Chiudi

Covid-19: a scuola con le finestre aperte

Far arieggiare le classi ogni ora per ridurre la trasmissione del coronavirus nelle scuole

Covid-19: a scuola con le finestre aperte

L’inizio dell'anno scolastico 2020-21 è tema di preoccupazione delle famiglie, ansia dei bambini e dei ragazzi, discussione tra i tecnici e forte dibattito politico. La scuola riapre «in sicurezza» attraverso la comprensione e la consapevolezza dei rischi per la salute pubblica, come si legge nel rapporto dell’Istituto Superiore di Sanita dal titolo «Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia». Ma la scommessa per il nostro Paese è grande: si riuscirà a mantenere sotto controllo l’epidemia attraverso le misure (anche rigide) che sono state scelte? Il numero di casi sarà limitato in modo da garantire il funzionamento scolastico? O, come alcuni temono, l’apertura delle scuole contribuirà alla diffusione del virus e al contagio intra familiare e si dovrà tornare a chiusure che nessuno in realtà vuole? Questa è una sfida con tante voci, indicazioni molteplici e toni accesi.  

Lungi dal volere acuire i contrasti, solleviamo un tema che non è entrato nella discussione generale e, soprattutto, non rientra tra le raccomandazioni finora considerate: la necessita di garantire una ventilazione adeguata degli ambienti scolastici. Le carenze delle scuole sulla qualità degli ambienti chiusi sono risapute. Diversi progetti di valutazione della qualità degli edifici scolastici hanno messo bene in evidenza come le strutture scolastiche siano del tutto inadeguate. Attraverso la misurazione degli inquinanti ambientali in campioni rappresentativi di scuole in Italia, si è visto come la concentrazione di inquinanti indoor sia molto elevata (in particolare quella di anidride carbonica). A queste condizioni si associano evidenti problemi di salute, per studenti ed insegnanti, come documentato in uno studio coordinato dai colleghi dell’Università Sorbona di Parigi e pubblicato sulla rivista Science of Total Environment.


Insomma, le scuole partono già svantaggiate. Le linee guida sulla qualità dell’aria negli ambienti scolastici accettate dalla Commissione Europea prevedono che la «ventilazione può essere pienamente funzionale soltanto durante le pause, la cui durata deve essere pianificata in accordo alle esigenze di ventilazione (ovvero il numero di occupanti, ndr)». Una buona pratica di ventilazione potrebbe essere, per lo meno, «aerare le aule prima dell'inizio delle lezioni e poi di nuovo durante ogni interruzione, in tutte le stagioni». La domanda di oggi è: queste raccomandazioni sono sufficienti rispetto al rischio posto dalla pandemia? Può bastare ventilare oggi un’aula prima dell’inizio delle lezioni e durante la pausa della ricreazione? 


Il tema è delicato e ogni tentativo di forzare un poco incontrerà una naturale resistenza. In Italia, più che in altri Paesi, c’è una tendenza al considerare le correnti e i colpi d’aria come origine certa dei raffreddori, delle otiti e di altri malanni. Come ironizzano gli stranieri, «per gli italiani le correnti d’aria uccidono più del fumo di sigaretta». Eppure, nel caso delle infezioni delle vie aeree, il rischio di contagio nei luoghi affollati, come le aule scolastiche, si riduce proprio aprendo spesso le finestre, favorendo il ricambio di aria.


Ma vediamo meglio come è la questione relativa al Covid-19. Le conoscenze acquisite sinora ci dicono che, nella stragrande maggioranza dei casi, il Sars-CoV-2 si trasmette in modo diretto da un individuo all’altro attraverso le vie respiratorie (trasportato dalle goccioline emesse quando si starnutisce, tossisce o mentre si parla). Tuttavia, in una lettera firmata da 239 scienziati di 32 Paesi e pubblicata a luglio sul New York Times, si sostiene, «oltre ogni ragionevole dubbio», che il virus si diffonde nell’aria indoor anche attraverso minuscoli aerosol. A seguito di questa lettera, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha prontamente dichiarato che «alcuni rapporti sull'epidemia Covid-19 relativi a spazi interni affollati hanno suggerito la possibilità di trasmissione di aerosol combinata con la trasmissione di goccioline». E nonostante «servano più studi per investigare questa questione e capirne le implicazioni», la trasmissione via aerosol del coronavirus «non può essere esclusa».


Le particelle virali non sono state studiate a sufficienza per quanto riguarda la loro capacità di raggiungere concentrazioni pericolose a distanza in vari ambienti confinati, specie per livelli diversi di areazione. Gli studi effettuati per il particolato atmosferico (PM10, PM2.5, particelle ultrafini) hanno affrontato la dispersione a distanza all’aperto e quindi non ci aiutano molto (per quel che riguarda il rischio a scuola). Tuttavia, appare estremamente verosimile che si possa raggiungere in ambienti chiusi una carica infettante significativa, magari per i soggetti più suscettibili. Si ritiene che l'aumento della ventilazione di un ambiente riduca l'infezione crociata delle malattie trasmesse per via aerea, rimuovendo o diluendo i nuclei solidi di goccioline cariche di agenti patogeni trasportati per via aerea. Una ventilazione più elevata - stando a quanto confermato da una metanalisi apparsa sulle colonne del Journal of Thoracic Disease - può diluire l'aria contaminata all'interno dello spazio chiuso più rapidamente e diminuire il rischio di infezione crociata.

Come sottolineato dall’allergologa Isabella Annesi-Maesano in un’intervista pubblicata su Open, «la corretta ventilazione delle aule non tutela soltanto la salute dei bambini che, a parte qualche caso rarissimo, sviluppano l’infezione in modo benigno». Detto ciò, ha aggiunto l’esperta, «occorre considerare anche la tutela dei docenti e del personale, più a rischio per quanto riguarda lo sviluppo dei sintomi gravi della malattia. E, di conseguenza, anche molto più in grado di trasmettere l’infezione». Motivo per cui le autorità nazionali dovrebbero considerare la raccomandazione di aumentare, ove possibile, la ventilazione in tutti i locali pubblici: a partire dagli ospedali, dai mezzi di trasporto e dalle aule scolastiche.


I regolamenti Covid-19 messi a punto dagli istituti contengono ampie ed articolate disposizioni relative allo svolgimento dell’attività didattica in ottemperanza alle norme per il contenimento dell’epidemia. Sono previste le disinfettazioni dei banchi e delle sedie più volte nel corso della giornata. Ma se alla fine di ogni ora si aprissero (a lungo) le finestre, non sarebbe anche meglio?

 



Commenti (0)

Torna a inizio pagina