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Fumo
Donatella Barus
pubblicato il 22-05-2024

Così gli accordi internazionali aiutano a ridurre l'impatto del fumo



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La Convenzione quadro dell'OMS per il controllo del tabagismo ha fatto la differenza: in dieci anni nel mondo 24 milioni di giovani fumatori in meno e due milioni di ex-fumatori in più. Cruciale l'aumento della tassazione

Così gli accordi internazionali aiutano a ridurre l'impatto del fumo

Le campagne educative sul fumo funzionano? E le regole commerciali, gli spazi smoke free, le politiche sui prezzi? Quanto valgono le misure per il controllo del tabagismo in termini di salute collettiva? Per rispondere a questa domanda alcuni ricercatori sono andati a valutare l’impatto della Convenzione quadro dell’OMS per il controllo del tabacco, la madre di tutti gli accordi internazionali sul tema, a cui anche l'Italia ha aderito. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Medicine

 

L’INDAGINE

I ricercatori (esperti di politiche di sanità pubblica delle università di Santiago e di Toronto) hanno confrontato alcuni parametri prima della Convenzione e 10 anni dopo la ratifica della stessa in ciascun Paese. In particolare, hanno esaminato numero e prevalenza di fumatori al di sotto dei 25 anni, quando cioè si inizia a fumare e quando la risposta alle misure antitabagismo è più elevata, e tassi di cessazione fra i 49 e i 59, la fascia d’età in cui è più probabile pensare di smettere di fumare.

 

I RISULTATI

A dieci anni dalla ratifica della Convenzione quadro per il controllo del tabacco, nei 170 Paesi coinvolti il numero dei fumatori è calato del 15,5 per cento e quello dei fumatori sotto i 25 anni del 7,5 per cento. Il tasso di cessazione dei 45-50enni è aumentato dell’1,8 per cento. Tradotto in numeri assoluti, l’adozione delle misure contemplate dalla Convenzione è associata a 24 milioni di giovani fumatori in meno e due milioni di ex-fumatori in più. Nella maggior parte delle nazioni coinvolte (109 su 171) il picco di prevalenza di fumatori nella popolazione si è registrato prima della ratifica della Convenzione e poi è andato calando.

 

IL REDDITO FA LA DIFFERENZA

I 171 Paesi inclusi nell’analisi rappresentavano, nel 2021, l’89 per cento della popolazione mondiale. L’impatto delle misure antifumo si è dimostrato più marcato nei paesi a reddito medio-basso. Lì, infatti, la prevalenza di fumatori è andata riducendosi del 4 per cento l’anno rispetto allo 0,8 per cento della media globale. Al contrario, l’aumento dei fumatori che hanno smesso è stato più marcato nei paesi ad alto reddito.

 

L'EFFETTO TASSAZIONE

Un altro aspetto interessante è che gli effetti sul numero di fumatori e sul tasso di cessazione sono risultati più evidenti (due volte maggiori) nei 23 Paesi che hanno combinato la ratifica della Convenzione con un aumento significativo della tassazione sul tabacco. Vale la pena andarsi a vedere i grafici pubblicati insieme allo studio, che mostrano in maniera evidente quanto l'azione sulla tassazione abbia accentuato e accelerato la riduzione del numero di fumatori. Un dato, hanno spiegato gli autori dello studio, che è coerente «con l’evidenza che gli aumenti consistenti delle accise sulle sigarette sono il singolo intervento più efficace per ridurre l’inizio del fumo e aumentare la cessazione». E aggiungono anche che se tutti i Paesi avessero avuto dopo la ratifica effetti comparabili a quelli dei Paesi che hanno agito sulla tassazione «ci sarebbero stati 44 milioni di fumatori in meno sotto i 25 anni d’età e molti più adulti che smettono».

 

12 MILIONI DI VITTIME RISPARMIATE

«Con ipotesi prudenti – hanno commentato i ricercatori – si stima che almeno la metà dei 24 milioni di giovani fumatori scongiurati sarebbe morta per cause correlate al fumo. Perciò possiamo considerare che con la Convenzione si sono evitati almeno 12 milioni di decessi in un solo decennio di attuazione grazie agli effetti combinati di una riduzione dell’iniziazione del fumo e della cessazione». In molte nazioni la riduzione dell’abitudine al fumo era già iniziata anche prima della ratifica della Convenzione quadro, ma l’adesione all’accordo internazionale e alle misure raccomandate ha accelerato questi processi.

 

SEGNALI PREOCCUPANTI

Infine i ricercatori concludono con un avvertimento: le alleanze globali per contenere il disastro della dipendenza da nicotina, in primis la Convenzione quadro dell’OMS, funzionano ma rischiano di entrare in stallo. Ad esempio, «il numero di paesi che decide di aumentare le accise sul tabacco sta diminuendo e la disponibilità di sigarette sta aumentando. Per esempio, l’India dal 2014 non aumenta in modo degno di nota la tassazione» e resta molto al di sotto delle soglie raccomandate dall’OMS. Per giunta, è proprio nel più recente rapporto dell’OMS, quello del 2023, che si documenta il più lento progresso negli aumenti delle accise degli ultimi anni.

 

AGIRE SULLA TASSAZIONE

Questo lavoro, concludono gli autori, dimostra che la Convenzione quadro funziona «e, nel suo ambito, la tassazione è la chiave dei progressi futuri. Aumenti consistenti delle accise potrebbero evitare circa 200 milioni di morti premature nei prossimi decenni e sono l’unica via praticabile per raggiungere una riduzione delle malattie croniche, secondo gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite».

 

LA CONVENZIONE QUADRO DELL’OMS PER IL CONTROLLO DEL TABAGISMO

Aperta per la prima volta alle sottoscrizioni nel giugno del 2003, la Convenzione quadro per il controllo del tabagismo dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) è entrata in vigore il 27 febbraio 2005; oggi raccoglie 168 firmatari, compresa l’Unione Europea, e 183 Paesi ne fanno parte, coprendo oltre il 90 per cento della popolazione mondiale. L’Italia l’ha firmata nel 2003 e ratificata nel 2008.

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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