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Ragazzo, una goccia del tuo sangue può salvare una vita

Mi ha scritto un ragazzo di 18 anni: “Ho scoperto, mi racconta,  quanto è importante donare il sangue. Ma in Italia i donatori sono soltanto 1 milione e 500mila. Almeno un paio di volte all’anno, d’inverno quando c’è l’ondata d’influenza e d’estate quando molti donatori vanno in vacanza, le scorte si assottigliano paurosamente. Perché non lancia un appello ai miei coetanei?".

Ragazzo, una goccia del tuo sangue può salvare una vita

Mi ha scritto un ragazzo di 18 anni: “Ho scoperto, mi racconta,  quanto è importante donare il sangue. Ma in Italia i donatori sono soltanto 1 milione e 500mila. Almeno un paio di volte all’anno, d’inverno quando c’è l’ondata d’influenza e d’estate quando molti donatori vanno in vacanza, le scorte si assottigliano paurosamente. Perché non lancia un appello ai miei coetanei?".

Trovo molto bello che un giovane senta l’importanza di questo atto di solidarietà, che s’inserisce a pieno titolo nella sensibilità che le nuove generazioni dimostrano nei confronti di un mondo più vivibile e più umano. Nei giorni scorsi si è celebrato quasi sotto silenzio la giornata mondiale della donazione di sangue. E questo mi rattrista perché il sangue, indispensabile alla vita, non è riproducibile con procedimenti chimici, e l’unica speranza di poterne disporre in misura sufficiente passa proprio dalla disponibilità di ognuno di noi.

Penso perciò che parlarne sia un dovere e mi rivolgo ai giovani soprattutto. A mio giudizio, quest’opera di sensibilizzazione dovrebbe cominciare fin dalla scuola elementare, perché i bambini sono straordinariamente ricettivi a quelli che i nostri padri chiamavano “i buoni sentimenti”: amore della pace, senso della fraternità universale, disponibilità verso gli altri. Al di là delle definizioni, sono sempre i mattoni con cui si costruisce l’uomo, e io mi permetterei di suggerire che accanto all’inglese e all’informatica trovassero posto nei programmi scolastici argomenti in grado di allargare la visuale dei giovani e dei giovanissimi.

Da quando nel 1900 il patologo austriaco Karl Landsteiner scoprì l’esistenza dei gruppi sanguigni  e il fatto che non tutti i gruppi sono compatibili tra di loro, la trasfusione di sangue o di suoi derivati è diventata attuabile su basi scientifiche, non solo salvando milioni di vite, ma rendendo possibili interventi di alta chirurgia che altrimenti non sarebbero effettuabili.

Proprio d’estate, quando purtroppo si moltiplicano gli incidenti stradali e bisogna avere più sangue a disposizione, sono le trasfusioni di sangue a fare per tanti feriti gravi la differenza tra la vita e la morte.

Si può donare dai 18 ai 65 anni, e non dobbiamo temere che donare il sangue ci faccia male: il prelievo rappresenta infatti soltanto la ventesima parte del sangue che possediamo e la quantità donata si ricostituisce rapidamente. In più, poiché ogni volta che si dona si viene visitati dal medico e un campione del sangue viene sottoposto ad esame, si ha il vantaggio di tenere sotto controllo, gratuitamente, il nostro stato di salute. Stesi per pochi minuti sul lettino del centro trasfusionale, i donatori sorridono e scherzano. Sono fieri di essere lì.

Ragazzi, una goccia del vostro sangue può salvare una vita!  

Umberto Veronesi



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