carcere
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- Se Silvio Pellico tornasse al mondo e venisse rinchiuso in una qualsiasi prigione italiana, penso che paradossalmente rimpiangerebbe lo Spielberg, che almeno gli risparmiò di dover vivere in una situazione che mediamente, nelle nostre carceri, ingabbia i detenuti in 3 metri quadri per ciascuno, mentre le norme sanitarie prevedono uno spazio minimo di 9 metri.…Liberare i detenuti? Sì, ma come reinserirli nella società?
Carcere di Bollate: dove il detenuto non perde la sua dignitàAlle porte di Milano un carcere modello, dove la cella serve solo per dormire, si frequentano scuole professionali, si lavora in cooperative, si fa teatro, tornei di calcio e tennis e c'è anche un giornale L’Ergastolo ostativo? A volte chi non collabora non sa o teme per i figliParla la direttrice del carcere di San Vittore di Milano, Gloria Manzelli, e invita a riflettere sui motivi dell'ergastolo ostativo che concede certi i benefici che accorciano la pena solo se il condannato confessa tutto e collabora con la giustizia. Ma non sempre il detenuto conserva altri segreti o, comunque, tace non per omertà ma per timore di rappresaglie contro la sua famiglia Il fine pena mai è anticostituzionaleGiuliano Pisapia, avvocato e oggi sindaco di Milano, che partecipa all'apertura dei lavori congressuali di Science for Peace, appassionato studioso di problemi giudiziari fa un'analisi del sistema giustizia italiano e mette in luce le più gravi storture Dalle carceri italiane è evasa la saluteDisturbi psichiatrici, malattie infettive, suicidi: nonostante il dettato della Costituzione quello delle cure dietro le sbarre è un diritto troppo spesso tradito. Una situazione tragica che fa dire ai medici delle carceri: “Questo è il nostro terzo mondo” L’uomo del delitto è diverso dall’uomo della penaMolti condannati, afferma Sergio D'Elia, un ex terrorista e segretario di "Nessuno tocchi Caino" recuperano una nuova innocenza e questa va riconosciuta dalla giustizia Le ali della libertà che portano al suicidioDietro le sbarre episodi tragici e spesso senza una spiegazione di detenuti che si tolgono la vita. Parla il direttore del reparto di Medicina Penitenziaria all'Ospedale San Paolo di Milano Se non sei libero di scegliere la tua condotta non sei colpevole e quindi non punibileAlcune indagini nel campo delle neuroscienze mettono in dubbio l’idea dell’autodeterminazione dell’individuo. Se si parte dal presupposto che il reo agisce sotto impulsi violenti che non sa controllare cadrebbe il concetto di responsabilità e quindi la ragione del punire