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Francesca Morelli
pubblicato il 02-11-2015

Contro il raffreddore sì allo sport d’inverno



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Un regolare allenamento fisico riduce il rischio di contrarre raffreddori e influenze e ne attenua i sintomi. I consigli degli esperti

Contro il raffreddore sì allo sport d’inverno

C’è un momento dell’anno in cui lo sport fa meglio ed è più "efficace" che in altre stagioni: è l’inverno. Perché l’attività fisica praticata con regolarità e in modo continuativo, specie nei mesi più freddi, può aiutare a prevenire l‘influenza o ad alleviare l’intensità dei sintomi. La conferma arriva da studi scientifici internazionali, seppur non recenti.

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SI GUARISCE PIU’ IN FRETTA

Chi si allena pare eludere del 50% le probabilità di incorrere in un raffreddore; ridurre di un terzo la possibilità che questo, ma anche l’influenza, si tramuti in qualche cosa di più serio e sembra anche in grado di superare gli stati di raffreddamento e influenzali con più rapidità. In media lo sportivo ne sarebbe fuori in 4-5 giorni rispetto invece alla settimana piena che costringe in quarantena i sedentari. Grazie ad un fisico più forte, meglio temprato e più immunizzato anche dallo sport. Sono le conclusioni che emergono da uno studio pubblicato qualche anno fa sul British Journal of Sports Medicine, condotto da ricercatori statunitensi dell'Università del North Carolina, su oltre mille adulti del Wisconsin nella stagione invernale del 2008. «Abbiamo potuto osservare - hanno spiegato i ricercatori - che i soggetti più sportivi che si allenavano almeno cinque giorni a settimana, superavano gli stati influenzali entro 4-5 giorni, contro gli oltre 5 di chi svolgeva un esercizio medio quantificabile in due-quattro giorni di palestra settimanali, fino agli oltre 8 dei pantofolai». Ma non solo: i benefici si erano registrati anche sulla sintomatologia che, fra gli sportivi più attivi, subiva un peggioramento solo nel 31% per cento dei casi contro il 41% fra i sedentari. Anche uno studio sperimentale, condotto cioè su topi di laboratorio, da ricercatori dell’Iowa State University e uscito sul Journal of Infectious Diseases, dimostrerebbe che cavie in buona forma fisica e allenate nelle quali era stato iniettato il virus, reagivano ad esso manifestando una sintomatologia più lieve, con concentrazioni virali nei polmoni più basse e zone infiammate più limitate e circoscritte.

Quando lo sport diventa terapia

 

SI PUO’ FARE SPORT COL RAFFREDDORE?

Ma quando fare sport: sempre? Ovvero prima, durante e dopo raffreddori e influenza? Gli specialisti dicono nì. Occorre innanzitutto differenziare la sede dei sintomi: «Se la problematica riguarda naso che cola, gola che brucia, mal di testa – dichiara Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università Statale di Milano - un moderato allenamento, contenuto nell’intensità e nel tempo e che non obblighi a una eccessiva sudorazione, può ridurre i sintomi fino a farli anche scomparire nei casi più fortunati. Se invece si avvertono anche dolori muscolari o si hanno vomito, diarrea, tosse, vie aeree infiammate e febbre oltre i 37 gradi, l’attività fisica è sconsigliata a favore di un assoluto riposo».

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L’EFFETTO "SPOGLIATOIO"

In inverno e in palestra, particolare attenzione anche a scopo preventivo, va prestata agli sbalzi di temperatura che andrebbero evitati per almeno 1 o 2 ore dopo aver sudato e consumato calorie ed energie. Ovvero al passaggio dall’ambiente caldo-umido e affollato dello spogliatoio al freddo esterno, pena contrarre un raffreddore e/o l’influenza, a discapito dell’immunizzazione immagazzinata con lo sport. Anche in questo caso il modo per mettersi parzialmente a risparo dall’effetto spogliatoio però c’è, facendo attenzione ad alcune regole comportamentali: «Dopo l’attività sportiva - conclude Pregliasco - è bene lavarsi con acqua né troppo calda né troppo fredda, avendo poi cura di asciugare accuratamente i capelli e di frizionare il corpo affinché non restino tracce di umidità sulla pelle prima di indossare capi di abbigliamento asciutti. Oltre a questo, è da evitare il contatto con indumenti e asciugamani altrui, che possono essere veicolo di virus, e infine non dimenticare di indossare se necessario anche cappello e sciarpa che proteggono naso, orecchie, gola e in generale le vie aeree superiori da un colpo d’aria facilmente prevenibile».

Fonti

Upper respiratory tract infection is reduced in physically fit and active adults, British Journal of Sports Medicine

Venous Thromboembolism Following Major Orthopedic Surgery: What is the Risk After Discharge?, Journal of Infectious Diseases 


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