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Cardiologia
Cinzia Pozzi
pubblicato il 17-12-2013

Troppo sale nei farmaci: si rischia l’ipertensione



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Sotto accusa quelli effervescenti che, uniti alla dieta, possono far superare il limite giornaliero di sodio raccomandato

Troppo sale nei farmaci: si rischia l’ipertensione

Lo si dice ormai da anni: consumare in eccesso alimenti troppo salati, come salumi e snack, può aumentare la pressione arteriosa, innalzando anche il rischio di infarto e ictus. La prevenzione, quindi, si fa a tavola ma, stando ai risultati di una ricerca pubblicata sul British Medical Journal, passa anche dal banco della farmacia.

Alcuni medicinali effervescenti, tra cui analgesici, integratori vitaminici e antinausea, sono infatti ad alto contenuto di sodio e, se assunti a massimo dosaggio, possono contribuire con la dieta a un’assunzione di sale oltre i limiti raccomandati dai nutrizionisti.

 

RISCHIO CARDIACO

L’impatto di questi farmaci sulla salute del cuore è stato quantificato in un rischio di ipertensione sette volte più alto. Lo hanno provato i ricercatori dell’University College di Londra e dell’Università di Dundee, raccogliendo dati relativi a 1,3 milioni di pazienti sotto osservazione in media per 7 anni: a parità di principio attivo, chi ha assunto la formulazione effervescente o solubile ha mostrato un rischio cardiovascolare maggiore del 16% rispetto a chi si è curato con compresse.

Ma quali sono questi medicinali? Nello studio ne sono stati analizzati 24 a diverso uso terapeutico. Più che alla compilazione di un elenco, però, l’indagine vuole richiamare l’attenzione su due punti: maggiore informazione riguardo il contenuto di sodio di alcune formulazioni e medici più attenti di fronte ai pazienti a rischio di ipertensione.

«Questi medicinali dovrebbero essere prescritti con cautela e si dovrebbe monitorare la pressione arteriosa nei pazienti che li assumono – commenta Jacob George, primo autore dello studio -  I nostri risultati hanno un’importanza pubblica.

Il contenuto di sodio in alcuni farmaci necessita una regolamentazione da parte delle autorità e, come minimo, questi prodotti dovrebbero essere etichettati per garantire una chiara informazione, così come già accade per gli alimenti»

 

UN CUCCHIAINO DA TE’

E’ il sale da cucina la principale fonte di sodio nella dieta quotidiana. L’Oms consiglia di non utilizzare più di 5 grammi di sale al giorno, pari a un cucchiaino da tè, per non eccedere la dose di sodio raccomandata, 2 grammi al dì.

Gli italiani, invece, ne consumano quasi il doppio, stando alle stime dell’Istituto Superiore di Sanità: solo il 36% di sodio è aggiunto mediante il sale quando si cucina, ben il 54% invece è contenuto in prodotti conservati e precotti. Difficile, quindi, non fare ‘indigestione’ di sodio a tavola.

Qualche trucco può aiutare: preferire cibi freschi a quelli confezionati, evitare il dado da brodo, ridurre il consumo di salumi, sostituire il sale con le spezie per insaporire le pietanze.

E riconoscere alcuni cibi ad alto contenuto di sodio, come la pizza: da sola, apporta un introito di 2 grammi di sodio, ovvero la dose massima raccomandata da distribuire nei tre pasti.

 


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