al fumo, che resta la principale causa di morte evitabile per tumore.

Da tempo Fondazione Veronesi promuove il confronto politico e la ricerca sul tema, e quest'anno insieme ad AIOM, la società scientifica che riunisce gli oncologi italiani, diffonde dati importanti su che cosa succede in altri Paesi che hanno messo in pratica misure più incisive delle nostre e di che cosa pensano gli italiani del fumo e del prezzo come leva di prevenzione. I dati provengono da un progetto di ricerca triennale affidato da Fondazione Veronesi al Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale (CERGAS) di SDA Bocconi School of Management e da un'indagine condotta da AstraRicerche per Fondazione Veronesi.

Che cosa si è visto? Che in Italia il tema non scandalizza quasi nessuno, che si può parlare di prezzo e di aumento delle accise ad una cittadinanza preparata, per la maggior parte composta da non fumatori (o ex) e perfino ai fumatori. Il 60% degli italiani intervistati sarebbe favorevole ad un aumento consistente del prezzo. Intanto, oltre confine, in Francia e Irlanda con pacchetti da 11 a 15 euro, calano fumo giovanile e vendite e non si vede all'orizzonte nessun boom di commercio illegale. Ecco qui di seguito il comunicato congiunto diffuso oggi da Fondazione Veronesi e AIOM, Associazione Italiana di Oncologia Medica

 

FRANCIA E IRLANDA: PREZZI ALTI, FUMO IN CALO

Mentre in Italia il prezzo medio di un pacchetto da 20 sigarette supera di poco i 5 euro, con incrementi minimi negli ultimi anni, in Francia è passato da 7,05 euro nel 2017 a quasi 11 euro nel 2023, con l’obiettivo di arrivare a 13 euro entro il 2027. In parallelo, il Paese ha osservato un calo significativo del consumo di tabacco, soprattutto tra i giovani: in soli 5 anni, tra il 2017 e il 2022, la quota di fumatori quotidiani tra i diciassettenni francesi è scesa dal 25,1% al 15,6%. In Irlanda, dove in seguito a una politica di aumenti intrapresa nel 2015 un pacchetto costa oggi oltre 15 euro, la percentuale di fumatori è scesa dal 23% al 18% tra il 2015 e il 2021.

Francia e Irlanda hanno adottato strategie fiscali ambiziose per contrastare il tabagismo, con prezzi delle sigarette tra i più alti in Europa. Negli ultimi anni, entrambi i Paesi hanno ottenuto riduzioni significative nel consumo di prodotti del tabacco, controbilanciate però da un aumento nell’utilizzo delle sigarette elettroniche. Emerge quindi l’importanza di una politica fiscale guidata da obiettivi di salute pubblica, e integrata da misure di educazione, prevenzione e trattamento, per creare la prima generazione libera dal tabacco” – dichiara Amelia Compagni, Direttrice del Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale (CERGAS) di SDA Bocconi School of Management, e Professoressa Associata presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università Bocconi.

 

ANCHE IN ITALIA CRESCE IL CONSENSO PER UNA TASSAZIONE PIÙ INCISIVA

Secondo un’indagine AstraRicerche su un campione rappresentativo di oltre mille adulti italiani (18-65 anni), condotta nel mese di aprile 2025, più della metà degli italiani riconosce che una tassazione più elevata sul tabacco aiuta a prevenire l’iniziazione, ridurre il consumo e favorire la cessazione. Il 60% degli intervistati si dichiara favorevole a un aumento deciso delle tasse, e la maggioranza che punti almeno a raddoppiare il prezzo del pacchetto, portandolo a 11-12 euro o più in un breve lasso di tempo, come già avviene in altri Paesi europei. Solo il 20% sarebbe sfavorevole.

Queste percentuali non cambiano se la misura includesse anche le sigarette elettroniche. Inoltre, se il prezzo del pacchetto di sigarette raddoppiasse, quasi un terzo delle persone dichiara che smetterebbe, mentre un altro terzo calerebbe i consumi: al contempo, non aumenterebbe la propensione all’acquisto di tabacco da fonti illegali come il contrabbando.

 

FISCALITÀ, EDUCAZIONE, SUPPORTO

Gli italiani chiedono anche un impiego mirato delle risorse fiscali raccolte: la maggioranza vorrebbe destinarle a educazione scolastica, prevenzione delle malattie fumo-correlate e servizi di disassuefazione dal fumo. L’esperienza internazionale e l’opinione pubblica convergono su un punto chiave: è urgente adottare una strategia integrata che combini leva fiscale, educazione, campagne informative, rispetto dei divieti, monitoraggio del mercato e supporto per chi vuole smettere.

 

IL PESO DEL FUMO SULLA SALUTE

Il tabacco è la principale causa prevenibile di malattia e morte nel mondo. L’OMS stima 8 milioni di vittime all’anno, di cui 1,2 milioni di non fumatori esposti al fumo passivo. In Europa, si contano circa 700.000 morti l’anno attribuibili al tabacco, di cui oltre 90.000 in Italia, quasi la metà per tumori. Si stima che i costi diretti e indiretti dovuti al tabagismo tocchino i 24 miliardi di euro l’anno nel nostro Paese (dati Tobaccoatlas 2025).

Il fumo, inoltre, aggrava le disuguaglianze socioeconomiche, colpendo più duramente chi ha meno risorse per difendersi dalla promozione del tabacco, per accedere alla diagnosi precoce o alle cure.

Fondazione Umberto Veronesi rilancia con forza l’appello alle istituzioni italiane affinché l’Italia adotti misure fiscali più coraggiose e lungimiranti. “L’uso di tabacco è responsabile di circa l’85% dei decessi per tumore del polmone, dei bronchi e della trachea. A fronte di questi danni risaputi, l’Italia è rimasta indietro nella politica di lotta al tabagismo nel panorama internazionale secondo i criteri dell’OMS. Le evidenze ci sono e sono chiare: alzare le tasse sul tabacco significa ridurre i consumi e prevenire malattie e decessi evitabili. Liberare risorse utili per il Sistema Sanitario Nazionale” – dichiara Giulia Veronesi, Direttore Chirurgia Toracica Ospedale San Raffaele, Professore Ordinario Università Vita e Salute San Raffaele di Milano e Membro del Comitato di Lotta al Fumo di Fondazione Umberto Veronesi ETS.

“L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) è fortemente impegnata nella promozione della prevenzione primaria e secondaria del cancro. Agli stili di vita scorretti, e tra questi prima di tutto il fumo di sigaretta, si attribuisce circa il 40% delle diagnosi di cancro, che in Italia si stimano nell’ordine di 390.000 all’anno, oltre 1000 al giorno. Per questo motivo AIOM si è schierata a favore della campagna per ottenere dal Governo un drastico aumento delle accise sul tabacco, forse l’unica strategia che abbia dimostrato di ridurre in maniera efficace il numero di fumatori, come dimostrato dai dati CERGAS, con innegabili vantaggi per la salute dei cittadini. E, non ultimo, con notevoli risparmi per il SSN a cui si potrebbero anche destinare i ricavi derivanti dall’aumento delle accise” – commenta Francesco Perrone, Presidente AIOM.

 

IL WORLD NO TOBACCO DAY

Il 31 maggio, in tutto il mondo si celebra il World No Tobacco Day, istituito dall’OMS per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli del fumo e promuovere politiche efficaci di controllo. Il tema del 2025 – “Unmasking the Appeal” – punta a smascherare le strategie dell’industria del tabacco che, attraverso marketing, packaging e lobbying, continua a rendere “attraente” un prodotto letale.

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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