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Redazione
pubblicato il 06-12-2011

Alla radice del conflitto, per spegnerlo



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Venerdì 18 e sabato 19 novembre si terrà a Milano la conferenza Science for Peace. Oggi ne parliamo con Joan Esteban che parteciperà al dibattito su Scienze economiche per la pace

Alla radice del conflitto, per spegnerlo

Venerdì 18 e sabato 19 novembre si terrà a Milano la conferenza Science for Peace. Oggi ne parliamo con Joan Esteban che parteciperà al dibattito su “Scienze economiche per la pace”

Science for Peace è il movimento fondato da Umberto Veronesi con il sostegno di 21 Premi Nobel per indagare le soluzioni che la scienza può offrire per prevenire i conflitti. «Tutti possiamo contribuire a costruire la pace. Gli scienziati hanno scelto di dare l’esempio», dice il professor Veronesi. Due sono i grandi obiettivi: 1) Diffusione della cultura di pace e superamento di tensioni tra gli Stati. 2) Riduzione degli ordigni nucleari e delle spese militari. Di seguito pubblichiamo le interviste ai relatori della Conferenza Mondiale di Milano.

Professor Esteban, quando ha cominciato a studiare il tema del conflitto e perché?

Ho incominciato nel 1985 circa. In occasione della mia visita di due mesi presso l’Indian Statistical Office ho cominciato a sviluppare la nozione di polarizzazione sociale con Debraj Ray. Eravamo pienamente consci che la polarizzazione sociale fosse un fattore determinante del conflitto sociale. Abbiamo iniziato a modellare il conflitto subito dopo la pubblicazione del nostro primo lavoro nel 1994. Il primo modello esplicito di conflitto apparve nel 1999 e abbiamo proseguito sul tema da allora.

Cosa ritiene che l’economia possa apportare per comprendere il conflitto?

Prima, e soprattutto, l’economia fornisce una serie ricca di strumenti quantitativi che facilitano uno studio rigoroso del conflitto. Osserviamo passione, rabbia e sogni nei conflitti. Eppure vogliamo verificare se sotto quest’apparente irrazionalità possiamo identificare un comportamento sistematico e razionale.

Come riassumerebbe in poche parole i contributi maggiori del suo lavoro sul conflitto?

La maggior parte del mio lavoro è stato scritto con Debraj Ray. Abbiamo dato un significato preciso alla nozione di “polarizzazione” e ne abbiamo derivato l’indice corrispondente. Abbiamo anche elaborato modelli formali dei fattori determinanti del conflitto sociale e del ruolo della classe sociale e dell’etnicità. Abbiamo dimostrato che l’ineguaglianza interna nei gruppi etnici è più pericolosa dell’ineguaglianza che attraversa i gruppi. Ho anche lavorato sui fattori determinanti delle uccisioni di massa di civili nei conflitti.

Nel mondo odierno quale sarebbe un buon esempio della tipologia di fenomeno che ha studiato?

Il nostro lavoro mira a svelare i modelli generali di conflitto sociale. Da un punto di vista di policy making i nostri contributi servono a illustrare le questioni che devono essere prese in considerazione, ma non possono spiegare ogni singolo evento.

JOAN ESTEBAN* interverrà il 18 novembre nella sezione “Scienze economiche per la pace” (ore 16,50).

*Joan Esteban è ricercatore alla Barcelona graduate School of Economics. Attualmente lavora su polarizzazione sociale e conflitto ed economia pubblica. La sua ricerca “Polarization and Conflict” (2004-2008) è stata pubblicata su molte delle più prestigiose riviste internazionali di economia.

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