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Ginecologia
Caterina Fazion
pubblicato il 23-05-2025

L’endometriosi influisce sulla fertilità femminile?



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Dolore, cisti, aderenze e diagnosi tardive possono rendere difficoltoso, ma non impossibile, l’instaurarsi di una gravidanza. La parola all’esperto per sciogliere i dubbi più importanti su endometriosi e fertilità

L’endometriosi influisce sulla fertilità femminile?

L’endometriosi è una patologia complessa che può incidere in vari modi sulla fertilità femminile. Caratterizzata dalla presenza di endometrio, tessuto che tipicamente riveste l’utero, in sedi extrauterine come ovaie, intestino o vagina, porta a una reazione infiammatoria a carico di pelvi e addome.

Per rispondere alle domande più frequenti su endometriosi e fertilità, e per capire come proteggere la salute riproduttiva, abbiamo intervistato il professor Edgardo Somigliana, Direttore dell’Unità di Procreazione Medicalmente Assistita presso il Policlinico di Milano e professore ordinario all’Università degli Studi di Milano.


In che modo l'endometriosi può influenzare la fertilità di una donna?

L’endometriosi può influenzare la fertilità in maniera diretta perché provoca infiammazione nella zona pelvica, dove avvengono ovulazione, raccolta dell’ovocita da parte della tuba e fecondazione. L’ambiente infiammato può rendere questi passaggi più difficili. Inoltre, l’endometriosi può causare aderenze, ovvero tessuto cicatriziale che lega tra loro organi come ovaie, tube e utero. Le tube devono essere mobili per raccogliere l’ovocita, far passare gli spermatozoi e trasportare l’embrione: le aderenze ostacolano questi movimenti, creando problemi alla fertilità.

Non è chiaro se l’endometriosi influisca sull’impianto dell’embrione, ma i dati dalla fecondazione in vitro mostrano che il tasso di impianto è buono, quindi probabilmente l’effetto negativo è limitato. Inoltre, l’endometriosi spesso si associa ad altre patologie come adenomiosi, fibromi e polipi endometriali, che possono anch’esse compromettere la fertilità.

Qual è il ruolo delle cisti ovariche nel concepimento?

Le cisti ovariche endometriosiche non influenzano in modo diretto la qualità degli ovociti ma spesso, quando molto grandi, vengono rimosse chirurgicamente, e questo può danneggiare l’ovaio, riducendo la riserva ovarica. Se una donna riesce a concepire naturalmente, questo danno può non essere rilevante, ma in caso di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), una riserva ovarica ridotta comporta una risposta inferiore alla stimolazione ormonale e quindi meno ovociti disponibili e minori possibilità di successo.

La qualità di vita delle pazienti influenza la fertilità?

L’endometriosi severa può compromettere profondamente la vita sociale e quotidiana delle donne, influenzando le relazioni e la sessualità. Il dolore durante i rapporti può renderli poco frequenti o addirittura impossibili, riducendo così le probabilità di concepimento naturale. Nei centri di fecondazione assistita si presentano più spesso donne con forme meno gravi di endometriosi, non perché le forme severe non causino infertilità, ma perché queste ultime spesso sottraggono la forza e il desiderio di cercare una gravidanza.

Una volta avviata la gravidanza, l’endometriosi continua a rappresentare un rischio?

In gravidanza l’endometriosi può causare qualche problema, come ad esempio un aumento del rischio di placenta previa. Si tratta di una condizione in cui la placenta si impianta troppo in basso nell’utero, arrivando a coprire in parte o del tutto il collo dell’utero, che rappresenta l’uscita naturale per il parto. Può essere una complicanza importante sia per la mamma sia per il bambino. Esistono anche, seppur rarissimi, casi di emorragia spontanea da noduli endometriosici. Sono situazioni gravi, ma molto poco frequenti.

Quante donne con endometriosi riescono a concepire naturalmente?

