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Alimentazione
Fabio Di Todaro
pubblicato il 17-04-2013

Energy drink: quando diventano pericolosi



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Una recente indagine dell’Autorità europea sulla sicurezza alimentare ha evidenziato gli alti consumi tra gli adolescenti. Gli eccessi provocano alterazioni del ritmo cardiaco, ansia e sottovalutazione dello stato di ebbrezza

Energy drink: quando diventano pericolosi

Una recente indagine dell’Autorità europea sulla sicurezza alimentare ha evidenziato gli alti consumi tra gli adolescenti. Gli eccessi provocano alterazioni del ritmo cardiaco, ansia e sottovalutazione dello stato di ebbrezza

Ne bevono maggiori quantità gli adolescenti: tra gli 11 e i 18 anni. Ma in quanto a bevande energetiche, non si risparmiano nemmeno i bambini. A confermare la tendenza è l’Efsa, (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) attraverso uno studio statistico commissionato al Consorzio Nomisma-Areté allo scopo di analizzare i consumi europei di queste bevande. Si è trattato della prima ricerca che ha valutato anche l’esposizione di bambini e adolescenti a tre particolari ingredienti presenti in tutti gli energy drink: caffeina, taurina e D-glucuronolattone.

OCCORRE PRUDENZA

Lo studio ha preso in considerazione un campione europeo, ma in Italia i numeri sono leggermente più bassi. Il dato, però conferma quanto già sostenuto da precedenti pubblicazioni: gli adolescenti sono i più avvezzi al consumo di energy drink, analcolici contenenti zuccheri e sostanze eccitanti, principalmente caffeina. «Si tratta di bevande che agiscono a livello del sistema nervoso centrale: aumentano il tono dell’umore e lo stato di veglia. Di per sé non sono pericolose, a patto che i consumi siano moderati», spiega Andrea Ghiselli, medico nutrizionista dell’Inran, l’istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione. «La caffeina riduce la fatica muscolare, ma è un aspetto che non riguarda gli amatori. Chi va in palestra tre volte alla settimana non deve consumare queste bevande per avvertire meno la stanchezza». Una lattina da 250 millilitri di energy drink contiene la dose di caffeina equivalente a una tazzina di espresso: 80 milligrammi, un quinto della introito quotidiano raccomandato per un uomo di settanta chili. È questo il motivo per cui sono vietati ai bambini entro i tre anni e si consiglia prudenza nella prima decade di vita. Il peso ridotto e la difficoltà a metabolizzare la sostanza amplificano gli effetti della caffeina: tachicardia, palpitazioni e insonnia. Le precauzioni valgono anche per le donne in gravidanza e gli anziani.


NO AL MIX CON L’ALCOL

Gli adolescenti sono i più a rischio, perché vivono nell’età in cui prendono confidenza con gli alcolici. Proprio il mix tra questi e gli energy drink è da evitare. «Il consumo combinato è associato a un più rapido assorbimento dell’alcol a livello del piccolo intestino e dello svuotamento gastrico, che determinano un aumento dell’alcolemia. In questi casi si può avere il mascheramento degli effetti depressivi dell’alcol che porta il consumatore a sottovalutare il proprio stato di ebbrezza e a esporsi maggiormente a eventi traumatici, violenti o incidenti alla guida», sostiene Gian Vincenzo Zuccotti, ordinario di pediatria e direttore del centro universitario per la ricerca nutrizionale dell’università degli studi di Milano. «L’elevato contenuto di zuccheri degli energy drink si associa anche a un potenziale cariogeno ed erosivo a livello dentale». 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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