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Alcol, cura e prevenzione: il «day-after» il Coronavirus

Il mondo della ricerca lancia un sondaggio per orientare nuove strategie di tutela della salute

Alcol, cura e prevenzione: il «day-after» il Coronavirus

Quante volte abbiamo letto sui giornali, sentito in televisione o letto sui social in questo periodo di pandemia da Coronavirus della crisi di tanti settori, tra i quali quello delle bevande alcoliche? E quante invece del rischio legato al consumo di alcol? Questa situazione ha cambiato molte abitudini, tra le altre anche gli acquisti su canali alternativi quali quelli di consegna a domicilio o di vendita online. Acquisti che, almeno per il settore delle bevande alcoliche, si stima abbiano conosciuto un’impennata tra il 180 e 250 per cento nell’«home delivery», con un aumento di consumi domestici di cui non si conosce il reale impatto diretto, sul consumatore e (indiretti) sui conviventi. 


Intossicazione
o violenza domestica, perdita di controllo personale maltrattamento al coniuge o ai minori, è concreta nel mondo (e in Europa in particolare) la percezione che l'alcol possa aver rappresentato la sostanza psicoattiva di riferimento, di facile e legale disponibilità rispetto all'esigenza di allentare tensioni da ansiainsonnianoiarepressione. E non è possibile escludere che il periodo di crisi da disoccupazione forzata per milioni di persone (tra le quali molti giovani, mortificati nelle prospettive e vessati da datori di lavoro che, pur avendo richiesto la cassa integrazione per i propri dipendenti, li richiama al lavoro obbligandoli a lavorare) e altre situazioni dettate da dinamiche lavorative e affettive, legate alla separazione tra persone bloccate in regioni differenti, oltre a ulteriori situazioni percepite come ingiustizie o comunque anelanti il sollievo da una sofferenza, possano aver trovato canalizzazione nell'uso dapprima euforizzante e poi depressivo ed estraniante della droga più diffusa ed usata al mondo. Ovvero, l'alcol.


In tutta Europa, l’informazione sull’alcol è disseminata attraverso vari mezzi di comunicazione: tra i quali i produttori di bevande alcoliche, i medici, i giornali o le televisioni, le istituzioni di tutela della salute. I messaggi ai tempi del Coronavirus hanno imposto un’attivazione tardiva del contrasto alle fake-news ma sono stati proprio alcuni settori della produzione di bevande alcoliche ad aver attuato la più massicci disinformazione che ha spinto tanto l'Istituto Superiore di Sanità quanto il Ministero della Salute a attivare attività di contrasto alle «bufale» che millantavano un’azione disinfettante o igienizzante o addirittura protettiva relativamente al Sars-CoV-2 di vino, grappa, resveratrolo per spingere le persone a bere. Verificate le dinamiche europee e internazionali di strategie comunicative disinformative in atto, anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha prodotto una serie di report e di infografiche per far aumentare la consapevolezza dei rischi che l'alcol comporta sempre sul sistema immunitario ma anche sulle problematiche relative alla necessità di fornire supporto a tutte le persone che in virtù del lockdown sono state impossibilitate a ricevere supporto sanitario e sociale o interventi adeguati per risolvere nuovi e vecchi problemi legati al bere.


Non esistono esperienze di modalità o linee guida per far fronte a una gestione mirata della verosimile recrudescenza di disturbi da uso di alcol che impatteranno sui servizi dedicati a intercettazione, screening, diagnosi, terapia e riabilitazione spesso in «compresenza» con altre problematiche comportamentali da  distanziamento sociale/isolamento come fumo, gioco d’azzardoscommessevideogames, giochi online, disturbi alimentari e da sostanze illegali come la cannabis o altre droghe illegali. C'è l'urgenza di riprogrammare e rinnovare i servizi sanitari, ridefinire i programmi, riorganizzare l'intero sistema di cura che ha dimostrato di non essere preparato a gestire un’emergenza importante come la pandemia che continuerà a gravare sulla società ancora per moto tempo. 


Conoscere
è quindi la base per poter garantire adeguatezza della risposta pubblica. Ed è proprio per questo che l'Osservatorio Nazionale Alcol e il Centro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la promozione della salute e la ricerca sull'alcol dell'Istituto Superiore di Sanità - insieme a numerosi istituti di ricerca e organizzazioni di tutela della salute pubblica che hanno colaborato con la Technische Universitat di Dresda (TUD, Germania) e l'Ospedale di Barcellona (FCRB, Spagna) - hanno contribuito a lanciare un’iniziativa, un sondaggio d’opinione e di consultazione volto a dare voce alle persone attraverso le loro percezioni e le loro esperienze per raccogliere e produrre indicazioni su base oggettiva da proporre ai decisori politici al fine di garantire attivazione specifica e quanto più possibile aderente alle esigenze di prevenzione di breve, medio e lungo termine. Il sondaggio, attivo fino al 30 giugno, agirà da catalizzatore nel far giungere ai decisori politici le opinioni e percezioni di ciascun partecipante al sondaggio che abbia dedicato meno di dieci minuti per rispondere a un questionario che è possibile compilare cliccando sul link specifico in lingua italiana


Gli italiani e le italiane che sono chiamati a partecipare - liberamente, gratuitamente e in forma anonima - a questa «mappatura» delle opinioni dei consumatori in tutta Europa contribuiranno a favorire un modello decisionale di tipo «bottom-up» (dal basso verso l’alto), mirando a favorire scelte informate come richiesto dalle direttive europee. La partecipazione all’indagine è il presupposto per garantire che le opinioni dei cittadini possano sostenere e rafforzare il processo di «empowerment» e partecipazione alla tutela dei percorsi di salute che favoriscano il benessere individuale e collettivo contribuendo a una migliore comprensione dei modelli di consumo e degli esiti di salute durante periodi di pandemia che comportano restrizioni e quarantene.


Lo scopo è dare sostegno ad azioni e decisioni e politiche in tempi di crisi basate sulle evidenze al fine di proteggere salute e benessere. Il sondaggio richiede soltanto dieci minuti per essere completato. I ricercatori confidano nella preziosa partecipazione di tutti e tutte a questa ricerca (accessibile sia se si è consumatori di bevande alcoliche sia se si è astemi) e a contribuire a raccogliere dati in tutta Europa, diffondendo il più possibile il link attraverso tutte reti e i contatti, sia professionali sia personali. 


L'augurio è quello di contribuire a tempi più sani. Per cui, finita di leggere questa riflessione, cliccate sul link. Grazie a tutti.

Clicca qui per partecipare al sondaggio



 



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