C’è una disciplina che più di altre ha segnato il corso della storia della medicina, è quella dell’anatomia umana. Un grande avventura che si snoda a partire da un punto focale, la dissezione del corpo umano. Non è affatto un caso che, un’iscrizione apparentemente paradossale, Hic est locus ubi mors gaudet succurere vitae (“Questo è il luogo dove la morte gioisce nell’aiutare la vita”), compaia frequentemente sulle pareti delle sale autoptiche. Fu un anatomo-patologo ottocentesco, il napoletano Luciano Armanni, a comprenderla appieno e a renderla nota.
La pratica anatomica ruppe infatti il tabù dell’inviolabilità del corpo, influenzò lo sviluppo della medicina, ebbe un impatto sulle concezioni religiose, filosofiche e giuridiche mondiali nel corso dei secoli.
«Fu un’innovazione cardine verso la comprensione del corpo umano», spiega Edoardo Rosati, medico, giornalista-scrittore e divulgatore scientifico, «un’intersezione mirabolante di conoscenze, esperienze, di arte, cultura e scienza che dall’Antico Egitto e dalla Valle dell’Indo, passando attraverso l’Amazzonia, l’Asia minore e la Grecia, attraversò il Medioevo, il Rinascimento, giungendo fino ai giorni nostri, dove ha addirittura trovato una “collocazione normativa”, grazie alla recente legge (n°10 del 10 febbraio 2020) sulla donazione dei corpi alla scienza a fini di studio, formazione e ricerca».
“La mirabolante avventura dell’anatomia umana” è dunque un viaggio nel tempo e nello spazio che racconta delle profonde conoscenze anatomiche del popolo egizio, che ripercorre l’etimologia delle sue parole chiave come “mum”, che sta per mummia e deriva del persiano. È un romanzo e insieme un avvincente saggio che interseca la brama d’eternità del genere umano con i tasselli che hanno portato gli studiosi a comprendere il significato dei visceri. Si parla di cere anatomiche, delle radici del macabro, di scoperte rivoluzionarie che riguardano arterie, cuore e cervello. Si racconta di anatomisti che sono i poeti della carne e delle ossa, pionieri che affondano le mani nella mitologia e nell’archeologia. Così i meandri dell’udito diventano un’officina degna di Efeso e il nome della prima vertebra cervicale è “Atlante”, lo stesso del titano greco. Sono le sfide di Galeno, la genialità di Leonardo da Vinci, sono Vesalio che nel Cinquecento con il suo “De humani corporis fabrica” sistematizzò le fondamenta della moderna anatomica scientifica, sono il patrimonio della cultura araba e il contribuito della medicina indiana. È Antonio Scarpa, uno dei più rinomati anatomisti dell’Europa illuminista, a cui si deve il nome di una piccola massa di tessuto nervoso che ha a che fare con il nervo acustico, il “ganglio di Scarpa”, appunto. Sono i misteri anatomici nel cuore di Napoli che mescolano arte a livelli stratosferici con una superlativa conoscenza anatomica. Il “Cristo Velato” (1753) è una scultura marmorea in grado di emozionare, sorprendere e incantare per la sua cruda realtà corporea e per la maestria dell’esecuzione.
Sono esperimenti elettrizzanti, ladri di cadaveri che raccontano del “Murder Act”, pietra miliare nella legislazione britannica, il cui scopo era quello di dissuadere i futuri omicidi, rendendoli indegni di sepoltura e esposti al vento come lugubre trofeo. Di queste salme, l’80% finì nelle mani dei medici per la dissezione anatomica.
È la storia dei manuali di anatomia, compreso il celeberrimo Gray’s Anatomy, che non è solo il nome di una lunga serie televisiva statunitense, ma è un tomo anatomico monumentale con ben 363 illustrazioni dettagliate, frutto della mente brillante di un anatomista e chirurgo inglese, Henry Gray (1825-1861).
«Il libro - prosegue Rosati - è dunque un excursus che mette insieme discipline diverse in un evolversi continuo, con l’obiettivo di migliorare la conoscenza del genere umano e intervenire concretamente, anche in sala operatoria, per agire sulla salute. Un esempio? L’analisi di un linfonodo in corso di intervento chirurgico che nasce da quelle stratificazioni di conoscenza lunghe millenni».
È un contenitore gigantesco al servizio della conoscenza, che accoglie le innovazioni tecniche dall’imaging, all’intelligenza artificiale e le interseca con le conoscenze che si sono sapientemente conservate e con quelle che sono state riviste e accantonate. È la descrizione della multisensorialità del fare medicina che permette la connessione di molti saperi.
LA MIRABOLANTE AVVENTURA DELL’ANATOMIA UMANA
di Edoardo Rosati, Gian Battista Ricci, Ed. Dedalo, 2025, 17 euro.