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Alimentazione
Daniele Banfi
pubblicato il 12-04-2017

Alcol: in Italia aumentano i consumi, soprattutto fuori pasto



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Aumenta la quota di italiani che consumano alcol. Preoccupazione per la diffusione del binge drinking nei più giovani

Alcol: in Italia aumentano i consumi, soprattutto fuori pasto

Secondo i dati ISTAT nel corso del 2015 il 64,5% degli italiani di età superiore agli 11 anni e più ha consumato almeno una bevanda contenente alcol. Mentre si osserva una sostanziale stabilità rispetto dei consumatori giornalieri, continuano a crescere i consumatori fuori pasto (nel 2013 erano il 25,8%, nel 2014 erano il 26,9%, nel 2015 risultano il 27,9%). Inoltre -dato da non trascurare visto il coinvolgimento dei più giovani- è ancora troppo diffuso il fenomeno del binge drinking, il consumo concentrato in un arco ristretto di tempo di bevande alcoliche di qualsiasi tipo in modo consecutivo. E' questa la fotografia del consumo di alcol in Italia, presentata oggi all'Istituto Superiore di Sanità in occasione dell'Alcohol Prevention Day.

 

 

NON PIU' SOLO VINO E BIRRA

«L’Italia, inizialmente collocata tra i Paesi con il consumo medio pro-capite più elevato, è stata tra i primi Paesi a ridurre significativamente i consumi, tanto che nel 2010 era il Paese con il valore più basso tra tutti i 28 Stati Membri dell’Unione Europea (UE) con 7,0 litri. Tuttavia, a partire dal 2010, il consumo di alcol in Italia è tornato a salire ed è nel 2014 pari a 7,6 litri» spiega il professor Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio Nazionale Alcol. Andando ad analizzare in maniera più approfondita il rapporto degli italiani con le bevande alcoliche emerge anche una progressiva riduzione della quota di consumatori che bevono solo vino e birra, soprattutto fra i più giovani e le donne e un aumento della quota di chi consuma, oltre a vino e birra, anche aperitivi, amari e superalcolici, aumento che si registra nei giovani e i giovanissimi ma in misura percentuale maggiore negli adulti oltre i 44 anni e gli anziani. Diverso anche il consumo a seconda della Regione: si beve di più nel Centro-nord, soprattutto nel Nord-est (69,1%), in particolare tra i maschi (79,4%). In modo analogo si distribuiscono i consumatori giornalieri, con una quota nel Nord del 24,1%. Rispetto al 2014 si osserva al Nord e al Centro un aumento nel consumo di alcol di 2,4 punti percentuali. 

 

ALCOL E GIOVANI: ATTENZIONE AL BINGE DRINKING

Ma a preoccupare, soprattutto per l'abitudine diffusa nei più giovani, è il fenomeno del binge drinking. «Tecnicamente si tratta dell'abitudine di consumare quantità eccessive - convenzionalmente sei o più bicchieri di bevande alcoliche anche diverse - in una singola occasione. Questo comportamento è presente prevalentemente nei Paesi del nord Europa, ma si è fortemente radicato anche nel nostro Paese in particolar modo nella fascia giovanile della popolazione» spiega l'esperto. Dai dati emerge che nel 2015 circa il 10,8% tra gli uomini e 3,1% tra le donne di età superiore a 11 anni ha tenuto almeno una volta questo comportamento. Ciò significa oltre 3 milioni e 700mila binge drinker di età superiore a 11 anni. Un numero impressionante se si pensa agli effetti di questa pericolosa abitudine. L'alcol consumato tra i 12 e i 25 anni infatti, oltre a causare notevoli danni a livello epatico, interferisce negativamente sul cervello alterando il rimodellamento delle sinapsi.

 

ALCOL, UN FATTORE DI RISCHIO MAI PRESO TROPPO SUL SERIO

«Il consumo di alcol - conclude Scafato - è un importante problema di salute pubblica, classificato in Europa come terzo fattore di rischio di malattia e morte prematura dopo il fumo e l’ipertensione arteriosa. In particolare, la classificazione statistica internazionale delle malattie (International Classification of Diseases 10th revision, ICD-10) indica oltre 200 condizioni per le quali il consumo di bevande alcoliche è un fattore di rischio evitabile inclusi numerosi disturbi neuropsichiatrici, le malattie croniche, i tumori, gli infortuni, le situazioni che provocano ogni anno numerosi morti e feriti che sopravvivono con disabilità permanenti».

@danielebanfi83

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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