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Cardiologia
Caterina Fazion
pubblicato il 21-03-2023

Plasma: perché donarlo può salvare molte vite?



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Farmaci salvavita come le immunoglobuline, prodotti a partire dal plasma, possono curare numerose malattie. Ecco perché è importante donare

Plasma: perché donarlo può salvare molte vite?

Donare il sangue non significa solamente salvare la vita a persone che necessitano di una trasfusione urgente. Donare il sangue significa anche donare una parte di sangue, quella liquida, detta plasma, che non ha il caratteristico colore rosso, bensì giallo. Anche la sua utilità, però, è enorme: il plasma infatti è utilizzato per produrre farmaci salvavita somministrati per numerose patologie come immunodeficienze o neuropatie, che permettono ai pazienti non solo di sopravvivere, ma di vivere una vita normale.

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COS’È IL PLASMA?

Il plasma è la componente liquida del sangue, nella quale sono sospesi gli elementi corpuscolati o cellulari (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine). Formato soprattutto da acqua, che rappresenta approssimativamente il 92% del suo peso, il plasma, ovvero il 55% del sangue totale circolante, è costituito da molte sostanze, tra cui:

  • proteine
  • molecole organiche (glucosio, aminoacidi, lipidi, ormoni, composti di scarto azotati come urea ed urati)
  • ioni (sodio, potassio, cloro, idrogeno, calcio e bicarbonato); sostanze gassose (ossigeno ed anidride carbonica)
  • oligoelementi e vitamine

Il plasma viene utilizzato per produrre, attraverso processi di separazione e frazionamento industriale, medicinali plasmaderivati, alcuni dei quali rappresentano veri e propri farmaci “salvavita”.

 

COSA SONO I PLASMADERIVATI?

Il plasma viene inviato a industrie accreditate per la produzione di farmaci salvavita detti plasmaderivati, ovvero farmaci estratti dal plasma tramite frazionamento. I farmaci così prodotti tornano al sistema sanitario, senza costi. Si chiamano “salvavita” perché senza di essi i pazienti dovrebbero fronteggiare un progressivo deterioramento del proprio organismo.

 

QUALI SONO I FARMACI SALVAVITA?

Il principale dei plasmaderivati è rappresentato dalle immunoglobuline, anticorpi purificati a partire dal plasma, essenziali per mantenere in vita pazienti affetti da immunodeficienze primitive, un gruppo di più di 250 patologie nelle quali il sistema immunitario perde, totalmente o in parte, la sua funzionalità, non riescendo a produrre anticorpi. Le immunoglobuline sono usate in molte altre malattie come ad esempio nelle forme di neuropatie, gravemente invalidanti. Grazie alle immunoglobuline questi pazienti possono tornare a camminare e avere una vita normale.

Altri importanti plasmaderivati sono l’albumina, proteina del plasma prodotta dalle cellule del fegato che si somministra per mancata produzione da parte dell’organismo del paziente e l’antitrombina, glicoproteina che agisce sulla coagulazione del sangue del paziente. Esistono poi il fattore VII, VIII, quest’ultimo utilizzato nella patologia rara chiamata emofilia A, il fattore IV, utilizzato nel tipo di emofilia B, il XIII, e molti altri. Sono tanti i campi di uso dei prodotti derivati dal sangue e tutti questi hanno bisogno di donazioni regolari.

Chi può donare? Che tipologie di donazione esistono?

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COME SI DONA IL PLASMA?

In Italia il plasma raccolto e lavorato industrialmente proviene esclusivamente da donazioni volontarie, anonime e non remunerate effettuate per la maggior parte da donatori periodici. Per donare il plasma è sufficiente sottoporsi a un semplice prelievo effettuato tramite un separatore cellulare, apparecchio che immediatamente separa la parte corpuscolata, ovvero globuli rossi, bianchi e piastrine, dalla componente liquida che viene raccolta in una sacca di circa 600-700 ml. La parte corpuscolata viene reinfusa nel donatore, mentre il volume di liquido che si sottrae con la donazione viene ricostituito grazie a meccanismi naturali di recupero, all’infusione di soluzione fisiologica e all’assunzione di liquidi. Questo processo prende il nome di plasmaferesi e dura circa 40-50 minuti.

 

PERCHÉ DONARE?

Il 2022 è stato un anno difficile per la raccolta di plasma che ha subito un calo del 2,3% rispetto all’anno precedente, situazione che allontana ulteriormente l’Italia dall’obiettivo dell’autosufficienza. Per soddisfare il fabbisogno di medicinali plasmaderivati come l’albumina e le immunoglobuline, infatti, il nostro paese è costretto a rivolgersi sempre di più al mercato estero. Per quanto riguarda i farmaci plasmaderivati, l'autosufficienza della nostra nazione sarebbe raggiunta se raccogliessimo almeno 18 kg di plasma ogni mille abitanti per la lavorazione industriale. La media italiana, purtroppo, è 14 kg.

La soluzione è una: donare. Sono già molti gli italiani che lo fanno: di 1,6 milioni di donatori e donatrici, ben 1,38 sono periodici, ovvero persone che da molti anni donano in maniera ricorrente. Cosa spinge queste persone a donare il proprio sangue ripetutamente a persone che fondamentalmente non conosce e probabilmente non incontrerà mai nella vita? Il fatto che la vita di una persona possa dipendere dal nostro contributo è sicuramente un motivo valido per non mancare l’appuntamento con la donazione. Inoltre, non bisogna sottovalutare il fatto che i donatori siano sottoposti a controlli gratuiti molto approfonditi. Il sangue, infatti, rappresenta una finestra importantisisma sul nostro stato di salute e permette di rilevare patologie, come ad esempio la leucemia, anche molto precocemente.

 

I PAZIENTI SI RACCONTANO

Lasciamo la parola a chi, ogni giorno, ringrazia tutti quegli sconosciuti che donano il proprio plasma, permettendo loro di camminare, accompagnare i propri figli a scuola, giocare a calcetto o nuotare in piscina. Sono gesti semplici che per chi è colpito da immunodeficienze o neuropatie non sarebbero possibili senza i farmaci salvavita prodotti proprio a partire dal plasma.

Valentina, colpita da neuropatia durante la gravidanza

Alessandro, impegnato per i bambini immunocompromessi

Isabella, affetta fin da neonata da immunodeficienza

Emma, tornata a camminare grazie alle immunoglobuline

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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