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Alimentazione
Daniele Banfi
pubblicato il 11-04-2016

“Un piatto di salute” per prevenire le malattie croniche



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Nello speciale a cura di SKY TG24 abbiamo fatto chiarezza sul ruolo dell’alimentazione nel proteggere o, al contrario, predisporre a sviluppare malattie

“Un piatto di salute” per prevenire le malattie croniche

Siamo quel che mangiamo”. Oggi più che mai quest’affermazione trova sempre più riscontri scientifici. Ci sono cibi in grado di proteggere la nostra salute e alimenti che, se assunti in eccesso, possono predisporci allo sviluppo di malattie cardiovascolari e cancro. Nello speciale “Un piatto di salute”, realizzato dall’emittente televisiva SKY TG24, abbiamo contribuito a fare il punto situazione sotto l’aspetto scientifico sulla stretta relazione tra come ci si nutre e ciò che siamo: è possibile eliminare alcuni fattori di rischio come diabete e ipertensione attraverso il cibo? Quali sono gli alimenti che ci proteggono? La carne fa male: cosa c'è di vero?

 

LA SVOLTA DI PIO

I dati lasciano poco spazio alle interpretazioni: le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. «La relazione tra lo sviluppo di queste malattie e le cattive abitudini alimentari è molto stretta. La salute e l’efficienza della persona dipendono in gran parte dall’alimentazione. Mangiare troppo e in maniera non corretta può causare sovrappeso, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, diabete e quindi aumentare il rischio di malattie cardiovascolari» spiega Elena Dogliotti, ricercatrice sostenuta dalla Fondazione Veronesi per i progetti legati alla divulgazione in ambito alimentare.

Invertire questa tendenza è però possibile. Un esempio è la storia di Pio D’Emilia, giornalista inviato di Sky TG24, che ha deciso di essere seguito passo dopo passo dalla dottoressa Dogliotti raccontando la sua storia all’interno dello speciale “Un piatto di salute”. Pio, all’inizio del percorso, pesava 110 chili per una circonferenza addominale di oltre 125 cm. Ipertensione e diabete erano una costante, per il loro trattamento assumeva diversi farmaci. «Attraverso un regime alimentare mirato, il cambio delle abitudini alimentari e con l’attività fisica Pio è riuscito in pochi mesi a perdere molti chili tanto che il suo medico ha ritenuto di sospendere l’assunzione di alcuni farmaci» continua Elena Dogliotti. Dopo un’anteprima andata in onda su SKY TG 24 nel prossimo mese di giugno SKY trasmetterà una serie di puntate che racconteranno il percorso di Pio D’Emilia.

 

IL CIBO CHE CURA

Se da un lato un’alimentazione scorretta influisce in maniera significativa nello sviluppo di alcune malattie, dall’altro alcuni cibi possono invece proteggerci. Cosa mangiare allora? «Il miglior compromesso è la dieta mediterranea. Chi la segue - e gli studi a riguardo non mancano - vive più a lungo e ha minori probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumore. Per la dieta mediterranea valgono le seguenti regole: 55-60% di Glucidi, di cui l’80% complessi (pane integrale, pasta, riso, mais) e il 20 % di zuccheri semplici; 10–15% di Proteine; 25-30 % di Grassi (olio di oliva); frutta e verdura occupano un posto di rilievo per le vitamine, i minerali, gli antiossidanti e le fibre che forniscono» spiega l’esperta.

Negli ultimi anni particolare attenzione è stata posta proprio sugli antiossidanti, capaci di tamponare i danni al Dna - alla base dello sviluppo dei tumori - causati dai radicali liberi: tra i più importanti che necessitano di essere regolarmente introdotti ci sono la vitamina C, contenuta in frutta e verdura, la vitamina E, contenuta negli olii vegetali, gli antiossidanti polifenolici come il resveratrolo, contenuti nei frutti e nell’uva ed infine i carotenoidi come il licopene contenuti anch'essi nella verdura.

 

CARNE: COSA C’E’ DA SAPERE?

Capitolo a parte merita il consumo di carne. Recentemente lo Iarc, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, ha inserito le carni processate nel gruppo 1 delle sostanze cancerogene. Risultano come probabile cancerogeno per l’uomo (gruppo 2A), invece, le carni rosse fresche ovvero quelle derivate dal maiale, dai bovini, dal cavallo e dall’agnello. Dalle analisi è emerso che il consumo di questi alimenti aumenta il rischio di sviluppare un tumore del colon retto. Bastano cinquanta grammi al giorno per far crescere il rischio del 18%. Non solo, il legame si estende anche ad altri tumori come quello del pancreas e della prostata.

Addio allora alla carne? «Nient'affatto, perché la prudenza nel consumo è raccomandata già da diversi anni - chiarisce Elena Dogliotti -. Il messaggio che dobbiamo portare a casa da è quello di tornare alla dieta mediterranea, che sappiamo essere un fattore protettivo rispetto a diversi tumori. Quanto alla carne, i consumi devono essere limitati e comunque mai superiori a 500 grammi alla settimana: 1-2 porzioni da cento grammi l'una di carne bianca, 1-2 di carne rossa e non più di cinquanta grammi di salumi nell'arco di sette giorni».

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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