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Cardiologia

Sovrappeso e obesità: una priorità di salute in Italia

Servono strategie mirate per assicurare una gestione efficace e migliorare la qualità di vita delle persone obese e in sovrappeso, in aumento in Italia. Tutte le novità dall’Italian Obesity Barometer Forum

Il sovrappeso e l’obesità, che in Italia colpiscono oltre 23,3 milioni di persone dai 18 anni in su, oltre ad essere ampiamente diffusi tra gli anziani, vedono un incremento anche tra le nuove generazioni più giovani, soprattutto nelle donne. I dati italiani sono stati presentati ieri pomeriggio in Senato durante il settimo Italian Barometer Obesity Forum. Durante l’evento, realizzato su iniziativa della Sen. Daniela Sbrollini, istituzioni, esperti, società scientifiche e associazioni pazienti si sono confrontate per definire le strategie da mettere in atto per contrastare la pandemia di sovrappeso e obesità nel nostro Paese, assicurando una gestione efficace e migliorando la qualità di vita delle persone che ne soffrono.

LE FASCE DI ETÀ PIÚ COLPITE

Secondo l’analisi per generazione dell’Istat, la percentuale di eccesso di peso all’età di 20-24 anni è molto più alta tra i nati nei primi anni 2000 (21,6 per cento) rispetto a chi è nato negli anni ’60 (13,4 per cento). Un incremento ancora più evidente tra le donne della stessa fascia di età; l’eccesso di peso riguarda il 17,4 per cento per le nate tra il 2000 e il 2004 contro il 9,0 per cento per le nate tra il 1960 e il 1964.

«Negli ultimi 20 anni, la quota di persone in eccesso di peso è cresciuta di circa 4 punti percentuali, passando dal 42,6 per cento del 2003 al 46,9 per cento nel 2024. Gran parte dell’incremento è legato all’ invecchiamento della popolazione: se si eliminasse l’effetto dell’età, l’incremento sarebbe contenuto a solo 1 punto percentuale. Diverso il discorso per l’obesità; la percentuale è passata negli ultimi vent’anni dal 9,0 per cento all’11,8 per cento con un aumento di circa il 30 per cento. Anche standardizzando per età la crescita resta significativa - dal 9,3 per cento all’11,3 per cento, pari a un + 21,5 per cento», spiega Roberta Crialesi, Responsabile del Servizio Sistema integrato salute, assistenza e previdenza dell’Istat. «Si osserva quindi il minore impatto dell’invecchiamento della popolazione sulla componente dell’obesità che - aggiunge - nel tempo, è aumentata in misura maggiore nelle età giovanili e adulte, sebbene le prevalenze restino più elevate nell’età anziana».

LE CAUSE E LE CONSEGUENZE

«L’obesità è una malattia complessa determinata da molteplici fattori, tra i quali gioca un ruolo importante la genetica, che influenza la predisposizione individuale all’accumulo di grasso corporeo. Tuttavia, le abitudini alimentari scorrette e la sedentarietà, due fenomeni in continua crescita, contribuiscono fortemente all’aumento della prevalenza di eccesso di peso nella popolazione», spiega Paolo Sbraccia, Presidente di IBDO Foundation. «Una delle caratteristiche più allarmanti dell’obesità è la sua associazione con complicanze che colpiscono quasi tutti gli organi e apparati, come diabete tipo 2, ipertensione, dislipidemia, apnea ostruttiva del sonno, osteoartrite, sindrome dell’ovaio policistico e malattie cardiovascolari, che rappresentano la principale causa di morte tra le persone con obesità, con un chiaro legame tra l’indice di massa corporea (BMI) e rischio di infarto del miocardio, ictus e scompenso cardiaco», conclude.

L’INFLUENZA DI SPORT E ALIMENTAZIONE

Nel recente rapporto annuale di Istat che ha analizzato i cambiamenti negli stili di vita e nei fattori di rischio per la salute attraverso le diverse generazioni è emerso che, rispetto alle abitudini alimentari, il consumo di frutta e verdura è diminuito significativamente negli ultimi trent’anni. Nel 1994, il consumo di questi alimenti era giornaliero per circa il 94 per cento della popolazione di 10 anni o più, mentre nel 2024 questa percentuale è scesa al 78,2 per cento. Per quanto riguarda, invece, la pratica dello sport o di una regolare l’attività fisica, è stato osservato un aumento della pratica sportiva di tipo continuativo, che nel 2023 interessava il 27,6 per cento delle persone contro il 16,6 per cento nel 1995, mentre è in diminuzione chi fa un’attività fisica più leggera, come passeggiate, nuoto o bicicletta, che è passata dal 36 per cento nel 1995 al 28,4 per cento nel 2023. Purtroppo, la sedentarietà, anche se in lieve riduzione, resta comunque elevata nel nostro Paese: nel 2023 è pari al 35,1 per cento interessando quindi oltre una persona su tre.

