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Neuroscienze
Fabio Di Todaro
pubblicato il 09-10-2013

L'emicrania può modificare la struttura del cervello



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Questa la conclusione di una recente revisione degli studi pubblicata su Neurology. I ricercatori: "Quando compaiono delle lesioni da emicrania non bisogna sottovalutare i controlli"

L'emicrania può modificare la struttura del cervello
 

Fastidiosa lo è sempre, al punto da costituire una delle patologie con i più alti costi sociali, soprattutto nei Paesi del Nord Europa. Ma che l’emicrania, caratterizzata dal mal di testa lancinante in grado di colpire adulti e bambini, potesse portare modificazioni anatomiche del cervello, è una conclusione a cui erano arrivati già alcuni studi, di cui spesso però si ignorava l’esistenza.


LA CONFERMA

Oggi, dopo un’ampia revisione degli studi pubblicata sulla rivista Neurology, non sembrano esserci più dubbi. Secondo i ricercatori chi soffre di emicrania, con o senza aura, nei test di imaging mostra cambiamenti nella struttura del cervello. La metanalisi, infatti, ha mostrato come chi accusa frequenti mal di testa può arrivare a sviluppare anomalie nella sostanza bianca cerebrale che somigliano a piccoli ictus, oltre ad alcuni cambiamenti nel volume delle aree del loro cervello. «Il significato clinico di questi cambiamenti è poco chiaro - sostiene Messoud Ashina, professore associato e direttore del programma di ricerca sull’emicrania del Danish Headache Center e Glostrup Hospital di Copenhagen -. Non si sa bene come e perché si sviluppino queste lesioni, che cosa siano e quali conseguenze nel lungo periodo possano causare in chi soffre di emicrania. Il paziente non deve oltremodo preoccuparsi, ma è giusto raccomandare un controllo e un trattamento costante dei sintomi dell’emicrania».

CERVELLETTO ESPOSTO 

L’emicrania, dunque, rischia di lasciare il segno a lungo termine, oltre a rappresentare un enorme ostacolo alla vita di tutti i giorni. Diverse pubblicazioni, nell’ultimo decennio, hanno evidenziato alla risonanza magnetica aree di lesione cerebrale più diffuse nei soggetti affetti da emicrania. Dalla revisione degli studi è emerso come il cervelletto sia l’area più esposta al rischio di lesioni permanenti. Interessanti anche le modificazioni riscontrate a livello della sostanza grigia (l’insieme dei neuroni) e della sostanza bianca (composta dai fasci rivestiti dalla mielina). Sebbene occorrano altri studi per accertare la solidità dell’ipotesi, i ricercatori pensano che queste variazioni - per eccesso o per difetto, si è visto che possono essere presenti entrambe, a seconda delle aree interessate - possano essere la conseguenza di una frequente complicazione dell’emicrania.

 

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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