lavoro
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Più tardi si va in pensione, minori sono i rischi di AlzheimerSecondo un’indagine francese su 500mila persone restare in attività allontanerebbe il rischio di demenze Tassare chi danneggia la propria salute?E' la proposta shock discussa da economisti alla Conferenza sulla longevitàdi Venezia. Ma si è proposto anche di calcolare la pensione dal fine vita, cioè di legare la durata dei contributi alla durata prevedibile dell'esistenza Le nuove cure dell’emicraniaE’ una malattia invalidante ma ci sono i famaci efficaci per combatterla, però la terapia deve essere costante per aver successo- E’ il meno che possa dire davanti all’incredibile vicenda dei miei 65mila concittadini che prima della fine dell’anno scorso hanno accettato, con un incentivo non certo al livello delle ruberie milionarie di cui leggiamo tutti i giorni, di lasciare il posto di lavoro prima del tempo, con la certezza di ricevere la pensione al massimo…Mi dichiaro un esodato dalla democrazia
Gli alberi sono fioriti. Ma gli uomini?“Gli alberi sono fioriti. Ma gli uomini? “ In un commosso ritratto, Indro Montanelli riportò queste parole di Giuseppe Massarenti che moriva. Massarenti, sindacalista socialista brutalmente perseguitato dal fascismo, che lo internò per sette anni in un manicomio (i metodi dei regimi sono sempre uguali…) si battè tutta la vita per i diritti dei contadini… Troppo lavoro raddoppia il rischio di depressioneUn’indagine finlandese mostra questo collegamento. L’esperto: «Colpa dello stress fisico, ma anche dello stress per liti in famiglia o per non poter fare attività che piacciono». Ma per i “workaholics” il lavoro è una “droga” che protegge dal male oscuro Cefalea e cervicale: il dolore si batte anche stando seduti in ufficioUno studio sugli impiegati del Comune di Torino dimostra che semplici esercizi posturali eseguiti alla scrivania possono ridurre di un terzo mal di testa, dolore a collo e spalle e uso di analgesici Cari amici, donereste un giorno di ferie per chi soffre?Vi ricordate «I ragazzi della via Pàl?» Io lo lessi con emozione e partecipazione a un’età che era quella dei protagonisti, e non so se mi piaceva di più il generale Boka, che era già un uomo in erba, o il soldato semplice Ernesto Nemecsek, un bambino pieno di paura e di coraggio. Forse perché…