Rigenerare il tessuto cardiaco dopo un infarto sembrerebbe possibile iniettando nel muscolo un microRNA. Positivi i risultati sui maiali. Lo studio, tutto italiano, pubblicato su Nature
Rigenerare il cuore dopo l'infarto iniettando un microRNA. E' quanto sono riusciti a fare i ricercatori dell'Icgeb (Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologia) di Trieste in collaborazione con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Un risultato importante, ottenuto al momento nel maiale, che pone le basi per una sperimentazione anche nell'uomo. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature.
4 MILIARDI DI CELLULE PERSE CON L'INFARTO
Quando si verifica un infarto del miocardio, ovvero l'ostruzione delle coronarie che irrorano il cuore causata dalla formazione di un coagulo di sangue, le aree a valle del blocco non possono essere sufficientemente ossigenate e con il passare del tempo vanno incontro a morte cellulare. In media si calcola che un infarto uccida fra 1 e 4 miliardi di cellule cardiache, circa un quinto del totale. A differenza di altre parti del corpo, il tessuto cardiaco danneggiato non si rigenera venendo sostituito da tezzuto cicatriziale. In questi casi il cuore perde parte della sua capacità contrattile e tutto non è più come prima.
UN microRNA PER RIGENERARE IL TESSUTO CARDIACO
Rigenerare il tessuto cardiaco danneggiato è l'obbiettivo principale per riportare il cuore a funzionare correttamente. Per farlo una strategia potrebbe essere quella dei farmaci a "microRNA". L'idea nasce dall'osservazione che in molte specie animali in caso di danno muscolare producono microRNA-199, una porzione di microRNA capace di modulare l'attività di alcuni geni. Diversi studi hanno dimostrato, ad esempio, che nel modello animale di Zebrafish questa microRNA porta alla riparazione del cuore danneggiato dall'infarto. Ciò non accade fisiologicamente nell'uomo.
IL METODO FUNZIONA: IL CUORE SI RIPARA
Partendo da questa osservazione i ricercatori italiani hanno provato ad utilizzare microRNA-199 nel tentativo di riparare il cuore dei maiali, animali con un sistema cardiaco molto simile al nostro e che rappresentano il miglior modello di studio. Utilizzando un virus per veicolare il microRNA a livello del cuore, gli scienziati hanno osservato che nei maiali colpiti da infarto era possibile rigenerare le aree limitrofe al tessuto danneggiato. L'effetto riparatore è durato un mese ma rappresenta un grande risultato poiché significa che il metodo è valido. Il prossimo passo sarà ora quello di migliorare la risposta sul lungo periodo. Per farlo i ricercatori dovranno migliorare dosaggio e meccanismo di somministrazione. Uno step necessario per poi poter passare, in futuro, a sperimentare il metodo anche nell'uomo.
Fonti
Daniele Banfi
Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.