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L'esperto risponde
Redazione
pubblicato il 12-03-2012

Soffro d'incontinenza, che faccio?



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Risponde Sandro Sandri, direttore dell’Urologia all’Ospedale Fornaroli di Magenta (Milano) e presidente della Società italiana di Urodinamica

Soffro d'incontinenza, che faccio?

Risponde Sandro Sandri, direttore dell’Urologia all’Ospedale Fornaroli di Magenta (Milano) e presidente della Società italiana di Urodinamica http://www.siud.it/

Da mesi soffro un terribile disagio e mi vergogno a parlarne, ma non so più che fare. In breve: ho necessità di urinare moltissime volte al giorno. E pure di notte. Ormai è per me abituale dover cercare un bagno anche se esco un paio d’ore per fare la spesa, oltre che alzarmi almeno tre volte mentre dormo. Cerco di bere il meno possibile, specie quando sono fuori casa, ma la situazione non cambia granché. E ora mi pare vada pure peggio perché ho delle perdite. Ma sono una 60enne attiva, lavoro e faccio sport, non voglio il terribile pannolone…

Gio47, Terni

RISPOSTA

Cara signora, niente panico. Già nel 1998 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che «l’incontinenza è una patologia in gran parte evitabile e trattabile e non è sicuramente una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento». La reazione più frequente da parte dei pazienti quando viene loro diagnosticato un controllo vescicale insufficiente è, sebbene sembri strano, di sollievo. Perché finalmente ne hanno parlato con un medico (il sopportare silenziosamente è il vero grande problema) e scoprono che è un problema curabile e molto diffuso, difficile da stimare perché resta un tabù di cui poco si parla, ampiamente sommerso.
L’incontinenza urinaria si manifesta negli adulti in tre forme principali: da sforzo (lievi perdite quando si starnutisce, si ride, si tossisce, durante l’esercizio fisico o l’attività sessuale), da stimolo imperioso (contrazione involontaria della vescica che causa l'esigenza di recarsi in bagno frequentemente, sia durante il giorno che durante le ore notturne, magari per espellere piccole quantità di urina) oppure mista (ovvero un mix delle due).
Nella donna è più caratteristica l’incontinenza da sforzo che si manifesta in genere (ma non esclusivamente) con la menopausa e in chi ha partorito per via vaginale. Tuttavia con l’aumento dell’età diventa sempre più frequente quella «da urgenza», che mi sembra sia quella che più la tormenta.
Il primo passo è recarsi dal suo medico curante per conoscere quali centri vicino a casa possono trattare il suo disturbo: in caso di difficoltà può consultare il sito www.siud.it per conoscere i centri affiliati alla Società Italiana di Urodinamica, che si interessa delle disfunzioni del basso tratto urinario.
Lo specialista inquadrerà i sintomi, le prescriverà un’ecografia addominale e alcuni esami di laboratorio per escludere altre patologie che possono causare incontinenza.
Poi si arriverà alle cure, che sono molte. Generalmente si comincia con i cambiamenti di stile di vita e la ginnastica riabilitativa per i muscoli del pavimento pelvico (a volte integrata con elettrostimolazione e biofeedback, tecnica che consente di misurare le contrazioni muscolari mentre si eseguono gli esercizi); poi vengono le varie terapie farmacologiche, prescritte a seconda del singolo caso. Se il problema persiste, occorrono ulteriori approfondimenti diagnostici come l’esame urodinamico per poi procedere con trattamenti più impegnativi fino ad arrivare alle varie opzioni chirurgiche oggi a disposizione.

 


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