Chiudi
Alimentazione
Maria Giovanna Gatti
pubblicato il 12-12-2011

Tu mangi sano o mangi malato?



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Che cosa significa realmente mangiare sano; ed esiste forse un mangiare malato? Ecco una serie di indicazioni preziose per tutti coloro che vogliono nutrirsi correttamente

Tu mangi sano o mangi malato?

Mi piace mangiare sano. E' una frase ormai molto frequente, quasi la garanzia che grazie alla scelta del cibo sano la persona sia destinata a mantenere il proprio stato di benessere per lunghi anni.

Che l'alimentazione sia la base utile e necessaria per aumentare la probabilità di salute e diminuire la probabilità di ammalarsi e' vero.

Sappiamo che anche nella prevenzione dei tumori e nella capacita di reagire positivamente alle cure il tipo di alimentazione e la sua quantità siano molto importanti.

Tuttavia, così come in altri ambiti anche nel cibo occorre approfondire l'argomento ed essere precisi. Mangiare sano può essere espressione colloquiale che dice tutto e niente.

CHE COSA E’ IL CIBO SANO

Cosa significa infatti mangiare sano? Come si declina il "sano" sulla nostra tavola? Di recente nel corso di una riunione sono rimasta colpita da una battuta molto intelligente: di fronte a qualcuno che dichiarava di mangiare sano qualcun altro ha commentato con "perché, conosci gente che mangia malato?".

Assolutamente vero. Ciascuno di noi costruisce una propria credenza, la certezza che la salute passi attraverso alcune abitudini alimentari. Ci si convince che il cibo A sia perfetto e il cibo B faccia malissimo, la cottura X sia la migliore e la pentola Y renda gli ingredienti toccasana assoluti.

Non sempre pero' si prende il tempo e la briga di verificare, di informarsi sulla genuina bontà della propria scelta.

Non tanto tempo fa discorrevo con una donna di circa quaranta anni, assolutamente sicura di avere abitudini salutari. In cinque minuti di piacevole chiacchierata ha elencato almeno tre abitudini del tutto contrarie a ciò che oggi consideriamo utile nella prevenzione.

Eppure era serenamente convinta che funzionassero, che fossero basate sulla logica e sull'evidenza della scienza.

Mangiare sano si può, aumenta davvero la probabilità di salute, ma deve essere vero. Cioè quell'alimentazione deve essere sana sul serio, almeno nei limiti oggi noti alla scienza.

CONOSCERE

Sappiamo quanto mangiare sia questione di bisogno fisico, piacere e socialità. Non si mangia solo per sopravvivere e tenersi in piedi, il cibo ha valore simbolico enorme e anche il sapore, l'odore la consistenza ne sono parte perché suscitano piacere o repulsione, ottima digestione o rifiuto.

E' sano, per esempio, mangiare tranquilli masticando con calma, magari senza lo stimolo negativo della televisione che propina immagini e notizie sgradevoli; consideriamo sano, a pieno diritto, mangiare con amici o persone che amiamo senza badare troppo alle esigenze dietetiche almeno qualche volta.

E' sano scegliere quali cibi, quali condimenti, quale cottura.

E qui si rende necessaria la conoscenza. Conoscere significa regalare a se stessi gli strumenti per vivere meglio.

Libertà di sapere e libertà di scegliere sono entrate subito nel motto della Fondazione Veronesi e sono applicabili al comportamento alimentare. Possiamo mangiare sano e vantarcene oppure convincere gli amici a fare lo stesso solo essendo certi che le preferenze alimentari non siano frutto del nostro arbitrio, ma la scienza abbia analizzato e compreso il valore di ciò che mangiamo.

INDICAZIONI

Nell'alimentazione esistono indicazioni generiche ma preziose, come l'abitudine di assumere ogni giorno almeno cinque porzioni di verdura e frutta, e indicazioni specifiche e dettagliate.

Che la carne rossa aumenti il rischio di malattie cardiache e tumorali e vada limitata nel consumo può considerarsi indicazione specifica; alcuni tipi di cellule tumorali sono stimolati dalla carne rossa, e gli studi statistici hanno detto che mangiare tanta carne rossa aumenta il rischio di tumore e infarto o problema cardiovascolare.

Studi sulla longevità hanno puntato l'attenzione sull'attività fisica ma anche sulla riduzione delle calorie introdotte: vive di più chi non mangia troppo. Altre indicazioni specifiche sono legate alla nutrigenomica, cioè alla scienza che studia l'effetto degli alimenti sul DNA. Perché il DNA può essere danneggiato o addirittura protetto o riparato dal sapiente uso di alcuni cibi.

Rendiamoci conto di cosa significhi influire sul DNA: se il DNA si spezza e si altera il rischio di malattia diventa molto alto, se invece viene riparato la prevenzione diventa massima e concreta. Scegliere il cibo con cognizione quindi ha conseguenze dirette sullo stato del DNA, dei geni, della salute.

E la nutrigenomica non si improvvisa, non si basa sull'intuizione personale.Informarsi sull'alimentazione grazie a libri, siti internet, trasmissioni di divulgazione scientifica (che ormai forniscono anche ottime ricette) significa comprendere cosa sia davvero mangiare sano. Perché la scelta di salute non sia solo una questione di parole.


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina