Dieta vegana nei bambini: meglio rimandare la scelta
Troppo rischiosi i possibili deficit nutrizionali nei primi sei anni di vita. Nessun problema invece per la dieta vegetariana
Vegetariani sì. Vegani (sarebbe) meglio di no. I bambini, almeno nei primi sei anni della loro vita, non dovrebbero mai fare a meno dei derivati di origine animale. Affrontare la fase di crescita senza la carne, ed eventualmente il pesce, è possibile: purché sotto stretto controllo medico. Ma rinunciando finanche a latte, uova e burro si corre il rischio di «provocare effetti devastanti sulla salute dei bambini»: parola degli esperti del Vecchio Continente, riunitisi nelle scorse settimane a Praga per il congresso della Società europea, di nutrizione, epatologia e gastroenterologia pediatrica (Espghan).
Pur senza presentare alcun nuovo studio, i ricercatori hanno fatto una sintesi delle evidenze presenti in letteratura sul tema dell’adozione di una dieta vegana da parte dei bambini. Gli oltre mille specialisti accorsi si sono ritrovati d’accordo su un punto: l’adozione di una dieta vegana(a maggior ragione se seguita senza controllo medico) espone il piccolo consumatore a una carenza diffusa di nutrienti. Nello specifico: vitamina B12, calcio, zinco e proteine nobili (quelle in grado di apportare tutti gli amminoacidi essenziali). Deficit che espongono i bambini a problemi di salute mica di poco conto: si va dallo sviluppo di un apparato scheletrico a bassa densità al rischio di disordini neurologici irreversibili. Conclusione comune a molti studi è quella che vede «i bambini vegani più magri e più piccoli rispetto ai coetanei onnivori o comunque vegetariani», è il pensiero di Mary Fewtrell, docente di nutrizione pediatrica all’University College di Londra e presidente del Comitato che la società scientifica ha dedicato alla nutrizione.
DIETA VEGETARIANA E VEGANA: QUALI I POSSIBILI BENEFICI?
MENO PROBLEMI CON LA DIETA VEGETARIANA
La lacuna più rilevante rischia di essere quella della vitamina B12: essenziale per la creazione del Dna che deve essere contenuto nelle nuove cellule, oltre che per un regolare sviluppo del sistema nervoso centrale e delle cellule del sangue. «È difficile garantire una dieta vegana sana ed equilibrata a un bambino - prosegue la specialista -. In linea teorica, sarebbe opportuno rimandare questa scelta di qualche anno. Ma se proprio i genitori non ammettessero l’introduzione nella dieta di carne, pesce e altri derivati di origine animale, è necessario rivolgersi a uno specialista per avere un supporto nutrizionale. Il discorso riguarda anche le donne che allattano: se vegane pure loro, occorre che supplementino la dieta, anche se dalle analisi non dovessero emergere particolari deficienze». Minori sono invece le conseguenze per chi opta per il vegetarianesimo, con tutte le varianti annesse (latto-vegetarianesimo, ovo-vegetarianesimo, latto-ovo vegetarianesimo e pesco-vegetarianesimo). Risultati a lungo termine non ce ne sono. Ma a differenza di chi esclude la carne, il pesce, il latte, le uova e i formaggi, anche nei piccoli vegetariani si osservano un miglioramento del profilo lipidico, dello stato antiossidante e un maggiore introito di fibre alimentari. Tendenze che si traducono in una ridotta incidenza del sovrappeso e dell’obesità: indipendentemente dall’età della persona che segue la dieta vegetariana.
LE BEVANDE VEGETALI NON SONO UN VALIDO SOSTITUTO (PER IL CALCIO)
L’uso di integratori nei bambini che seguono la dieta vegana è inevitabile, per far fronte ai deficit di micronutrienti. Mentre secondo l'Espghan i cosiddetti latti di origine vegetale - riso, mandorla, soia - non sono analoghi nutrizionali del latte. La questione riguarda soprattutto l’apporto di calcio, cruciale per garantire un normale sviluppo dell’apparato scheletrico e prevenire il rachitismo, condizione riscontrata con maggiore frequenza nei bambini vegani. Dunque al di sotto dei sei anni un bambino deve per forza bere il latte vaccino? «Non necessariamente - chiosa Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e ricercatrice della Fondazione Umberto Veronesi -. Le bevande vegetali sono quasi sempre addizionate, oltre che in calcio, nelle vitamine B12 e D. Detto ciò è comunque necessario rendere più varia la dieta di un bimbo che non consuma latte vaccino: attraverso il consumo di verdure a foglia verde e di acque medio-minerali».
Le principali fonti di proteine vegetali
Lupini In cento grammi di lupini cotti, ce ne sono 16,7 di proteine
Fave A seconda che siano cotte o crude, il contenuto di proteine in cento grammi di prodotto varia tra 5,2 e 6,1 grammi
Ceci In cento grammi di ceci secchi, ce ne sono 20,9 di proteine. Il contenuto scende a sette grammi nel prodotto cotto
Seitan Si ottiene mediante la lavorazione della farina di frumento (anche kamut, farro). In cento grammi di prodotto, ce ne sono 36 di proteine
Lenticchie In cento grammi di lenticchie secche, ce ne sono 22,7 di proteine. Il contenuto scende a sette grammi nel prodotto cotto
Piselli Nel legume cotto, per cento grammi di prodotto, ce ne sono 9,1 di proteine. Il contenuto è quasi dimezzato (5,1) nel prodotto in scatola, scolato, e pari a un terzo nel prodotto surgelato
Fagioli Nel prodotto crudo, ci sono 23,6 grammi di proteine (per cento di prodotto). Il contenuto scende a otto grammi nel prodotto cotto. Non ci sono particolari differenze tra i diversi tipi di fagioli
Soia La soia secca e la farina di soia contengono 36.9 grammi di proteine per cento di prodotto. Il contenuto è di molto inferiore nello yogurt (5) e nel latte (2,9).