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Alimentazione
Cinzia Pozzi
pubblicato il 26-06-2013

Ottimo il pesce se è senza mercurio



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Il pesce è un alimento salutare e il suo consumo regolare aiuta nella prevenzione di molte malattie. Ma servono cautele per l'inquinamento da mercurio, come spiega uno studio statunitense che ne sospetta un possibile legame con il diabete

Ottimo il pesce se è senza mercurio

Ve lo ricordate il Cappellaio Matto ne Alice nel Paese delle Meraviglie? Per dargli un tocco strampalato Lewis Carroll si ispirò ai disturbi neurologici, come tremori e instabilità emotiva, osservati nei lavoratori di cappelli, esposti quotidianamente al mercurio.

Se l’effetto neurotossico di questo metallo, ancor oggi presente per l’inquinamento ambientale, è noto sin dall’Ottocento, meno discusso è l’impatto sugli altri organi e il suo ruolo nella patogenesi di alcune malattie. Uno studio dell’Indiana University ha osservato che il mercurio, ingerito attraverso pesce contaminato, può intaccare la funzionalità delle cellule beta del pancreas, aumentando il potenziale rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2.

LO STUDIO - Pubblicato su Diabetes Care, lo studio statunitense è solo l’ultimo di alcune indagini condotte negli ultimi anni per valutare l’impatto del mercurio sul rischio di alcune patologie. Coinvolgendo 3.875 giovani americani, tra i 20 e i 32 anni di età, è stata calcolata l’incidenza di diabete di tipo 2 nei vent’anni di monitoraggio del campione. Sono risultati più a rischio, secondo i calcoli fino al 67%, gli individui con più alte concentrazioni di mercurio, accumulato nell’organismo attraverso una maggiore consumo abituale di pesce inquinato.

MEGLIO IL PESCE PICCOLO - E’ il pesce, infatti, a portare il mercurio sulle nostre tavole: rilasciato nell’ambiente dalla combustione di carbone di centrali termoelettriche, acciaierie e inceneritori di rifiuti solidi, il metallo si deposita su mari, oceani e laghi sotto forma di metilmercurio. La possibile associazione con il diabete, o con possibili danni ad altri organi, non deve però alimentare una diffidenza verso il suo consumo. «Il pesce è uno degli alimenti più sani della nostra dieta, perchè ricco di omega-tre, per l’alto valore proteico nutrizionale e il basso contenuto di grassi – commenta Agostino Consoli, professore di endocrinologia dell’Università di Chieti – Quando inquinato, il pesce potrebbe non esprimere al massimo i suoi benefici sulla salute. Per questo è meglio scegliere quello di piccola taglia, come il pesce azzurro, ed evitare quello di grossa taglia, come il pesce spada: maggiori sono le dimensioni, e l’età, dell’animale e più probabilità esistono che il mercurio sia concentrato nelle sue carni». Per non oltrepassare la soglia di sicurezza stabilita dall’Oms, 0,1 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo alla settimana, si può adottare un consumo limitato a 2-3 volte alla settimana.

IL MERCURIO NEL MARE - Quanto è davvero alto il rischio di portare sulla tavola del pesce contaminato? Per capire in quali acque si trova l’Italia, abbiamo chiesto un’analisi a Nicola Pirrone, Direttore dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr presso cui è stato recentemente avviato un Centro nazionale di riferimento sul mercurio. «Oltre agli scarichi industriali, nel Mediterraneo esistono anche sorgenti naturali e agglomerati minerali che rilasciano una quantità di mercurio nelle acque». A impensierire di più non è il reale rischio che si corre con l’alimentazione, quanto l’impatto ambientale. Le istituzioni si sono già mosse per limitare le emissioni del metallo nell’ambiente e nel prossimo mese di ottobre, in Giappone, verrà siglato un accordo internazionale. «Questo porterà in medio termine all’abbattimento delle emissioni nell’atmosfera con una riduzione dei depositi negli oceani e sulla fauna ittica. Nell’arco di dieci anni potremmo già vedere una diminuzione delle concentrazioni di mercurio nei pesci che arrivano sulle nostre tavole».


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