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Pediatria
Daniele Banfi
pubblicato il 06-12-2011

Se stai a casa da scuola è colpa del fumo dei tuoi genitori



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I bambini che vivono con dei genitori che fumano perdono più giorni di scuola. Infezioni alle vie respiratorie e alle orecchie sono i sintomi più diffusi

Se stai a casa da scuola è colpa del fumo dei tuoi genitori

Per rimanere a casa un giorno in più da scuola, i bambini sono disposti ad inventarsele tutte. Mal di testa o termometro sotto la lampada per far aumentare la temperatura poco importa. Saltare la scuola è il principale obiettivo. Non è così invece per i ragazzi che hanno dei genitori fumatori. Per loro non c'è bisogno di inventare nessuna scusa, ci pensano le sigarette. Ad affermarlo è uno studio realizzato dal Massachussetts General Hospital pubblicato sulla prestigiosa rivista Pediatrics. Le conclusioni non lasciano spazio alle interpretazioni: i bambini che vivono in una casa con persone che fumano fanno piu' assenze a scuola. 

LO STUDIO

L'analisi dei ricercatori statunitensi ha preso in esame più di 3 mila bambini di età compresa tra i 3 e gli 11 anni che vivono con almeno un genitore fumatore. Dai dati è emerso che i tra i bambini che abitano con dei fumatori, circa un terzo delle assenze da scuola sono dovute al fumo casalingo. Il motivo è semplice: il fumo passivo aumenta l'incidenza di infezioni alle orecchie e di malattie respiratorie. Un danno che, sottolinea lo studio, oltre a colpire i bambini tocca anche l'economia del Paese. Infatti a livello nazionale statunitense i giorni persi a scuola costano 227 milioni di dollari in stipendi e tempo per chi si deve prendere cura dei piccoli.

LE STATISTICHE 

Secondo lo studio, un terzo dei bambini americani vive a casa con almeno un fumatore, e oltre la metà di quelli tra i 3 e gli 11 anni presenta il marker dell'esposizione al tabacco in livelli rilevabili nel sangue. Dai dati forniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, risulta che circa la metà dei bambini di tutto il mondo sono esposti al fumo ambientale prodotto dai fumatori adulti. In Italia, il 22% dei bambini tra 13 e 24 mesi hanno una madre fumatrice, e circa la metà, il 52%, sono esposti a fumo di tabacco in casa. Il fumo materno è la maggiore fonte di fumo passivo, a causa dell'effetto cumulativo dell'esposizione durante la gravidanza e la stretta prossimità nelle prime fasi della vita. L'OMS ha analizzato i risultati di oltre 40 studi sull'impatto del fumo dei genitori sulle malattie delle basse vie respiratorie dei bambini. E' stato stimato che i figli di madri fumatrici hanno un eccesso di rischio del 70% di avere malattie delle basse vie respiratorie rispetto ai bambini figli di madri non fumatrici.

I PROVVEDIMENTI

Quello del fumo passivo è un problema che, nonostante le campagne di sensibilizzazione, non ha trovato ancora nei governi la disponibilità a tutelare le persone esposte al fumo altrui. A lanciare l'allarme è l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Dai dati presentati dall'OMS emerge che solo l'11% delle persone è protetto da legislazioni nazionali per avere ambienti smoke-free e che, tra le 100 città più popolose, sono solo 22 quelle che proteggono i loro abitanti proibendo il fumo nei luoghi pubblici. Sempre secondo l'OMS, tra i provvedimenti consigliati per ridurre il consumo di tabacco ci sarebbero l'aumento delle tasse, che tanto scalpore ha suscitato negli scorsi giorni in Giappone, e proibirne la pubblicità, la promozione e le sponsorizzazioni. Solo con quest'ultimo provvedimento si stima infatti un calo dei consumi quantificato tra il 7% e 16%. 

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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