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Cardiologia
Daniele Banfi

L'abuso di diclofenac aumenta il rischio di infarto e ictus

pubblicato il 06-09-2018


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L'abuso di antinfiammatori espone a problemi cardiovascolari. L'utilizzo del diclofenac sembra però aumentare questo rischio più di altri FANS

L'abuso di diclofenac aumenta il rischio di infarto e ictus

Che l'utilizzo improprio degli antinfiammatori non sia un toccasana per il cuore è cosa nota. Oggi, grazie ad uno studio pubblicato dal British Medical Journal, sappiamo di più: tra tutti i FANS, i farmaci antinfiammatori non steroidei, il diclofenac è quello che espone ad un maggior rischio di infarti e ictus rispetto alle altre molecole appartenenti alla stessa categoria. Un risultato importante, frutto dell'analisi di oltre 6 milioni di pazienti danesi tra il 1996 e il 2006, che secondo gli esperti dovrebbe indurre una maggiore riflessione sulla prescrizione di questo farmaco.

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ABUSO DI FANS PER TRATTARE IL DOLORE CRONICO

I FANS sono tra i farmaci più utilizzati dagli italiani. Anche se negli ultimi anni il loro utilizzo è parzialmente diminuito - nel 2012 eravamo ai massimi storici - nel nostro Paese queste molecole sono ampiamente diffuse per trattare il mal di testa, i dolori da ciclo mestruale o per il male alle articolazioni. A differenza di quanto si possa pensare non sono solo i giovani o le persone di mezza età ad utilizzarli. Complice l'aumento dell'età media sono sempre di più gli anziani che utilizzano i FANS. Un consumo cronico che non è affatto un toccasana. Tutt'altro. Se infatti questi farmaci funzionano alla perfezione in acuto - ovvero quando il dolore c'è sporadicamente - è nel dolore cronico che cominciano ad esserci problemi.

GLI ANTINFIAMMATORI INDEBOLISCONO LE ARTERIE

Sia nelle persone in buono stato di salute, sia in quelle già con problemi cardiovascolari, i FANS utilizzati per lunghi periodi espongono ad un maggiore rischio di infarti e ictus. Ciò avviene poiché i FANS infatti indeboliscono l'endotelio vascolare -quel tessuto interno di arterie e vene più a stretto contatto con il passaggio del sangue- rendendolo meno capace di vasodilatarsi e di rispondere allo stress a cui è sottoposto. Non solo, nelle persone con lesioni dell'endotelio i FANS destabilizzano quegli accumuli di grasso all'interno delle arterie - le placche aterosclerotiche - rendendoli liberi di “staccarsi” pericolosamente andando ad otturare altri vasi. Quando ciò si verifica a livello delle coronarie il risultato è un infarto, nel cervello è invece causa di ictus.

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IL DICLOFENAC AUMENTA IL RISCHIO PIU' DI ALTRI FANS

Non tutti i FANS sono però uguali. Secondo lo studio pubblicato da poco dai ricercatori dell'Aarhus University Hospital, il diclofenac -se comparato con altre molecole antinfiammatorie, paracetamolo compreso- esporrebbe ad un maggior rischio di eventi cardiovascolari se utilizzato nel lungo periodo (oltre i 30 giorni). Eventi -come spiegano i ricercatori- che comprendono infarti, ictus, battito irregolare e scompenso cardiaco. Un risultato -ottenuto analizzando le prescrizioni del farmaco nel trattamento del mal di schiena- che sembrerebbe dovuto alle differenti caratteristiche di durata d'azione della molecola. In particolare il rischio è risultato maggiore del 20% rispetto a chi utilizza ibuprofene o paracetamolo e del 30% rispetto al naprossene.

FANS SOLO QUANDO SERVE 

Quanto evidenziato dallo studio mette ancora una volta in guardia dall'utilizzo inappropriato dei FANS. Per curare il dolore cronico i FANS non sono affatto indicati. I prodotti da banco sono sicuri se utilizzati per breve tempo e a basso dosaggio. Attenzione però a pensare che l'infiammazione non faccia male al cuore. Spegnerla è sempre necessario, ma non con in FANS. Questi, sottolineano gli esperti, sono ottimi in alcuni casi, ma nelle persone a rischio cardiovascolare dovrebbero essere sostituiti con l'aspirinetta e con le statine. Queste ultime, a differenza di quanto si possa pensare, non sono solo utili nel controllo del colesterolo, ma aiutano ad abbassare lo stato infiammatorio in particolare a livello delle placche aterosclerotiche.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza. Collabora con diverse testate nazionali.


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