
Cos’è e come si manifesta il linfoma non-Hodgkin
Il linfoma non-Hodgkin (LNH) è un tumore che colpisce il sistema linfatico, la rete di vasi e organi deputata alla difesa immunitaria dell’organismo. A differenza del linfoma di Hodgkin, questa patologia comprende un ampio gruppo di tumori, caratterizzati dall’assenza delle cellule di Reed-Sternberg, elemento distintivo del linfoma di Hodgkin.
Esistono oltre 60 varianti di linfoma non-Hodgkin, che possono differenziarsi per velocità di crescita, localizzazione e risposta ai trattamenti. Alcune forme sono a crescita lenta (indolenti), mentre altre possono progredire rapidamente (aggressive). Questa eterogeneità rende essenziale una diagnosi accurata per individuare il trattamento più adeguato.
Cause e fattori di rischio
Le cause esatte del linfoma non-Hodgkin non sono del tutto note, ma diversi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare la malattia:
- Età avanzata: il rischio aumenta con l’età, con un’incidenza maggiore dopo i 60 anni, anche se alcuni tumori colpiscono anche i più giovani
- Deficit del sistema immunitario: condizioni come l’infezione da HIV, l’uso di farmaci immunosoppressori dopo un trapianto o malattie autoimmuni possono aumentare il rischio.
- Infezioni virali e batteriche: virus come l’Epstein-Barr (EBV), il virus dell’epatite C e l’HTLV-1, oltre a infezioni batteriche croniche come Helicobacter pylori, sono stati associati a un aumento del rischio.
- Esposizione a sostanze chimiche: l'esposizione prolungata a pesticidi, erbicidi, solventi e altri agenti chimici può essere un fattore predisponente.
- Predisposizione genetica: sebbene il linfoma non-Hodgkin non sia considerato ereditario, una familiarità con la malattia può aumentare leggermente il rischio.
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Sintomi del linfoma non-Hodgkin
I sintomi del linfoma non-Hodgkin possono variare a seconda del tipo di linfoma e della sua localizzazione. Tra i sintomi più comuni si trovano:
- Gonfiore indolore dei linfonodi, specialmente in collo, ascelle o inguine.
- Febbre persistente e sudorazioni notturne.
- Perdita di peso involontaria.
- Stanchezza cronica e affaticamento.
- Dolori addominali o senso di gonfiore, in caso di coinvolgimento della milza o di linfonodi addominali ingrossati.
- Prurito diffuso senza segni visibili sulla pelle.
In alcuni casi, il linfoma può localizzarsi in aree specifiche dell'organismo, provocando sintomi più particolari, come difficoltà respiratorie o dolori ossei.
Diagnosi del linfoma non-Hodgkin
Per confermare la diagnosi di linfoma non-Hodgkin, sono necessari diversi test e procedure diagnostiche:
- Esami del sangue: valutano eventuali alterazioni nei globuli bianchi, globuli rossi e piastrine.
- Biopsia linfonodale: è il test principale per la diagnosi, in cui un linfonodo o una parte di esso viene prelevata e analizzata al microscopio.
- Tomografia Computerizzata (TC) e Risonanza Magnetica (RM): consentono di valutare l’estensione della malattia e individuare eventuali aree coinvolte.
- PET-TC: un esame avanzato che aiuta a determinare l’attività metabolica delle cellule tumorali e a monitorare la risposta ai trattamenti.
- Aspirato midollare e biopsia ossea: vengono eseguiti se si sospetta un coinvolgimento del midollo osseo.
Trattamento del linfoma non-Hodgkin
Il trattamento dipende dal tipo di linfoma, dalla sua aggressività e dallo stato di salute del paziente. Le principali opzioni terapeutiche includono:
- Chemioterapia: è la terapia principale per molti tipi di linfoma non-Hodgkin. I farmaci chemioterapici vengono somministrati per via endovenosa o orale e possono essere combinati con altre terapie.
- Immunoterapia: gli anticorpi monoclonali, come il rituximab, mirano specificamente alle cellule tumorali, potenziando la risposta immunitaria.
- Radioterapia: può essere utilizzata per trattare linfomi localizzati o come complemento alla chemioterapia.
- Terapie mirate: nuove classi di farmaci bersaglio agiscono su specifiche alterazioni genetiche delle cellule tumorali.
- Trapianto di cellule staminali: nei casi più aggressivi o recidivanti, il trapianto autologo o allogenico può offrire una possibilità di cura.
Grazie ai progressi della medicina, molte forme di linfoma non-Hodgkin sono oggi curabili, con percentuali di sopravvivenza significativamente migliorate rispetto al passato.
Quanto è diffuso in Italia
Linfomi non Hodgkin
Nel 2024 sono stimate circa 13.271 nuove diagnosi (7.321 tra gli uomini e 5.950 tra le donne). Nel 2022 i decessi stimati sono 5.800 (3.300 uomini e 2.500 donne). Il tasso di sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è del 67% tra gli uomini e 70% tra le donne, con una probabilità di vivere ulteriori 4 anni condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi pari all’83% per gli uomini e 85% per le donne. Sono 166.700 le persone viventi in Italia dopo una diagnosi di linfoma non-Hodgkin.
[Dati AIOM - Associazione Italiana Oncologia Medica pubblicati in “I numeri del cancro in Italia - 2024”]
Nota bene: Le informazioni fornite non sostituiscono il parere di uno specialista. Per valutazioni personalizzate, è fondamentale consultare un medico.
Le 5 domande più frequenti sul linfoma non-Hodgkin
La principale differenza è la presenza delle cellule di Reed-Sternberg, caratteristiche del linfoma di Hodgkin e assenti nel linfoma non-Hodgkin.
No, esistono forme indolenti, che crescono lentamente, e forme aggressive, che richiedono trattamenti immediati.
Dipende dal tipo di linfoma, dalla sua estensione e dalla risposta alle terapie. Alcuni tipi hanno tassi di sopravvivenza molto elevati con le cure attuali.
Non esiste una prevenzione specifica, ma uno stile di vita sano e il controllo dei fattori di rischio possono ridurre la probabilità di svilupparlo.
Sì, è importante effettuare follow-up regolari per monitorare eventuali recidive e gestire gli effetti a lungo termine delle terapie.