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I motori diesel sono veramente cancerogeni?

La notizia data dai giornali è apodittica: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha incluso i gas di scarico dei motori a diesel tra i “cancerogeni certi”. Quindi si è proposto di sequestrare tutti i veicoli a diesel. Ecco un modo sbagliato di informazione, dovuto a quel corto circuito che scatta quando due mondi così diversi, quello della scienza e quello dei mass media, vengono a contatto. La scienza usa un linguaggio complesso e parla di fenomeni complessi, mentre i media amano un linguaggio semplificato al massimo ed espongono una realtà ridotta al minimo nella sua articolazione. Capita così che le notizie, per i mass media, oscillino tra due estremi: da una parte il miracolo che risolverà tutto, dall’altra parte la catastrofe imminente. Io li chiamo “Falsi allarmi” non perché destano preoccupazioni infondate, ma perché esaminando le prove a favore o contro, revisionando il significato di statistiche che possono essere inficiate da un elemento in più che vi s’introduce, non si arriva ad alcuna certezza, ma anzi si aprono via via nuovi quesiti.

I motori diesel sono veramente cancerogeni?

La notizia data dai giornali è apodittica: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha incluso i gas di scarico dei motori a diesel tra i “cancerogeni certi”. Quindi si è proposto di sequestrare tutti i veicoli a diesel. Ecco un modo sbagliato di informazione, dovuto a quel corto circuito che scatta quando due mondi così diversi, quello della scienza e quello dei mass media, vengono a contatto. La scienza usa un linguaggio complesso e parla di fenomeni complessi, mentre i media amano un linguaggio semplificato al massimo ed espongono una realtà ridotta al minimo nella sua articolazione. Capita così che le notizie, per i mass media, oscillino tra due estremi: da una parte il miracolo che risolverà tutto, dall’altra parte la catastrofe imminente. Io li chiamo “Falsi allarmi” non perché destano preoccupazioni infondate, ma perché esaminando le prove a favore o contro, revisionando il significato di statistiche che possono essere inficiate da un elemento in più che vi s’introduce, non si arriva ad alcuna certezza, ma anzi si aprono via via nuovi quesiti.

Venendo alla notizia in questione faccio notare che la comunicazione dell’Oms è stata riferita in modo frammentato puntando subito sulla polemica più suscettibile di fare notizia: quella sulle auto e sull’inquinamento prodotto dal traffico. In realtà l’Oms ha riferito i risultati di uno studio della Iarc, che è una sua Agenzia internazionale di ricerca sul tumore, che a sua volta ha ritenuto “attendibile” la ricerca compiuta negli Stati Uniti dal National Cancer Institute. Ma questa ricerca, durata molti anni, è stata condotta sui minatori, e ha valutato gli effetti cancerogeni delle emissioni di macchinari diesel impiegati nel lavoro delle miniere. Situazione particolare quindi perché una cosa è respirare ogni giorno, per tutta la durata del turno di lavoro, i gas di scarico in ambienti chiusi di una miniera, un’altra cosa è respirare, nelle nostre città, l’aria inquinata dagli automezzi e dagli impianti di riscaldamento. Come si vede il punto di vista della scienza è più complesso, tiene in conto il “quanto” e il “come” si viene esposti a un agente cancerogeno.

Possiamo stare tranquilli? No certo e l’Oms ha fatto benissimo a classificare i gas di scarico diesel nel “gruppo 1”, quello dei cancerogeni certi. Ed è imperativo adesso lavorare per eliminare questo rischio: esigere dall’industria dell’auto tecnologie innovative e sempre più “pulite” (come in parte già hanno fatto) e vietare i vecchi automezzi senza filtri. 

Umberto Veronesi



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