Chiudi
Cardiologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 30-10-2014

Ecco come cambia il cuore dei bambini obesi



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

Alterazioni della forma e di alcuni parametri ematici risultano presenti fin da piccoli. Ma è ancora difficile stimare i rischi per la salute in età adulta

Ecco come cambia il cuore dei bambini obesi

Non è soltanto questione di linea. L’obesità in età infantile può essere la base da cui si sviluppano alcune condizioni patologiche dell’età adulta: come il diabete e l’ipertensione, per citare le più frequenti. Ma c’è un aspetto relativamente nuovo, che sempre con maggior frequenza oggi la ricerca indaga: quali sono le implicazioni per il cuore dei bambini in sovrappeso?

 

Come evitare che il bambino diventi obeso?

COME STA IL CUORE DEGLI OBESI?

Il filone inizia a essere abbastanza battuto, come conseguenza dell’aumento dell’incidenza dei chili in eccesso a partire dalla tenera età. Se dubbi sull’aumento del rischio cardiovascolare non sembrano essercene più da tempo, oggi inizia a farsi strada l’ipotesi che il cuore di questi bambini risenta da subito delle eccessive rotondità. La conferma giunge da uno studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology. Dall’esame di alcuni parametri ematici - pressione, livelli di colesterolo Ldl e indicatori del metabolismo degli zuccheri -, ma soprattutto dal confronto degli ecocardiogrammi, i ricercatori hanno notato chiare differenze tra i bambini obesi (61) e quelli normopeso (40), tutti maschi e  femmine tra 9 e 16 anni.

Nei bambini in sovrappeso si è riscontrata una riduzione della funzione diastolica - il periodo di rilassamento che segue la contrazione del cuore definita sistole – e un ingrossamento delle camere cardiache, come probabile conseguenza di un aumentato carico di lavoro. Tutti indicatori di un maggiore rischio cardiovascolare. «Non siamo ancora in grado di stabilire se questa correlazione sia diretta o meno - afferma Norman Mangner, internista all’Università di Lipsia e prima firma della ricerca -.

Di sicuro l’obesità è associata a un aumento di pressione e dei livelli di colesterolo nel sangue ed è alla base della resistenza all’insulina: che spesso anticipa la diagnosi di diabete e che alcuni studi riconoscono come “mediatore” tra l’obesità e l’insufficienza cardiaca.I rischi per la salute, se il cuore ha una conformazione anomala, sono documentati: la dilatazione e l’ipertrofia del ventricolo sinistro sono associati a un rischio maggiore di sviluppare eventi cardiaci con una prognosi peggiore».

 

Ecco il menù ideale per la scuola

 

SI’ ALLO SPORT

L’obesità è una condizione multifattoriale - dettata da una mancata educazione alimentare, dal ricorso sempre più frequente a pasti consumati lontano da casa, da uno stile di vita sempre più sedentario - che, nell’ultimo ventennio, è aumentata quasi del 300%. Oggi si sa che un bambino obeso ha discrete chance di rimanere tale anche in età adulta, con un rischio crescente se la condizione non risulta sfumata nemmeno in età adolescenziale. Questo aspetto preoccupa, in prospettiva, se si considera che l’obesità è un fattore scatenante per diverse malattie: dal diabete di tipo II all’ipertensione arteriosa, dalla steatosi epatica ad alcune forme di tumori.

Ciò che risulta difficile, agli specialisti, è rendere consapevoli di questi rischi i giovani pazienti e i loro genitori. «Alle alterazioni morfologiche non corrispondono variazioni cliniche: i bambini, quando vengono visitati, stanno bene, hanno una funzionalità cardiaca normale e difficilmente prestano attenzione alle raccomandazioni - dichiara Marco Bonvicini, direttore del’unità operativa di cardiologia pediatrica e dell’età evolutiva al policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna -. È bene chiarire, però, che un cuore dilatato non è normale, in tenera età. Quanto ciò possa condizionare la salute del futuro adulto non è ancora chiaro, invece.

Se siano alterazioni più o meno transitorie sarà più chiaro nei prossimi anni, quando i primi bambini obesi diventeranno adulti». Preso atto di questa condizione, nulla vieta ai piccoli più “rotondi” di intraprendere un’attività ludica. Toccherà al pediatra valutare in base al singolo caso: ben venga una rilevazione della pressione e un elettrocardiogramma, per riscontrare la presenza di cardiomiopatie congenite e apnee ostruttive, ma senza medicalizzare troppo lo sport. «Occorre modificare lo stile di vita di questi bambini - chiosa Bonvicini -. Il compito spetta anzitutto alla scuola, dove ci si muove sempre meno in conseguenza di un aumento dei carichi di lavoro».


@fabioditodaro

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina