Altre News
Redazione
pubblicato il 10-06-2013

Dove e perché nasce la gelosia



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Nella sua forma delirante è una malattia, spesso alla base di stalking, omicidi e suicidi. A Pisa hanno individuato la zona cerebrale coinvolta. Inoltre si sa che è un eccesso di dopamina a originarla. I tre tipi di questo sentimento: reattivo, ossessiva e delirante

Dove e perché nasce la gelosia

Nella sua forma delirante è una malattia, spesso alla base di stalking, omicidi e suicidi. A Pisa hanno individuato la zona cerebrale coinvolta. Inoltre si sa che è un eccesso di dopamina a originarla. I tre tipi di questo “sentimento”: reattiva, ossessiva e delirante

La chiamano “sindrome di Otello”, ma di romantico non c’è nulla. Indica, infatti, la gelosia delirante, quella che può essere sottesa a comportamenti come stalking, omicidio e suicidio. Fenomeni di cui la cronaca è piena ma non tutti riconducibili - meglio chiarire subito – alla sospettosità “malata” che è stata al centro di uno studio del Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa. A insufflare sospetti inventati nella mente di chi ne è affetto non è un demoniaco Jago, ma un eccesso di dopamina, una della sostanze (neurotramettitori) che collegano i neuroni soprattutto per quanto concerne processi cognitivi e affettività. E i ricercatori di Pisa sono riusciti a individuare la specifica area del cervello da cui nascono i deliri di gelosia, che non danno requie e del tutto staccati dalla realtà: si trova nella corteccia frontale ventro-mediale.

VERSO UNA DIAGNOSI PRECOCE? -La scoperta ai profani non dice granché: come ripete la studiosa dell’Università toscana che ce ne parla, la professoressa Donatella Marazziti, ben altri studi vanno fatti, occorre individuare la scia che si dipana da questa area individuata e trovarne tutte le connessioni. Però da questa scoperta parte una speranza: «La speranza – dice la Marazziti - che una maggiore conoscenza dei circuiti cerebrali e delle alterazioni biochimiche che stanno dietro ai vari aspetti della gelosia delirante possa condurre, domani, a un’identificazione precoce dei soggetti a rischio». La gelosia in sé viene definito un sentimento positivo: «Ci segnala un pericolo potenziale, ma va bene purché sia transitoria, un lampo che va e viene. E che occorre sempre decodificare: il pericolo è reale o inconsistente?».

INSIEME PER I FIGLI - Vige anche una spiegazione evoluzionistica della gelosia, che la porrebbe addirittura tra le emozioni primarie. Dice, questa teoria, che tenendo viva la paura della perdita del partner induce a cercare di rimediare a tutto beneficio della prole (che rappresenta il fine primo della natura: la sopravvivenza della specie), prole che nel caso degli umani ha bisogno di tante cure per un tempo molto lungo. Gli studiosi distinguono tre tipi di gelosia: reattiva, ossessiva, delirante. La prima è quella conseguente a un abbandono reale e si manifesta soprattutto con rabbia, paura, tristezza. Quella ossessiva (che è eccessiva, induce a cercare continui indizi, è disturbante ma non pericolosa) si manifesta con ansia, sospettosità, insicurezza.

DALL’ALCOL E DALL’ICTUS - Infine ecco la gelosia delirante, «un fenomeno clinico che si pone all’interfaccia tra psichiatria e neurologia». Compare, infatti, in disturbi psichiatrici come schizofrenia e alcolismo e compare in disturbi neurodegenerativi come l’ictus, il Parkinson, l’Alzheimer e alcune forme di demenza. Uno studio americano dell’anno scorso su 20 malati di Parkinson che avevano sviluppato una gelosia delirante ha mostrato che il sentimento era insorto in seguito alla somministrazioni di farmaci, specifici per quel disturbo, che stimolano una maggior produzione di dopamina. Quello che viene innescato è un fenomeno in tre componenti: una supervalutazione del rapporto che diventa l’unica cosa importante nella via; un’interpretazione aberrante dei comportamenti, pensieri, sentimenti dell’altro; infine la fine (certa) della relazione vissuta come una totale catastrofe. Da questi vissuti non è raro si scatenino comportamenti aggressivi.

L’AMORE SOTTO ASSEDIO - Un’altra indagine di qualche anno fa condotta con la risonanza magnetica funzionale ha mostrato che la gelosia origina da aree cerebrali diverse nelle donne e negli uomini. E’ “solo” un altro indizio: ma è un fatto che le donne sono più raramente portate allo stalking. Altri studi “assediano” il sentimento dell’amore: da dove nasce? Come? Perché? Sempre più viene “fotografato” con le tecniche di imaging applicate a volontari innamorati. Ma uscirà mai il suo vero volto “cerebrale”? Forse mai, forse sarebbe meglio così, tuttavia finché la caccia dura si può rinvenire, anche qui, un indizio che porterà alla chiave capace di spegnere in tempo il delirio “di Otello”.

Serena Zoli


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina