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Redazione
pubblicato il 30-07-2019

I carcinomi duttale e lobulare in situ sono tumori maligni?



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I carcinomi duttali e lobulari sono tumori al seno confinati all’area da cui hanno avuto origine. Ma le caratteristiche sono diverse, come il rischio di evolvere in tumori maligni

I carcinomi duttale e lobulare in situ sono tumori maligni?

Il carcinoma duttale e il carcinoma lobulare al seno si definiscono in situ quando sono confinati all’area da cui hanno avuto origine: rispettivamente i dotti galattofori e i lobuli. Benché siano accomunati da questa caratteristica, sono due entità molto diverse.


Il carcinoma lobulare in situ è stato a lungo considerato un precursore del tumore globulare invasivo, vale a dire uno stadio precoce di questa forma tumorale. Da ciò derivava la conclusione che il decorso naturale di questa condizione sarebbe stata l’evoluzione in chiave maligna. Da qualche tempo, però, la ricerca ha indotto a ritenere che il carcinoma lobulare in situ sia più simile all’iperplasia atipica che al carcinoma invasivo e che quindi le donne che ne sono affette abbiano semplicemente un aumentato rischio di sviluppare un tumore al seno infiltrante (indipendente dalla localizzazione del carcinoma lobulare in situ) che può essere stimato nell’un per cento l’anno. 
Ciò ha cambiato il modo con cui si affronta questa condizione. Il più delle volte si opta per la «vigile attesa», vale a dire l’esecuzione di controlli periodici che verifichino il decorso della lesione e identifichino precocemente l’eventuale comparsa di nuovi noduli


Diverso è il caso del carcinoma duttale in situ. In tal caso, il carcinoma, se non trattato, in molti casi casi tende a evolvere in una forma invasiva. Tuttavia non è possibile sapere né in quali donne diventerà invasivo né a quale velocità si verificherà questa progressione. Il carcinoma duttale in situ viene quindi quasi sempre trattato per prevenire l’insorgenza di un carcinoma invasivo con un intervento di chirurgia conservativa. Studi recenti hanno però suggerito che anche in questo caso si possa ricorrere, con il consenso della donna, alla strategia della «vigile attesa». si tratta di una scelta che può dipendere da molti fattori, non ultimi il carattere della persona, la costanza nel sottoporsi ai controlli e la disponibilità, nel luogo di residenza, di centri con competenze e apparecchiature adatte.


Il carcinoma duttale in situ un tempo era molto raro, ma la sua diffusione è cresciuta molto nell’ultimo ventennio, probabilmente perché viene identificato facilmente grazie alle mammografie. Si tratta quindi di un aumento di incidenza quasi certamente apparente, legato alle aumentate capacità diagnostiche.



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