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Redazione
pubblicato il 11-07-2024

Come affrontare i disturbi urinari dovuti a prostata ingrossata?



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I primi effetti dell'ipertrofia della prostata sono spesso urgenza urinaria e il bisogno di alzarsi la notte. I consigli dello specialista

Come affrontare i disturbi urinari dovuti a prostata ingrossata?

Ho 63 anni, la prostata di dimensioni aumentate, mentre la vescica è normale. Ho questi due sintomi urinari che per me sono gravi: nicturia e urgenza di giorno (il flusso è in genere buono e non ho difficoltà né fastidi nell'urinare). Sono in terapia con estratto di serenoa repens da tre mesi ma i sintomi persistono. È necessario ricorrere subito ai farmaci per ridurre il volume prostatico o posso aspettare almeno un anno per vedere se la serenoa migliora i sintomi? Temo gli effetti dei farmaci, ma non vorrei lasciar peggiorare la situazione e compromettere la possibilità di effettuare in futuro un intervento mininvasivo. Grazie

Mario

Risponde il dottor Pasquale Setola, urologo presso la Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza – Opera di San Pio da Pietrelcina – San Giovanni Rotondo

I sintomi di una prostata ingrossata (ipertrofia prostatica) vengono spesso distinti in:

  • sintomi della fase di riempimento o irritativi, come la tensione sovrapubica, l'urgenza minzionale (il bisogno impellente di urinare, ndr) e la nicturia (la necessità di alzarsi la notte per urinare, ndr)
  • sintomi della fase di svuotamento come mitto (getto dell'urina, ndr) debole, minzione in più tempi, sgocciolamento terminale.

L'efficacia dei farmaci per ridurre il volume della prostata e migliorare i parametri funzionali dello svuotamento vescicale è ben consolidata sia per gli inibitori della 5 alfa-reduttasi (5-ARI), come finasteride e dutasteride, che riducono o stabilizzano il volume della prostata, sia per gli alfa-litici (tamsulosina, alfuzosina, silodosina), che bloccano l'ipertono delle fibre muscolari lisce dell'uretra, migliorando così il flusso urinario.

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Anche integratori come la serenoa repens esercitano un ruolo positivo sui sintomi minzionali di tipo ostruttivo. Il trattamento combinato è indicato quando la monoterapia (l’utilizzo di un solo farmaco alla volta) non riesce a controllare i sintomi.

Quando la farmacoterapia, anche in forma combinata, non è più efficace, devono essere prese in considerazione le varie opzioni chirurgiche.

Se dopo 3 mesi di terapia persistono disturbi minzionali, la terapia deve essere rivalutata dallo specialista di riferimento. La rivalutazione deve basarsi sull'anamnesi generale, eventuali esami già eseguiti (e magari da ripetere) e l'associazione con altri farmaci che la persona assume per altre patologie.

L’aumento di volume della ghiandola prostatica è in genere legato all’età e può presentarsi dai 50 anni in su. La prima manifestazione dell’ingrossamento della prostata è una crescita anomala e diversa dei lobi, tanto da portare anche alla formazione del cosiddetto terzo lobo. L’aumento di volume di per sé non sarebbe un problema se non avvolgesse l’uretra, e portando alla sua ostruzione. Inoltre sul volume prostatico possono influire anche fattori genetici e status infiammatorio generale, così come l’associazione con altre malattie come diabete, ipertensione, dislipidemia, che sicuramente influiscono in modo peggiorativo. 

Per una corretta diagnosi e per associare la terapia più idonea, bisogna considerare sia una componente soggettiva, basata sull'anamnesi che valuta la tipologia e la severità dei sintomi e il loro impatto sulla qualità della vita quotidiana e sulla sfera sessuale, sia una componente oggettiva, basata sull'esame obiettivo, esami di laboratorio e diagnostica strumentale per valutare il volume e la forma della prostata, la presenza ed entità dell'ostruzione e la presenza di eventuali complicanze.

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