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L'esperto risponde
Redazione
pubblicato il 19-10-2012

Depressione e gravidanza: quali legami ci sono?



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Risponde Mauro Mauri, direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria all’Università di Pisa

Depressione e gravidanza: quali legami ci sono?

Dicono che le donne in gravidanza sono più felici, anche più attive. Per me, invece, è stato l’inferno. Avevo già sofferto di depressione anni prima. Sono rimasta incinta a 24 anni, mi preparavo a un’attesa felice, invece…. Cercavo di nascondere i miei pianti ‘immotivati’. Alla fine ne sono venuta fuori (e ho scritto qui la mia storia), ma ancora mi domando perchè sia accaduto. Poi spero di non aver fatto danno al mio bambino con gli antidepressivi che mio malgrado ho dovuto assumere...

Letizia, Pescara

RISPOSTA

Si parla quasi sempre della depressione post partum, successiva alla nascita del bambino, ma la depressione può insorgere anche durante la gravidanza. Gli studi in generale sono non molti e poco uniformi, purtroppo. Per il post partum si parla di un 10-13% di casi, mentre per il periodo della gravidanza si tendeva, e si tende ancora, quasi a non ammettere che la depressione possa insorgere. Piuttosto si parla di tristezza, di stanchezza, di un’ansia ‘comprensibile”…. Sembra. invece, che questa condizione della donna possa favorire il disturbo dell’umore, soprattutto se ci sono fattori di rischio. Fra i più significativi, sembrano essere: 1) la familiarità, se cioè in famiglia ci sono già stati casi di depressione; 2) la storia personale di una depressione precedente; 3) la carenza di sostegni sociali, vale a dire il supporto o meno di una famiglia, di un ambiente favorevole.

Durante la maternità si ritiene generalmente che una donna sia più positiva, più gioiosa. Si pensa, forse, che gli ormoni la aiutino a tener su il morale. Tutti in effetti le dicono che deve essere contenta, al massimo della gioia. Glielo ripetono molto spesso anche il medico di famiglia e il ginecologo. Ma la depressione è una malattia e può insorgere anche in gravidanza. Si ritiene che si presenti in un 10% delle maternità e che fino ad un 20% delle donne manifesti qualche sintomo depressivo.

Dal 2004 noi qui a Pisa stiamo conducendo un’indagine su questo problema: abbiamo seguito e stiamo seguendo un migliaio di donne dal  terzo mese di gravidanza fino a un anno di età del bambino. Il gruppo australiano con la Marcé Society ha osservato che il rischio di sviluppare depressione postpartum va ben al di là dei tradizionali tre mesi dalla nascita del bambino, e può manifestarsi invece fino ad un anno di vita dello stesso, e a volte oltre.

Per curare le donne con sintomi depressivi abbiamo usato i farmaci in pochissimi casi. Piuttosto abbiamo fatto molti colloqui, e non solo con loro. Perché già far conoscere il problema alla donna e ai suoi familiari cambia le cose. Di recente abbiamo seguito una ragazza al quarto mese pronta al suicidio allargato, con la famiglia che sottovalutava il suo stato e il compagno che era fieramente contrario ad ogni intervento psichiatrico. Dopo che abbiamo parlato e discusso con loro, si sono convinti che la ragazza non stava facendo i capricci e che era in una vera condizione di malattia. Lei si è rassicurata capendo la sua situazione e la famiglia ed il compagno l’hanno sostenuta dandole più forza.

Spesso si ritengono gli antidepressivi incompatibili con una gravidanza. Molte donne in cura interrompono immediatamente appena si accorgono di essere incinte. Il guaio è che così facendo per loro il rischio di una depressione aumenta di cinque volte. Eppure i tossicologi, non solo noi, affermano che con gli antidepressivi il rischio per il feto è minimo. Più problematici sembrano essere gli stabilizzatori dell’umore. Però, c’è poco da dire, se una donna incinta soffre di un forte disturbo bipolare bisogna intervenire Nel caso si impieghino farmaci, occorre monitorarli cocn cura speciale nei primi mesi e negli ultimi di gravidanza, definendo sia il tipo sia le dosi degli antidepressivi più adatti in quella fase. Chi soffre di depressione deve programmare la maternità come fanno i medici con le epilettiche. Se la donna soffre di una grave patologia psichiatrica occorre scegliere il periodo di maggiore tranquillità e va spiegato con precisione l’effetto dei farmaci che vanno ridotti al minimo, impiegando continuativamente l’acido folico. 

Scegliere di non curarsi può essere rischioso. Sono sorti in Italia sei centri distribuiti su tutto il territorio nazionale specializzati nel seguire i problemi legati a disturbi dell’umore e gravidanza, in collaborazione con Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna.

1)ANCONA Clinica Psichiatrica presso gli Ospedali Riuniti, responsabile prof. Cesario Bellantuono, tel. 071.596.54.69

2)CATANIA Clinica Psichiatrica dell’Università, responsabile prof. Eugenio Aguglia, tel. 095.378.24.68

3)MILANO Ospedale Fatebenefratelli, responsabile prof. Claudio Mencacci, tel. 02.63.63.33.13

4)NAPOLI Clinica Psichiatrica dell’Università Sun, responsabile prof. Mario Maj, tel. 081.56.66.503

5)TORINO Dipartimento universitario di Neuroscienze, responsabili prof. Filippo Bogetto e prof. Giuseppe Maina, tel. 011.63.36.740

6)PISA Clinica Universitaria di Psichiatria 2, responsabile prof. Mauro Mauri, numero verde 800.59.81.71


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