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Cardiologia
Redazione
pubblicato il 16-01-2023

La raccolta di plasma è ancora in calo



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Nel 2022 raccolti 20mila chili in meno rispetto al 2021. Il plasma è necessario per produrre farmaci salvavita, così l'Italia deve ricorrere al mercato estero

La raccolta di plasma è ancora in calo

Il 2022 è stato un anno nero per la raccolta di plasma che si chiude a 842.949 chili, con un calo di circa 20mila chili in meno rispetto al 2021, quando ne sono stati raccolti 862.401.

Il calo percentuale del 2,3% fa sì che la raccolta del plasma, ovvero la parte liquida del sangue, necessaria alla produzione di farmaci salvavita per la cura di immunodeficienze e neuropatie, sia addirittura inferiore ai livelli del 2020. I mesi di lockdown, infatti, hanno fatto sentire i loro effetti su tutto il sistema sanitario nazionale, raccolta di sangue e plasma compresa.

 

IL COVID, LA CAUSA DEL CALO

La causa principale del crollo della raccolta è ascrivibile all’andamento dell’epidemia di Covid e in particolare alla variante Omicron, come dimostrato nei monitoraggi mensili pubblicati sul sito del Centro Nazionale Sangue. In corrispondenza dei picchi di contagi segnalati a gennaio, aprile e luglio infatti sono corrisposte brusche frenate nella raccolta di plasma: rispettivamente -10%, -13% e -6,7% rispetto all’anno precedente. Nonostante l’impegno messo in campo ogni giorno, i servizi trasfusionali devono fare i conti con una grave carenza di personale, che incide inevitabilmente anche sulle attività di raccolta di sangue e plasma.

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L’AUTOSUFFICIENZA È LONTANA

Questi numeri che tornano a calare, dopo la ripresa registrata l’anno scorso, allontanano ulteriormente l’Italia dall’obiettivo dell’autosufficienza. Per soddisfare il fabbisogno di medicinali plasmaderivati come l’albumina e le immunoglobuline, infatti, il nostro paese è stato costretto a rivolgersi sempre maggiormente al mercato estero.

L’Italia importa principalmente dagli Stati Uniti che, a loro volta, hanno subito un rallentamento nella raccolta a partire dal 2020. Il risultato? Da un lato l’aumento dei prezzi di questi prodotti, e dall’altro il rischio che in futuro sarà difficile reperire farmaci utilizzati largamente anche in terapie salvavita.

 

COME INTERVENIRE?

Per risolvere il problema delle carenze l’Italia è impegnata, con numerosi partner europei e internazionali, nel progetto SUPPLY che potrà fornire strumenti utili a incrementare la raccolta di plasma da donazioni volontarie e non remunerate nei paesi membri dell’Unione Europea.

«Il plasma è una risorsa fondamentale per il sistema sanitario nazionale – spiega Vincenzo De Angelis, direttore del Centro Nazionale Sangue – eppure sono ancora in pochi a essere a conoscenza della sua importanza. Contrariamente ai globuli rossi, l’Italia non è autosufficiente per il plasma e questo ci espone a dei rischi che, come ci ha fatto capire il Covid, sono meno ipotetici di quanto non ci aspettassimo. Fortunatamente la generosità degli italiani non è mai venuta meno, neanche nei momenti più bui della pandemia, e ci sono intere categorie di potenziali donatori che sarebbero ideali per il plasma, chi ha il gruppo sanguigno AB per esempio, o le donne, per un minore impatto su riserve di ferro e sui valori di emoglobina. Alla fine basterebbe solo uno sforzo in più da parte di tutti gli attori del sistema».

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COME SI DONA IL PLASMA?

Per donare il plasma è sufficiente sottoporsi a un semplice prelievo effettuato tramite un separatore cellulare, apparecchio che immediatamente separa la parte corpuscolata, ovvero globuli rossi, bianchi e piastrine, dalla componente liquida che viene raccolta in una sacca di circa 600-700 ml. La parte corpuscolata viene reinfusa nel donatore, mentre il volume di liquido che si sottrae con la donazione viene ricostituito grazie a meccanismi naturali di recupero, l’infusione di soluzione fisiologica e l’assunzione di liquidi.

 

COME VIENE USATO?

Il plasma viene conferito all’industria farmaceutica dove verrà usato proprio per produrre medicinali salvavita, i cosiddetti plasmaderivati come l’albumina, le immunoglobuline o i fattori della coagulazione. I medicinali prodotti con il plasma donato non vengono usati a fini commerciali e, una volta terminato il processo di lavorazione, la casa farmaceutica restituisce il prodotto finito alla Regioni italiane. I farmaci plasmaderivati sono distribuiti gratuitamente ai pazienti che ne hanno bisogno ed eventuali lotti eccedenti il fabbisogno nazionale vengono donati a paesi in difficoltà tramite programmi di collaborazione internazionale.

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