UN PROBLEMA DELLA SOCIETÀ

«In Italia, secondo l’Italian Barometer Obesity Report, pubblicato da IBDO Foundation, in collaborazione con ISTAT, Coresearch, Crea Sanità e BHAVE, il numero assoluto di persone con obesità è aumentato del 38 per cento rispetto al 2003, con una crescita particolarmente marcata tra i giovani adulti. L’obesità è correlata a oltre 250 patologie, tra cui il diabete, le malattie cardiovascolari e numerose forme tumorali. Ma non può essere ricondotta a una mera responsabilità individuale: è l’intero sistema in cui viviamo che può favorire o ostacolare comportamenti salutari. Per questo è necessario adottare una visione sistemica, capace di superare l’approccio centrato esclusivamente sull’individuo, per abbracciare la complessità delle interazioni tra salute umana, ambiente e società», commenta Nathan Levialdi Ghiron, Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata nella prefazione dell’Italian Barometer Obesity Report 2025.

COSA FARE?

L’Italian Barometer Obesity Report 2024 individua sei aree prioritarie per lo sviluppo di strategie integrate nella prevenzione e nella gestione dell’obesità. Le azioni proposte mirano a promuovere un ambiente favorevole a stili di vita sani e a garantire un approccio sistemico alla malattia.

  1. Alimentazione sana: si punta a incentivare la domanda e l’offerta di alimenti più salutari attraverso una regolamentazione della pubblicità rivolta ai minori, la riformulazione dei prodotti da parte dell’industria alimentare, un’etichettatura nutrizionale chiara e interventi mirati nei contesti scolastici e lavorativi.
  2. Attività fisica: è essenziale promuovere l’attività fisica nella popolazione attraverso la progettazione di spazi urbani accessibili, la prescrizione dell’esercizio fisico in ambito sanitario, programmi scolastici e aziendali strutturati, e politiche di mobilità attiva e sicura.
  3. Terapie innovative: viene sottolineata l’importanza di garantire l’accesso ai nuovi trattamenti farmacologici, definendo criteri di eleggibilità, sviluppando linee guida condivise, promuovendo studi clinici e rafforzando il dialogo tra medicina generale e specialistica.
  4. Politiche sanitarie: occorre rafforzare l’integrazione tra assistenza primaria e specialistica, migliorare lo screening e la gestione delle comorbidità, creare una rete di centri regionali per l’obesità e riconoscere l’obesità come malattia cronica invalidante.
  5. Dignità e diritti: il contrasto allo stigma e alla discriminazione è centrale. Si chiede un impegno delle istituzioni, dei media e della società nel promuovere una narrazione rispettosa e inclusiva, abbandonando stereotipi e linguaggi denigratori.
  6. Formazione e ricerca: viene infine ribadita la necessità di investire nella formazione degli operatori sanitari e nella ricerca scientifica, dotando il sistema delle risorse e delle strutture necessarie per valutare l’efficacia delle politiche e dei trattamenti messi in atto.

SENSIBILIZZARE L'OPINIONE PUBBLICA

«L’obesità è una malattia cronica complessa che ha un forte impatto sulla salute e sul benessere delle persone che ci convivono e può portare a importanti conseguenze in termini di complicanze. Per questo Novo Nordisk è impegnata ogni giorno nella realizzazione di soluzioni sempre più innovative per la cura di questa patologia e la prevenzione delle sue complicanze e continua a svolgere attività di ricerca per trovare sempre nuovi trattamenti. Ma il nostro impegno risiede anche nella promozione della prevenzione, della corretta conoscenza e percezione della malattia, un impegno attivo che si esprime anche con il programma internazionale Driving Change in Obesity, che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica, favorire l’empatia e il rispetto per le persone con obesità e che si propone di cambiare il modo in cui viene vista, prevenuta e trattata questa malattia cronica, che colpisce, solo in Italia, 6 milioni di persone», conclude Alfredo Galletti, General Manager e Vice President Novo Nordisk Italia, che ha fornito all’evento il suo contributo non condizionato.

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