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L'esperto risponde
Redazione
pubblicato il 30-05-2024

Ha senso controllare il PSA nei grandi anziani?



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Il PSA è un marcatore importante ma negli over 80 ha poco valore poiché i tumori della prostata in quella fascia di età non sono quasi mai aggressivi

Ha senso controllare il PSA nei grandi anziani?

Buongiorno, ho 90 anni e soffro di ipertrofia prostatica benigna. Ha senso continuare a controllare il PSA? (Vincenzo, domanda pervenuta tramite il form L'esperto risponde)



Risponde il dottor Pasquale Setola, urologo presso la Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza – Opera di San Pio da Pietrelcina – San Giovanni Rotondo.

Il PSA (antigene prostatico specifico) è una proteina prodotta dalla ghiandola prostatica che svolge una funzione specifica nel liquido seminale. È normalmente presente nel siero in piccole concentrazioni e può essere misurato con un semplice prelievo di sangue. Questa proteina non è un marcatore tumorale in senso stretto, ma è sicuramente un indicatore affidabile dello stato di salute della prostata.

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Un valore alterato può essere dovuto a un aumento delle dimensioni della ghiandola, a uno stato infiammatorio o alla presenza di cellule tumorali. Studi autoptici su prostate di pazienti ultrasettantenni deceduti per altre cause hanno dimostrato che fino al 50% degli uomini aveva cellule tumorali con cui probabilmente avrebbero convissuto senza un impatto significativo sulla sopravvivenza.

Inoltre, evidenze recenti hanno dimostrato che il PSA può essere considerato uno strumento di screening per il tumore della prostata solo in quei pazienti in cui è possibile effettuare un follow-up di almeno 15 anni, quindi in pazienti dai 50 ai 55 anni.

Nei pazienti over 80, il PSA non avrebbe validità come strumento di screening, poiché il tumore alla prostata in età avanzata raramente ha prognosi sfavorevoli; una persona anziana morirà quasi sempre per altre cause. Il PSA resta comunque un marcatore fondamentale per gli urologi, in quanto spesso guida l'esecuzione di esami di secondo livello che permettono di identificare tumori ad alto rischio.

Un paziente di 90 anni dovrà quindi sottoporsi periodicamente a una valutazione della prostata, verificando la sua conformazione e dimensione e riferendo eventuali sintomi rilevanti allo specialista, il quale potrà scegliere la terapia più appropriata.

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