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Nuove diagnosi nel 2022 in Italia
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Tumore dell'esofago
Informazioni su sintomi iniziali, fattori di rischio e opzioni terapeutiche per diagnosi e trattamento efficace

Che cos’è
L’esofago è un organo cilindrico cavo dell’apparato digerente lungo circa 25 centimetri, che collega la faringe allo stomaco permettendo il transito del cibo e dei liquidi. La sua parete è composta da quattro strati principali dall’interno verso l’esterno: mucosa, sottomucosa, tonaca muscolare e avventizia che poi diventa sierosa nella parte inferiore. Tale struttura a strati permette all’esofaco di svolgere la sua funzione di trasporto del cibo senza assorbire i nutrienti. Il tumore dell’esofago è una neoplasia maligna che colpisce principalmente uomini sopra i 50 anni. I due principali tipi sono:
- Carcinoma squamoso, che origina dalle cellule epiteliali della mucosa, denominate appunto squamose.
- Adenocarcinoma, derivato da cellule ghiandolari che possono svilupparsi a seguito di una condizione dovuta a reflusso gastroesofageo cronico.
La diagnosi precoce è rara poiché nelle fasi iniziali la malattia è spesso asintomatica. Quando il tumore avanza, i sintomi principali includono difficoltà nella deglutizione (disfagia), rigurgiti, scialorrea, perdita di peso e dolore toracico.
Fattori di rischio e prevenzione
Il tumore dell’esofago è influenzato da una combinazione di fattori genetici e comportamentali. Tra le cause genetiche, una maggiore incidenza è riscontrata in individui con tilosi palmare e plantare, una rara malattia ereditaria che determina un ispessimento anomalo della pelle sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi e che predispone anche a lesioni esofagee.
Tra gli stili di vita, l’abuso di alcol e il fumo di sigaretta rappresentano i fattori di rischio più rilevanti, soprattutto se combinati. Anche malattie specifiche come l’acalasia (alterazione della motilità esofagea) e il reflusso gastroesofageo cronico con esofago di Barrett (la trasformazione di cellule squamose in epitelio colonnare a causa del reflusso cronico) aumentano il rischio, in particolare per l’adenocarcinoma.
La prevenzione si basa su:
- Evitare il fumo e limitare il più possibile l’alcol.
- Seguire una dieta ricca di frutta, verdura e fibre.
- Mantenere un peso corporeo sano.
- Evitare l’abitudine di consumare cibi e bevande eccessivamente caldi.
- Monitorare attentamente condizioni predisponenti come il reflusso cronico.
Un regolare controllo endoscopico per pazienti a rischio è fondamentale per una diagnosi precoce, che offre le migliori possibilità di cura.
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Diagnosi
La diagnosi, in seguito ad attenta valutazione dei sintomi da parte del medico tra cui difficoltà a deglutire, perdita di peso involontaria, dolore retrosternale, rigurgiti ricorrenti, abbassamento di voce e tosse secca persistente, si avvale principalmente della esofagogastroscopia, che permette di osservare l’esofago dall’interno e di prelevare campioni di tessuto per l’analisi istologica. In alcuni casi, la radiografia con bario può essere utilizzata per identificare alterazioni morfologiche o funzionali, anche se è meno specifica rispetto alla gastroscopia.
Per valutare la stadiazione della malattia, essenziale per definire il trattamento, si eseguono:
- TAC con mezzo di contrasto, per individuare l’estensione della lesione, i linfonodi coinvolti e eventuali metastasi.
- Ecoendoscopia, che combina endoscopia ed ecografia per un’analisi dettagliata della parete esofagea.
- TAC-PET, utile per identificare metastasi a distanza.
Come si cura
Il trattamento del tumore dell’esofago dipende dal coinvolgimento dei tessuti, dallo stadio della malattia, dall’età e dalle condizioni generali del paziente. Le principali strategie includono chirurgia, chemioterapia, radioterapia e terapie biologiche.
Chirurgia
L’intervento chirurgico, denominato esofagectomia, prevede la rimozione di parte o dell’intero esofago, dei linfonodi regionali e la ricostruzione del canale alimentare utilizzando parte del tessuto dello lo stomaco o, in alcuni casi, dell’intestino tenue o del colon. La resezione endoscopica della mucosa è un’opzione per tumori molto superficiali e richiede un’elevata esperienza specialistica.
Chemioterapia
La chemioterapia è spesso combinata con la radioterapia per trattamenti neoadiuvanti (prima della chirurgia) o come terapia dopo l’intervento per ridurre il rischio di recidiva o in pazienti non operabili per migliorare la qualità di vita. I farmaci più utilizzati includono il carboplatino, il cisplatino e il 5-fluorouracile.
Radioterapia
Come la chemioterapia può essere fatta prima o dopo la chirurgia o quando quest’ultima non è possibile. La radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali. Le tecnologie moderne consentono di ridurre al minimo i danni ai tessuti sani, aumentando l’efficacia del trattamento.
Farmaci biologici
Gli anticorpi monoclonali e altri farmaci biologici sono ormai parte della pratica clinica, alcuni per il trattamento di prima linea, altri per i tumori avanzati. La ricerca è volta ad ampliare sempre di più le indagini su nuovi bersagli molecolari da colpire e offrire così maggiori opportunità terapeutiche.
Quanto è diffuso in Italia
Nel 2022 sono state stimate circa 2.480 nuove diagnosi di tumore dell’esofago (1.740 tra gli uomini e 740 tra le donne). Il tasso di sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è del 13% tra gli uomini e del 22% tra le donne. Sono 7.100 le persone viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore dell’esofago.
[Dati AIOM - Associazione Italiana Oncologia Medica pubblicati in “I numeri del cancro in Italia - 2023”]
5 domande e risposte sul tumore dell’esofago
Nei primi stadi il tumore all’esofago è spesso asintomatico. Quando presenti, i sintomi includono difficoltà nella deglutizione (disfagia) e rigurgito.
I fumatori, i consumatori di alcol e le persone con reflusso cronico o esofago di Barrett sono i gruppi più a rischio.
Attraverso esami come esofagogastroscopia, biopsia e TAC con mezzo di contrasto per valutare l’estensione della malattia.
Le opzioni includono chirurgia, chemioterapia, radioterapia e farmaci biologici, scelte in base allo stadio del tumore e alle condizioni del paziente.
Evitare alcol e fumo, seguire una dieta sana e monitorare il reflusso cronico possono ridurre significativamente il rischio.