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L'esperto risponde
Redazione
pubblicato il 01-07-2019

Quali sono le cure più efficaci per la distimia?



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Un giovane di 28 anni scrive, chiedendo quali terapie funzionano per trattare la distimia, il disturbo mentale più frequente dopo la depressione

Quali sono le cure più efficaci per la distimia?

Sono un ragazzo di 28 anni e da 10 anni soffro di distimia. Ho provato varie terapie farmacologiche e sono da 2 anni in psicoterapia: nonostante ciò i sintomi persistono; sono sempre stanco, ho difficoltà di concentrazione/memoria, non provo nulla se non indifferenza. Scrivo per chiedervi quali terapie sono più efficaci in caso di distimia di cosi lunga durata (sia farmacologiche che psicoterapie) e a chi posso rivolgermi.

M. M. (Milano)

 

Risponde Andrea Fiorillo, docente di psichiatria all'Università della Campania Luigi Vanvitelli e presidente della Società Italiana di Psichiatria Sociale

 

La distimia è un disturbo caratterizzato da deflessione del tono dell’umore che persiste da almeno due anni e si associa alla presenza di altri sintomi tra cui insonnia o ipersonnia, disturbi dell’alimentazione, difficoltà di concentrazione, facile faticabilità e stanchezza.

La distimia si caratterizza per un esordio precoce, generalmente nella tarda adolescenza o nella prima età adulta, con una modalità di comparsa tipicamente insidiosa. Inoltre, è spesso associata a disturbi di personalità e disturbi da uso di sostanze. Secondo il National Institute of Mental Health (NIMH), negli Stati Uniti la distimia colpisce circa l’1.5 per cento della popolazione adulta, con un’età media di insorgenza intorno ai 31 anni. Quanto all'Europa, secondo lo studio Europeo ESEMED, la distimia ha un’incidenza del 4.1 per cento. Ciò vuol dire che rappresenta il disturbo mentale più frequente dopo la depressione maggiore.

I SINTOMI

Quali sono i sintomi della distimia? La caratteristica essenziale della distimia è la presenza di umore deflesso per la maggior parte dei giorni per almeno due anni (o per almeno un anno nel caso di soggetti adolescenti). L’intensità dei sintomi può variare nel corso del tempo, sebbene questi non scompaiano mai completamente per un periodo maggiore di due mesi. I sintomi principali includono: alterazioni dell’appetito, disturbi del sonno, bassa autostima o sentimenti di incapacità, difficoltà di concentrazione o di prendere decisioni, perdita di speranza verso il futuro, isolamento sociale, irritabilità o rabbia (che possono essere i sintomi prevalenti presentati dagli adolescenti).

Per la persistenza dei sintomi depressivi, i soggetti affetti appaiono pessimisti e con un approccio negativo alla vita. In particolare, a causa dell’andamento cronico dei sintomi, i soggetti affetti da distimia ritengono che la tristezza persistente che provano sia parte integrante della loro vita. Rispetto ai pazienti affetti da depressione maggiore, i pazienti con distimia presentano un tasso più elevato di patologie in comorbidità, con limitazione dei livelli di funzionamento sociale e personale.

LE TERAPIE

Per tali motivi, è necessario identificare e trattare precocemente i pazienti affetti da disturbo depressivo persistente. Attualmente abbiamo a disposizione numerose strategie sia farmacologiche sia non farmacologiche. La scelta del trattamento deve essere effettuata sulla base delle caratteristiche del quadro clinico e delle preferenze del paziente, al fine di una migliore personalizzazione delle cure. I trattamenti farmacologici includono antidepressivi come gli SSRI, gli SNRI o gli antidepressivi triciclici. Secondo una recente revisione sistematica della letteratura, per i pazienti affetti da disturbo depressivo persistente è consigliabile effettuare una terapia di mantenimento (con una durata variabile fino a due anni) con farmaci antidepressivi, con una riduzione del rischio di ricadute del 13 per cento. Inoltre, numerosi approcci psicoterapici si sono dimostrati efficaci per il trattamento di questo disturbo, anche in associazione con la terapia farmacologica. Infine, un ruolo importante è svolto dall’adozione di stili di vita salutari, come il mantenimento di un ritmo sonno-veglia regolare e lo svolgimento di attività fisica regolare.  

 


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