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Redazione
pubblicato il 24-10-2013

Che cos'è la parafrenia?



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Risponde Maria Nitti, docente a contratto di psichiatria all'Università di Siena

Che cos'è la parafrenia?

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Risponde Maria Nitti, docente a contratto di psichiatria all’Università di Siena


Mia cognata ha da poco appreso di essere affetta dalla parafrenia, sindrome a noi fino a quel momento sconosciuta. È sempre stata una donna un po’ schiva, ma ha sempre condotto una vita normale. Con l’andare degli anni ha avuto dei problemi alla vista, causati dal diabete, e si è sempre più ritirata in un mondo di convinzioni personali. Questo stato può peggiorare? Francesca S. (Siracusa)

Risponde Maria Nitti, docente a contratto di psichiatria all’Università di Siena

La parafrenia è una situazione psichica inserita all’interno dei disturbi deliranti. Il quadro presenta caratteristiche che hanno sempre sollecitato alcune riflessioni: per le sue peculiarità e per la frequente sovrapposizione dei suoi sintomi ad altre categorie diagnostiche (schizofrenia).

Le caratteristiche salienti sono il carattere fantastico e immaginifico delle convinzioni deliranti, i cui contenuti ideativi possono essere di tipo persecutorio, di trasformazione del proprio corpo, genealogici. L’aspetto maggiormente rilevante è il fenomeno della bipolarità: il paziente risulta attratto all’interno del suo mondo immaginifico e delirante, ma da esso può facilmente distaccarsi per ritornare al mondo reale. Egli vive quasi due vite contemporanee: una reale e l'altra immaginaria, confabulatoria e delirante, che affronta con un certo distacco e che pertanto non compromette molto i suoi comportamenti e il suo rapporto con la realtà.

Ne consegue una buona integrità nell’ambito del rapporto con la quotidianità, nell’adattamento ai modi di vivere, nelle capacità lavorative e nelle relazioni sociali. Sono descritte quattro varietà cliniche di parafrenia: sistematica, confabulatoria, fantastica ed espansiva, a seconda della prevalenza di alcuni sintomi.

Nella pratica clinica si attua un intervento di tipo farmacologico, ma soprattutto si intraprende un intervento psicoterapeutico per la componente affettiva che appare essere un fondo su cui si inscrivono i fenomeni psicotici: quasi come se il delirio fosse una sorta di risoluzione, una modalità che il paziente utilizza per giustificare il proprio vissuto. La prognosi varia in base ai vari quadri clinici e agli interventi terapeutici che vengono intrapresi.


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