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Coronavirus: un vaccino contro l'individualismo

L'epidemia di coronavirus può essere fermata grazie al nostro comportamento. Un passo indietro per il bene della collettività

Coronavirus: un vaccino contro l'individualismo

L'attuale emergenza coronavirus che ha colpito il nostro Paese pone davanti a noi la grande sfida dell'abbandono del nostro individualismo. In questi giorni hanno dominato due scuole di pensiero: quella che vedeva nel coronavirus l'agente che avrebbe decimato l'Italia e quella che ha sempre minimizzato al grido di "è una semplice influenza". In questo i media, con quel tipo di giornalismo "breaking news" dove orientarsi risulta sempre più difficile, non hanno affatto aiutato.


La situazione ora appare sempre più chiara. Almeno il 20% delle persone contagiate richiede un ricovero in ospedale e l'8% (alle 18 del 1 marzo 2020) occupa un posto in terapia intensiva. Rallentare la diffusione del virus è più che mai cruciale per evitare il collasso dei nostri ospedali. Troppe infezioni in un lasso di tempo limitato porterebbero ad una situazione ingestibile.


Mentre in queste ore l'attenzione è catalizzata dal coronavirus, negli ospedali c'è chi sta nascendo, chi sta subendo un'operazione d'urgenza per infarto o ictus, chi dopo anni potrebbe tornare a nuova vita grazie ad un trapianto e chi, per effetto della chemioterapia, è rimasto senza difese immunitarie. Persone fragili che lo diventano ancora di più se un sistema sanitario è impegnato a far fronte agli effetti di un'epidemia come quella attuale.


Per fermare il virus ed evitare che accada tutto ciò occorre il contributo di tutti. Di fronte a questa emergenza  siamo chiamati ad abbandonare il nostro individualismo, quello che porta stupidamente a scappare da una zona rossa o a credere che in fondo non siamo certo noi a propagare l'infezione se tanto non ci siamo lavati le mani. Quell'individualismo che superficialmente crediamo innocuo ma che in realtà danneggia i più deboli e, alla lunga, potrebbe danneggiare noi stessi.


In queste settimane siamo chiamati tutti a qualche rinuncia, che può essere dolorosa e in molti casi difficile da accettare -anche economicamente-, nell'interesse della collettività. La conoscenza è il mezzo migliore che abbiamo per affrontare la situazione attuale. Lo stare in casa quando non si sta bene, evitare i luoghi affollati, l'igiene delle mani e le politiche di smart-working sono tutte piccole azioni che possono concorrere ad evitare conseguenze ben più gravi degli attuali disagi. Quello di cui abbiamo bisogno oggi è innanzitutto un vaccino contro l'individualismo



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