Circa la metà delle donne con endometriosi concepisce naturalmente, l’altra metà ha bisogno di aiuto. L’endometriosi ha un decorso progressivo ma imprevedibile, quindi la diagnosi precoce è cruciale. Se anche solo si sospetta l’endometriosi, si può iniziare una terapia con pillola o farmaci simili, che riducono il dolore e "congelano" la malattia, impedendone un peggioramento.

Se la malattia viene lasciata libera di progredire, può causare dolore, comparsa di cisti e necessità di interventi chirurgici che, come detto, possono danneggiare l’ovaio.

Quali sono i segnali da non sottovalutare?

Il dolore mestruale molto forte è sicuramente il sintomo chiave. Attenzione però, non tutte le ragazze con dolori mestruali hanno endometriosi. Altri segnali sono dolori durante i rapporti, dolore pelvico cronico e disturbi gastrointestinali durante il ciclo, come gonfiore o dolore all’evacuazione.

Cosa fare una volta diagnosticata l’endometriosi?

Nel caso dell’endometriosi, a differenza delle malattie oncologiche, non è necessario confermare la diagnosi per agire. Se arriva in ambulatorio una ragazza con dolori mestruali forti, anche se non si vede nulla all’ecografia, si può comunque iniziare una terapia. Il beneficio clinico, anche in termini di qualità di vita e futura fertilità, è enorme. La pillola, pur non guarendola, tiene sotto controllo la malattia. Non iniziarla o smetterla senza motivo è un rischio inutile che espone a peggioramento e sofferenza. Se invece si sospende la terapia per cercare una gravidanza è comprensibile: c’è un rischio di recidiva, ma è affrontabile per un validissimo motivo.

Con una diagnosi di endometriosi il congelamento degli ovociti è consigliato?

Molti esperti, in caso di endometriosi, consigliano di considerare il congelamento degli ovociti anche in giovane età, prima che si presentino complicazioni o si renda necessaria la chirurgia ovarica che riduce la riserva ovarica. Tuttavia, suggerire il congelamento ovocitario a tutte è complesso: parliamo di numeri molto alti – si ritiene che in Italia circa 650mila donne tra i 15 e i 50 anni ne siano colpite – e di costi elevati per il sistema sanitario.

Inoltre, congelare ovociti non dà la garanzia di avere un figlio. Le percentuali di successo sono attorno al 30–40% per ciclo. Il rischio è di creare un’illusione di controllo, pensando di avere una soluzione certa, quando invece non è così. Diverso è per le pazienti oncologiche, dove le probabilità naturali si azzerano: in quel caso, il congelamento rappresenta un'opportunità concreta.

L’endometriosi aumenta il rischio di cancro?

L’unico rischio leggermente aumentato è quello del tumore ovarico, ma resta comunque raro, specialmente in età fertile. In caso di doppia diagnosi (vale a dire una diagnosi di tumore in paziente affetta da endometriosi), l’obiettivo rimane la preservazione della fertilità. Congelare gli ovociti prima dei trattamenti oncologici che compromettono la fertilità è dunque prioritario.

Cosa manca oggi nella gestione dell’endometriosi?

Negli ultimi anni ci sono stati enormi progressi. L’endometriosi è finalmente entrata nel gergo comune e viene trattata con maggiore coscienza. Il prossimo passo è culturale, ovvero smettere di considerare normale il dolore mestruale. Fino a pochi decenni fa, le donne avevano poche mestruazioni nel corso della loro vita. Oggi, tra pubertà precoce e posticipo della maternità, una donna può avere 300-400 cicli mestruali, ed è in questo nuovo contesto che patologie come l’endometriosi si sviluppano e pesano maggiormente. Dobbiamo superare il pregiudizio verso la pillola e capire che prescriverla a una ragazza di 14 anni che soffre non è un’esagerazione, ma un intervento utile e protettivo per la sua salute e per la sua qualità di vita.

Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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