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Redazione
pubblicato il 01-08-2019

Come reagire a una diagnosi di cancro?



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La risposta emotiva a una diagnosi di cancro è soggettiva. Ma esiste un modello entro il può dirsi «sana». In caso contrario, ecco quando chiedere l'aiuto di uno specialista

Come reagire a una diagnosi di cancro?

La risposta emotiva a una diagnosi di cancro è completamente soggettiva. Ognuno, sulla base delle proprie caratteristiche, del contesto in cui è calata e della natura della malattia, reagirà in maniera peculiare. Esiste però un modello entro il quale la risposta emotiva a una diagnosi di cancro può dirsi «sana» e risponde a tre fasi di elaborazione della notizia.


La prima fase è la reazione iniziale: è spesso caratterizzata da shock e incredulità, quasi incapacità di comprenderne la portata. A questa segue un periodo di sofferenza caratterizzato da sintomi misti di ansia, rabbia e depressione. Lentamente si cominciano a elaborare le informazioni, sulla malattia, sul trattamento, sugli scenari futuri e si entra nell’ultima fase in cui si trova un nuovo equilibrio. Ciò non significa che si sia recuperato il proprio benessere iniziale, ma che si è riusciti a prendere atto che il cancro è parte della propria vita e che ci si può attrezzare per fronteggiarlo. In tutte queste fasi - compresa l’ultima - si possono provare sintomi di malessere psicologico: tristezza, ansia, depressione, irritabilità. Ma ciò non significa «averla presa male»: si tratta di un normale processo di elaborazione


Quando bisogna preoccuparsi e rivolgersi a uno psicologo o al proprio medico? Uno dei campanelli d’allarme è l’impossibilità di percorrere tutte le fasi dell’elaborazione della notizia di malattia. Oppure quando le reazioni sono di intensità elevata ed eccessiva, tale da interferire in modo importante con la vita di relazione o lavorativa; quando sono indipendenti da stimoli o situazioni contingenti, sono persistenti o si ripetono; quando le relazioni interpersonali e la capacità di interagire con gli altri vengono disturbate e quando i sintomi psicologici creano una sofferenza soggettiva evidente. In questi casi potrebbe essere necessario chiedere l’aiuto di uno specialista.

 


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