Secondo un’indagine di Avis e dei pediatri italiani, la maggioranza dei ragazzi ritiene giusto donare, ma solo uno su 5 dichiara che lo farà
Saranno i volontari di domani, ecco perchè c’è bisogno di ragazzi informati e motivati alla donazione di sangue. E le buone intenzioni ci sono, secondo un’indagine condotta dall’Avis e dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), che hanno interpellato 2.100 studenti di scuole medie (secondarie di primo grado). Il 66 per cento dei ragazzi ritiene la donazione di sangue un gesto di alto valore per aiutare il prossimo e solo il 6 per cento si dichiara non interessato all’argomento. Però poi la percentuale di coloro che si dichiarano convinti di diventare donatori alla maggiore età non supera il 20 per cento, in media più disponibili al sud e meno al nord-ovest. A fare la differenza è soprattutto l’esempio: fra i figli di donatori (meno di un quinto del totale) questo dato sale al 37 per cento e, in generale, chi conosce almeno un donatore è tre volte più propenso a donare rispetto a chi non ne conosce nessuno.
L'importanza di donare sangue anche in estate
STEREPOTIPI NEGATIVI
Perchè questo gap fra chi considera la donazione di sangue cosa buona e giusta e chi, poi, varcherebbe davvero la soglia di un centro trasfusionale? Una possibile spiegazione è l’informazione carente, che lascia spazio a timori vari, dalla paura del dolore (34 per cento) a quella di rischi per la salute (21 per cento), come infezioni, carenze igieniche, errori non meglio definiti. Ma la verità è ben diversa. Si tratta, secondo l’Avis, di «stereotipi negativi che andrebbero rimossi con una informazione adeguata e convincente. In primis con un ruolo più attivo della scuola».
QUALI PARTI DEL CORPO SI POSSONO DONARE?
CULTURA SOLIDALE
Il punto di partenza è buono e testimonia la partecipazione dei giovani e giovanissimi alla vita sociale, ma anche una forte consapevolezza del bisogno di salute. Giovanni Corsello, ordinario all'Univeristà di Palermo e presidente della Società Italiana di Pediatria, commenta così i dati: «Dimostrano che la cultura solidale è una realtà ben radicata tra i giovanissimi. Al tempo stesso dimostrano che è necessario rafforzare la corretta informazione riguardo alle caratteristiche della donazione, alla conoscenza del proprio gruppo sanguigno e soprattutto al valore etico della donazione quale unico strumento possibile per salvare vite umane, non sempre sostituibile dai farmaci».
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.