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Redazione
pubblicato il 15-07-2019

Invecchiamento: ci sono diete «protettive»?



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Mangiare bene è importante anche per il cervello. Tutti gli alimenti di origine vegetale possono essere di aiuto, anche se le evidenze sperimentali non sempre rispecchiano la vita reale

Invecchiamento: ci sono diete «protettive»?

Per mantenersi giovane e in forma anche il cervello, così come il resto del nostro organismo, ha bisogno di «mangiare bene». Nel cibo che portiamo in tavola sono infatti contenuti molti preziosi nutrienti che, anche
se presenti in minime dosi, sono fondamentali perché la mente lavori al meglio. Rame e zinco, per esempio, sono indispensabili per mantenere attivi i collegamenti e le comunicazioni tra le cellule cerebrali che funzionano spesso mediante molecole chiamate neurotrasmettitori.


Dal 2015 è disponibile anche la dieta «MIND» (Mediterranean-DASH Intervention for Neurodegenerative Delay), un mix tra dieta mediterranea e dieta «DASH» studiato per fornire il giusto cibo al cervello. La dieta indica dieci cibi amici del cervello da consumare spesso e altri cinque che invece non dovrebbero trovare posto a tavola o dovrebbero comunque essere consumati solo raramente.


Tra i primi si incontrano vegetali a foglia verde, tutti gli altri vegetali, mirtilli (non frutta in genere perché i dati disponibili mostrano effetti postivi sul cervello per i mirtilli, ma non per altri frutti), noci, olio di oliva, cereali integrali, pesce, legumi, pollame e vino (ma non più di un bicchiere al giorno). Da evitare o limitare, invece, burro, margarina, formaggio, carne rossa, cibi fritti e dolci. I risultati ci sono: seguire questo tipo di alimentazione può ridurre il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer fino al 35 per cento (stando ai dati emersi da alcuni contesti sperimentali).


È importante ricordare che i dati ottenuti negli studi sono sempre più «estremi» di quelli ottenuti nella vita reale, perché negli studi le persone vengono sorvegliate strettamente, mentre nella vita reale aderire a un regime alimentare molto preciso può essere più complicato e l’aderenza alle prescrizioni è minore.  


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