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Cardiologia
Serena Zoli
pubblicato il 22-05-2014

Le donne più a rischio d’infarto



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Che l’uomo sia la vittima maggiore delle malattie coronariche è un pregiudizio.

Le donne più a rischio d’infarto

Qual è il malore spesso mortale tipicamente maschile? Quasi tutti risponderemmo: l’infarto. E invece l’infarto è “tipicamente femminile”, nel senso che colpisce di più le donne.

Ma il pregiudizio, nel sapere comune ma pure di moltissimi medici, resiste. Da sempre pensiamo che tutte le malattie coronariche (infarti, ictus, aneurismi) siano una “sfortuna” in più dell’uomo, che pagherebbe così più dell’altro sesso lo scotto per il progresso e i suoi effetti negativi collaterali.

L’idea comune è che le donne saranno anche più emarginate ma così conducano un tipo di vita più “protetta” contro queste temute malattie, che sono quelle prevalenti nel mondo occidentale e causa del 50 per cento delle morti.

 

 

DIAGNOSI IN RITARDO

Non è così. Ed il guaio aggiunto è che sono diversi pure i sintomi con cui l’infarto si presenta nei due sessi. «Questo fa sì che in vari casi la diagnosi nella donna sia tardiva, con le conseguenze che ne derivano. Anche una morte altrimenti evitabile»: lo spiega la professoressa Giovannella Baggio, che ha la prima cattedra in Italia di Medicina di genere all’Università di Padova e che è molto impegnata nel diffondere la conoscenza delle differenze di sesso sia per le diagnosi sia per le terapie delle più varie malattie.

 

I SINTOMI AL FEMMINILE

Continua: «La sintomatologia dell’infarto che tutti hanno presente è quella classica dell’uomo: dolore al petto ed eventualmente al braccio sinistro. Ma nelle donne non è così: spesso dolore e pressione al petto compaiono in uno stadio molto avanzato della malattia. Sarebbe bene che diventasse sapere diffuso la diversa sintomatologia femminile».

Eccola, allora:

  • difficoltà di respiro (“respiro corto o mancanza di respiro”) senza dolore toracico
  • dolore nella schiena in alto, a spalla, collo, mascella, prolungato, non correlato all’esercizio fisico
  • nausea, sudorazione fredda e vomito che possono simulare disordini gastrici o influenzali
  • fatica inusuale (anche lieve) o sintomi simil-influenzali lievi, che possono venir scambiati per sindrome da fatica cronica o virosi
  • affaticamento inspiegabile, ansia, debolezza, vertigini.

Visto il quadro “nuovo” dei sintomi dell’infarto nella donna, continuiamo con le differenze. «Una, frutto molto presumibilmente della non conoscenza del problema al femminile, è che negli ultimi 30anni le malattie coronariche sono diminuite nell’uomo, ma nella donna sono addirittura in aumento», dichiara la professoressa Baggio. «Oltre a ciò i fattori che provocano questi problemi hanno un impatto molto diverso nell’uomo e nella donna, motivo per cui le azioni di prevenzione sono state condotte probabilmente in modo sbagliato».

 

RISCHI PIU’ PESANTI

Il diabete è molto più “cattivo” nella donna – continua l’elenco -, provocando infarto il triplo che nell’uomo; la famosa aspirinetta, caposaldo della prevenzione dell’infarto, nella donna non funziona; diverse le zone colpite, al femminile si ammalano di più i piccoli vasi dell’albero coronarico, nell’uomo invece i grossi vasi. «Per cui la coronarografia può non essere l’esame giusto per le pazienti».

Tutte queste particolarità nei centri di eccellenza, continua la docente, le sanno, ma in altri ospedali, la maggioranza, no. Il messaggio della diversità tra i sessi non è arrivato.

«Resta che l’infarto è la prima causa di morte nella donna. Vorrà pure dire qualcosa, questo», conclude la professoressa Giovannella Baggio. «Eppure, ho sotto gli occhi il Mrfit, un imponente studio di qualche tempo fa sui fattori di rischio per le malattie coronariche condotto su oltre 350mila persone. Ebbene? I 350mila sono stati scelti tutti maschi!».

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Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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