Anche la dieta e l'alimentazione possono migliorare la psoriasi. Le nuove linee guida ribadiscono l'efficacia della vitamina D e dei farmaci biotecnologici
![La psoriasi si combatte anche con la dieta](https://www.fondazioneveronesi.it/uploads/thumbs/2018/06/11/curarelapsoriasi_thumb_720_480.jpg)
Prima le nuove linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità. Poi una recente ricerca secondo cui l'alimentazione e nello specifico una dieta ipocalorica migliorerebbe i sintomi nei pazienti in sovrappeso.
È un periodo in cui i riflettori sono puntati sulla psoriasi, malattia infiammatoria cronica della pelle che colpisce un milione e mezzo di italiani, in prevalenza uomini.
LINEE GUIDA
Il documento è stato elaborato da un ampio gruppo di lavoro costituito da esperti in materia e da tutte le figure professionali coinvolte nel trattamento della psoriasi (dermatologo, farmacologo, oncologo-epidemiologo, medici di medicina generale, diabetologo, reumatologo, epidemiologo e infermiere professionale).
La firma in calce è dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI). «Sono stati aggiornati i quesiti relativi al trattamento della psoriasi cronica a placche nell’adulto, escludendo quelli relativi alla diagnosi e all’artrite psoriasica - afferma Alfonso Mele, epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità e responsabile delle linee guida -. Il nostro intento è quello di fornire un contributo affinché all’interno delle strutture dedicate alla gestione clinica della psoriasi siano tracciati percorsi diagnostico-terapeutici omogenei».
Il documento ribadisce l’efficacia dei derivati della vitamina D e dei corticosteroidi nei trattamenti topici per la psoriasi a placche. Efficaci e sicuri anche i farmaci biotecnologici, ma, allo stato attuale, non è possibile affermare se ve ne sia uno migliore di un altro. Esclusa, invece, l’utilità della medicina alternativa.
LA PSORIASI È MALATTIA SISTEMICA
Recenti evidenze suggeriscono come la psoriasi si possa considerare una malattia sistemica, a cui possono associarsi malattie infiammatorie croniche intestinali, patologie oculari, malattie metaboliche e cardiovascolari, disturbi psicologici.
Di conseguenza gli aspetti sopra indicati e la natura cronica e inguaribile della malattia fanno sì che le sue conseguenze sociali siano estremamente rilevanti.
È per questo motivo che diversi gruppi di ricerca sono al lavoro per studiare i possibili effetti positivi sulla malattia generati da altri comportamenti.
L'ALIMENTAZIONE E PSORIASI
Effetti positivi possono partire anche dalla dieta. Per esempio una dieta a basso contenuto calorico può migliorare i sintomi della psoriasi nei pazienti in sovrappeso.
È la conclusione a cui è giunto uno studio pubblicato su Jama Dermatology da un gruppo di ricerca danese, secondo cui la malattia cutanea risulta associata a un aumento dei tradizionali fattori di rischio cardiovascolare: come il diabete, l'ipertensione e l’iperlipidemia.
Lo studio clinico randomizzato è stato condotto su 60 pazienti obesi con psoriasi, divisi in due gruppi: uno seguiva una dieta ipocalorica di 800-1000 chilocalorie al giorno e l’altro continuava a mangiare in modo ordinario.
Il trattamento dietetico ha mostrato un importante miglioramento clinico, verificato attraverso un indice di misurazione specifico (Pasi).
S’è visto, inoltre, che i pazienti che seguivano una dieta a basso contenuto calorico hanno perso quasi 34 chili in 16 settimane e riportato miglioramenti nei sintomi della psoriasi e nella loro qualità di vita generale. «Servono riscontri su un campione più ampio, ma questo studio ci permette di affermare che i pazienti affetti da psoriasi, seguendo una dieta ipocalorica, possono riscontrare un lieve miglioramento dei sintomi», afferma Peter Jensen, dermatologo all’università di Copenaghen e prima firma della pubblicazione.
![Fabio Di Todaro](/uploads/thumbs/2019/07/29/whatsapp-image-2019-07-29-at-180433_thumb_250_250.jpeg)
Fabio Di Todaro
Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).