
Il Pap test è un esame di screening fondamentale per individuare alterazioni delle cellule del collo dell’utero, benigne o maligne. Il suo scopo è identificare precocemente eventuali anomalie, permettendo di intervenire tempestivamente.
Dopo aver effettuato il test, il referto può contenere sigle e abbreviazioni che descrivono lo stato delle cellule analizzate. Comprendere il significato di queste sigle è essenziale per interpretare correttamente il risultato e valutare la necessità di ulteriori approfondimenti.
Cellule squamose o ghiandolari
Le sigle riportate nell'esito dei Pap test provengono dalla classificazione internazionale chiamata Bethesda. In questa classificazione è presente una distinzione fra diversi tipi di cellule che possono essere osservate dal Pap test:
- Le cellule squamose rivestono il collo dell’utero: sono chiamate così perché nella parte più superficiale sono appiattite e sovrapposte, come squame.
- Le cellule ghiandolari rivestono il canale cervicale e la parte più interna dell’utero (corpo dell’utero, o endometrio).
Come leggere il referto del Pap test?
Il referto del Pap test può riportare diversi esiti, da una condizione di normalità a lievi alterazioni, fino alla segnalazione di anomalie più significative.
Ecco le principali categorie di risultati:
- Pap test negativo: significa che non sono state rilevate anomalie nelle cellule cervicali. In questo caso, è sufficiente ripetere il test con la periodicità raccomandata (solitamente ogni 3 anni per le donne tra i 25 e i 30 anni).
- ASC-US (Atypical Squamous Cells of Undetermined Significance): indica cellule squamose atipiche di significato incerto. Non è una diagnosi di lesione, ma segnala la presenza di cellule con anomalie lievi che potrebbero essere legate a infezioni o infiammazioni, o ad esempio alla menopausa. Spesso viene consigliato di ripetere il Pap test dopo alcuni mesi o di effettuare un test HPV per approfondire il quadro.
- ASC-H (Atypical Squamous Cells – cannot exclude HSIL): presenza di cellule squamose atipiche in cui non si può escludere una lesione di alto grado. Si tratta di alterazioni più significative di quelle associate ad ASC-US: dato che potrebbero essere legate a una patologia più importante, si richiedono ulteriori accertamenti, come la colposcopia e, se necessario, una biopsia.
- LSIL (Low-grade Squamous Intraepithelial Lesion): lesione intraepiteliale squamosa di basso grado, spesso legata a un’infezione da HPV. In molti casi regredisce spontaneamente, ma è importante monitorarla con controlli periodici.
- HSIL (High-grade Squamous Intraepithelial Lesion): lesione intraepiteliale squamosa di alto grado, che indica alterazioni cellulari più rilevanti. Non è un tumore, ma può rappresentare una lesione precancerosa. Per questo motivo, è necessario un approfondimento con colposcopia e biopsia.
- AGC (Atypical Glandular Cells): presenza di cellule ghiandolari atipiche, un'anomalia meno comune che può interessare il canale cervicale o l’endometrio. Anche in questo caso, si raccomandano accertamenti aggiuntivi.
- Carcinoma: indicazione rara nel Pap test, che suggerisce la presenza di cellule tumorali. A seconda che il tumore sia originato da cellule squamose o da cellule ghiandolari, il referto può parlare di carcinoma squamoso (carcinoma a cellule squamose - carcinoma squamocellulare) o di adenocarcinoma, che può presentarsi sul collo dell’utero (adenocarcinoma endocervicale), sulla cavità uterina (adenocarcinoma endometriale), o a partire da una sede non individuata con precisione (adenocarcinoma NOS o non altrimenti specificato). In tutti i casi di carcinoma è necessaria una immediata valutazione specialistica con ulteriori indagini diagnostiche.
Cosa fare in caso di esito positivo o dubbio?
Se il referto del Pap test evidenzia anomalie, è importante non allarmarsi: nella maggior parte dei casi, le alterazioni sono lievi e transitorie. Tuttavia, per una valutazione accurata, il medico può consigliare di:
- Ripetere il Pap test dopo alcuni mesi, in caso di alterazioni minime.
- Eseguire un test HPV, per verificare la presenza del Papillomavirus umano, responsabile di lesioni cervicali.
- Sottoporsi a colposcopia, un esame che permette di osservare il collo dell’utero con maggiore dettaglio e prelevare un campione di tessuto per l’analisi istologica.