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Alimentazione
Redazione
pubblicato il 08-02-2012

E' lo sport la prima arma per i giovani diabetici



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Attività fisica e una corretta alimentazione aiutano nei giovanissimi a controllare il diabete e a prevenire le patologie correlate in età adulta

E' lo sport la prima arma per i giovani diabetici

Sono in crescita fra i bambini e i ragazzi al di sotto dei 20 anni le forme di diabete di tipo 2, che di norma si manifesta dopo i 40-50 anni, e le cause sono riconducibili a sovrappeso e obesità. Le linee guida delle società scientifiche, per i ragazzi e i bambini, raccomandano: niente farmaci. Il diabete di tipo 2 si cura con la correzione dello stile di vita, un regime alimentare equilibrato e una regolare attività fisica.

LE LINEE GUIDA–  Lo sport si conferma un’arma vincente per i giovanissimi affetti da diabete: aiuta il controllo del tipo 1 e previene l’insorgenza del tipo 2. Ad ogni età, però, il suo esercizio fisico: tra i 3 e i 5 anni solo attività ludiche (correre, giocare, saltare e fare capriole), tra i 6 e i 9 anni impegni più strutturati (ginnastica, nuoto, giochi di squadra e bicicletta), tra i 10 e i 12 anni le linee guida danno il benestare anche ad attività agonistiche con preferenza per nuoto, tennis, ginnastica artistica e danza e fra gli sport di squadra calcio, ciclismo e pallavolo. «L’attività sportiva – dice Andrea Scaramuzza, responsabile del Servizio di diabetologia, malattie del metabolismo e nutrizione della Clinica Pediatrica dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano – determina un miglioramento della sensibilità insulinica e riduce colesterolo e trigliceridi». Con notevoli benefici anche per l’apparato cardiovascolare che regolarizza i valori della pressione. Sì, dunque, al movimento ma a condizione che i ragazzi si attengano alle precise indicazioni della terapia insulinica, ad una buona alimentazione e sappiano gestire eventuali crisi, se sopraggiungono nel corso della pratica sportiva.

PREVENZIONE DELLE CRISI– Ipoglicemia e iperglicemia restano sempre in agguato ma si possono controllare. «Un programma sportivo più impegnativo – continua Scaramuzza – richiede il bilanciamento tra introito di carboidrati, dispendio energetico e un buon controllo glicemico sia durante l’esercizio fisico che nelle ore successive». Quando la fatica si fa sentire, sintomo tipico dell’ipoglicemia e i valori scendono sotto i 60 mg/dl, l’attività sportiva va temporaneamente sospesa e ripresa nell’arco della giornata combattendo l’emergenza con zucchero e/o bevande zuccherate. Nel caso opposto, quando i valori dello zucchero nel sangue superano i 250 mg/dl, indicati dalla necessità frequente di urinare, occorre evitare cibi ricchi di carboidrati fino a che i valori non rientrano nella norma e scegliere per sconfiggere la crisi cracker, mela o uva (che contengono zuccheri facilmente assimilabili) e succhi di frutta. «È fondamentale misurare prima e dopo ogni attività sportiva – raccomanda lo specialista – i valori della glicemia per intervenire subito in caso di necessità e correggere con il diabetologo la terapia insulinica o l’alimentazione».

BENEFICI DELLO SPORT–  I benefici di una attività sportiva si apprezzeranno soprattutto in età adulta con un miglior controllo delle patologie correlate al diabete, fra queste le retinopatie e i disturbi renali di cui recenti statistiche attestano una riduzione del 35%. Mentre non sono trascurabili i vantaggi che lo sport gioca, fin da subito, a livello psicologico: migliora l’autostima, accresce la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità e insegna ad accettare la malattia con tutto ciò che essa comporta (momenti di debolezza fisica, terapia insulinica e controlli costanti della glicemia) anche davanti ai compagni.

 

Francesca Morelli

 


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